SINTESI DEL COMUNICATO ZAPATISTA



IL GOVERNO PREPARA LA SOLUZIONE MILITARE, DENUNCIA IL SUBCOMANDANTE MARCOS

27 Febbraio 1998 - San Cristóbal de Las Casas.

Nell'ultima delle tre lunghe analisi presentate questa settimana, il capo della guerriglia zapatista afferma che il governo federale "non rispetterà gli accordi di San Andrès" relativi ai diritti indigeni, firmati nel febbraio del 1996.

"Il signore Zedillo, che è arrivato al potere attraverso un magnicidio, (...) ha informato i suoi superiori negli Stati Uniti che sta aspettando che i popoli indigeni si stanchino ", afferma il subcomandante dell' Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), "e ricorre ai suoi due pilastri fondamentali di legittimazione: alcuni media e l'esercito".

In un testo di 12 pagine reso noto nella notte, Marcos dice che il governo "aspetta il momento opportuno per infliggere il colpo decisivo che imponga l'amnesia alla società messicana".

E denuncia che per mezzo del segretario di Governo Francisco Labastida e del coordinatore per il dialogo Emilio Rabasa si pretende di "fare cadere la direzione zapatista in imboscate travestite da incontri", la prima delle quali fu la lettera "senza mittente, destinatario né firma" del 23 gennaio del 1998.

Il leader dell'EZLN denuncia inoltre che "le cosiddette 4 osservazioni" che l'esecutivo muove alla proposta di legge sui diritti indigeni formulata dalla Commissione di Concordia e Pacificazione (COCOPA) "non sono 4 bensì 15" e domanda: "Perché l'esercito ha aumentato la sua pressione proprio nei giorni in cui l'EZLN ha ricevuto le 4 osservazioni che pur sono 15 anche se non 27?". Il subcomandante scrive: "I tentativi fino adesso falliti di un annientamento della direzione zapatista si accompagnano ad una campagna dei media", dove si presentano "indigeni manipolati, stranieri manipolatori, forze straniere che usano il conflitto per favorire i loro interessi perversi".

"L'offerta ultima del signor Labastida ("Riconsiderazione delle posizioni dell'esercito in cambio della rinegoziazione del tema indigeno") è rivolta a cercare di ingannare gli zapatisti e a confondere l'opinione pubblica", afferma il portavoce dell'EZLN.

D'altra parte, "il governo insiste nel voler trasformare la COCOPA e la CONAI (Commissione Nazionale di Intermediazione) in passacarte di messaggi anonimi , di minacce vili e di inviti a imboscate fallite". Secondo il subcomandante, il governo vuole che la COCOPA accetti di rinegoziare la sua proposta di legge sui diritti indigeni. Ma secondo l'EZLN, "rinegoziare gli accordi significherebbe che nessuno accordo si rispetterà e come conseguenza si renderà nullo il dialogo". "Colpendo da un lato la COCOPA e la CONAI, e dall'altro seminando la xenofobia per evitare una mediazione internazionale, il governo non cerca un "dialogo diretto" ma piuttosto la eliminazione di ostacoli e testimoni scomodi del crimine della cui realizzazione si è fatto carico fin da quando Zedillo è arrivato a Los Pinos", dice il testo.

Rispetto al ruolo che in tutto ciò gioca il potere legislativo, Marcos segnala: "i deputati priisti hanno una nuova opportunità di servire il presidente dandogli mano libera e annullando la legge che proibisce la persecuzione degli zapatisti."

Il leader guerrigliero ha fatto anche riferimento alla mobilitazione internazionale di condanna del massacro di Acteal - dove sono morti 45 indigeni il 22 di dicembre scorso -. Per Marcos, la strategia del governo adesso è "dechiapasnizzare l'agenda nazionale, ottenere fiato per ricomporre la propria immagine internazionale e per attenuare il logoramento dei militari". Inoltre, il suo obiettivo è "ottenere favori in vista del processo elettorale".

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(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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