Donaciano - Siamo messicani. La compagna Norma appartiene all'Unione di Organizzazioni della Sierra del Sud dello Stato di Guerrero. Io sono del Coordinamento delle Organizzazioni Democratiche e Popolari dello Stato di Oaxaca. Queste organizzazioni fanno parte del FAC-MLN (Fronte Ampio per la Costruzione del Movimento di Liberazione Nazionale). Sono indigeno di un villaggio che si chiama San Augustin Loxicha.
Prima di iniziare il nostro lavoro desidero esprimere la nostra riconoscenza ai rappresentanti dei sindacati di base che hanno reso possibile questo incontro. Un ringraziamento anche a tutti voi che vi assistete.
Il motivo della nostra visita è quello di farvi conoscere
la situazione economica, sociale e politica che si sta vivendo
in Messico.
Il Messico è un paese immensamente ricco per le sue
risorse naturali. Occupa il dodicesimo posto nell'economia
mondiale in quanto a prodotto interno lordo. Ha circa 100 milioni
di abitanti. Nonostante sia un paese ricchissimo, la maggior
parte di noi messicani vive in povertà, ossia tutta
la ricchezza nazionale si concentra in poche mani. Il 70%
degli abitanti presenta qualche grado di denutrizione. 30 milioni
di abitanti non hanno accesso ai servizi medici. Ci sono 15 milioni
di analfabeti. Il 50% della popolazione attiva è disoccupata.
Circa 200.000 bambini muoiono ogni anno per malattie curabili.
Solamente il 2% ha accesso agli studi universitari. Il Messico
occupa il 4° posto al mondo per numero di multimilionari,
subito dopo gli Stati Uniti, il Giappone e la Germania.
Di fronte a questa situazione così grave, a partire dagli anni '50, '60 e '70 i messicani hanno iniziato ad organizzarsi con l'obiettivo di protestare ed esigere migliori condizioni di vita. Però lo facevano in forma isolata, ossia da una parte i contadini, dall'altra gli studenti, dall'altra gli insegnanti, dall'altra parte ancora gli operai, ciascuno portando avanti le proprie rivendicazioni. Negli anni '60 e '70, per le condizioni di miseria in cui si viveva, sorsero anche alcuni gruppi armati. A partire dagli anni '80 si fecero tentativi per la formazione di un unico fronte cercando di integrarvi tutti i settori. Vale a dire: un fronte per coagulare le forze di contadini, studenti, insegnanti, operai, casalinghe. Questi tentativi si fecero con sempre maggiore frequenza soprattutto a partire dall'anno 1994. Per vari motivi questo fronte non si è potuto consolidare negli anni '94-'95. Nel gennaio 1996, nello stato di Guerrero, si è riusciti a mettere insieme 350 organizzazioni di contadini, operai, studenti, insegnanti, colonos (n.d.t.: abitanti dei quartieri, in particolare quelli marginali) ed intellettuali progressisti.
A questo fronte si diede il nome di Fronte Ampio per la Costruzione
del Movimento di Liberazione Nazionale. È un fronte che
tende ad includere tutti coloro che vogliono lottare per
migliori condizioni di vita nel paese. È un fronte
aperto, di massa, democratico. È un fronte che rifiuta
il "caudillismo" ed il leader sociale. È un
fronte che ha una direzione collettiva.
Norma - Il Fronte nasce il 27 e 28 gennaio del 1996.
È strutturato attraverso commissioni: di diritti
umani, stampa, propaganda, organizzazione e finanze. Il
Fronte è anche strutturato in sei regioni a livello nazionale.
Siamo presenti in 27 stati del paese. Tutte le organizzazioni
che fanno parte di questo Fronte hanno una grossa rappresentatività
a livello di base. Siamo anche presenti nella 7° regione
nel sud degli Stati Uniti, popolata da latinoamericani e messicani
che vivono condizioni uguali o anche peggiori di quelle in cui
noi stessi viviamo nel nostro paese. A partire dalla costituzione
di questo grande Fronte a livello nazionale abbiamo fatto mobilitazioni
in ogni parte del Messico.
Il 28 giugno 1996 il Fronte Ampio convocò una grande
mobilitazione per esigere il castigo dei responsabili del
massacro di Aguas Blancas. A questa commemorazione assistettero
più di 5000 persone. Tra queste partecipò
anche l'ex candidato del PRD alla presidenza, Cuahutemoc
Cardenas, personalità impegnate nel campo dei diritti
umani, avvocati democratici, la stampa nazionale ed internazionale.
Quel giorno fece irruzione l'Esercito Popolare Rivoluzionario.
Erano circa 80 combattenti fra uomini e donne. Lessero il "Manifesto
di Aguas Blancas" ed affermarono che il motivo della loro
presenza lì era il rendere onore ai caduti del 28 giugno,
non erano lì perché avessero una relazione con
il FAC-MLN. Dissero che ovunque ci sia repressione o massacro,
lì loro saranno presenti sempre. Le migliaia di partecipanti,
insieme alle vedove dei caduti di Aguas Blancas chiedevano
giustizia. Il popolo applaudiva loro e gridava slogan, alcuni
dei quali così dicevano: "Avanti! Avanti! Che la
lotta è costante!". La maggior parte della gente
che si trovava lì, corse loro dietro, poiché
essi si fermarono solo 20 minuti, dopo aver sparato 17 colpi
a salve in onore dei 17 caduti nel massacro.
Quando se ne furono andati la stampa si avvicinò
ai dirigenti del FAC-MLN. Noi, come coordinatori del Fronte
Ampio, sapevamo che sarebbe arrivata una repressione molto forte,
ma sapevamo anche di non essere gli unici in lotta e che esistevano
altri settori che utilizzavano altri metodi di lotta, ma in
fin dei conti per gli stessi obiettivi. La stampa si avvicinò,
quindi, ed in quel momento vincolò i dirigenti del FAC-MLN
all'Esercito Popolare Rivoluzionario. Cuahutemoc Cardenas
fece una dichiarazione affermando che si era trattato di una
pantomima. Come Fronte Ampio, dicemmo che per noi si trattava
di una realtà, perché con la situazione di miseria
e repressione che si vive in Messico non era strano che apparissero
movimenti armati. Di ritorno al Distretto Federale, con una
carovana di 22 autobus, ci siamo imbattuti in 40 carri armati
di piccole dimensioni e con l'esercito fornito di armamenti
di alto potenziale. A partire da quel momento il governo ha
militarizzato tutto lo stato di Guerrero. In quel contesto si
verificò un altro attacco da parte dell'EPR, in un
altro punto dello stato di Guerrero. Ebbero uno scontro con
la polizia e distribuirono propaganda armata. A partire da
quel giorno vennero catturati 4 compagni della nostra organizzazione.
Li davamo già per scomparsi, ma dopo 4 giorni l'esercito
li fece ricomparire presentandoli come membri dell'EPR. In
seguito catturò, sempre in Guerrero, altri 4 compagni
della stessa organizzazione democratica presentandoli come
integranti dell'EPR. Furono torturati selvaggiamente e costretti
a firmare un documento in cui dichiaravano che i dirigenti del
FAC-MLN li avevano pagati perché si presentassero ad
Aguas Blancas. Il governo utilizzò la parola "pantomima"
per poter reprimere le organizzazioni democratiche.
Diceva che si trattava di una rappresentazione teatrale
montata dal FAC-MLN, ma il Fronte dal canto suo organizzò
delle mobilitazioni a livello nazionale contro la repressione
in Guerrero, che si acutizzò ancora di più. In seguito
l'EPR tenne una conferenza stampa "in qualche luogo della
Sierra Madre Orientale", durante la quale affermò
di non essere una "pantomima" e rese pubblica
l'esistenza di un esercito a livello nazionale. La Sierra Madre
Orientale, infatti, abbraccia diversi stati del Messico. Ma il
governo continuò ad utilizzare l'espressione "pantomima"
per dire che il FAC-MLN era presente a livello nazionale, in
quanto faceva rappresentazioni teatrali in altri stati della
nazione. Il governo sapeva bene che si trattava di un esercito
guerrigliero, ma voleva nascondere la repressione e giustificare
i massacri e le torture che stava conducendo contro i
contadini. La repressione in quei momenti venne scatenata anche
negli stati di Huasteca, Oaxaca, Veracruz, perché quelli
erano i luoghi in cui l'EPR aveva tenuto le sue conferenze stampa.
Dopo 15 giorni l'EPR tenne un'altra conferenza stampa in una
casa sicura "in qualche luogo dello stato del Messico".
Noi abbiamo letto sulla stampa che essi sono un coordinamento
che riunisce in sé 14 organizzazioni armate, che sono
marxisti-leninisti e che sono per la presa del potere, un
nuovo governo, una nuova costituzione, un nuovo ordine economico
ed un'autentica repubblica.
Da quel momento in poi abbiamo avuto 150 prigionieri politici. Però il governo continuò a parlare di questa "pantomima" per poterci reprimere.
Il 28 agosto 1996 l'EPR compì azioni militari
in 8 stati della Repubblica Messicana ed è stato in quel
momento che si ruppe l'idea della "pantomima" che lo
stato aveva utilizzato. Il Fronte Ampio convocò a giornate
di appoggio agli stati dove maggiore era la militarizzazione.
Noi abbiamo dichiarato di non avere alcuna relazione con
l'EPR, né con l'EZLN, ma che rispettiamo la loro forma
di lotta. Ciò che esigiamo è che il governo dia
una soluzione alle richieste che portarono i diversi settori
a manifestare con diverse forme di lotta. Il governo ha detto
che applicherà tutta la forza dello stato contro l'EPR
e sta già applicando tutta la forza repressiva contro
il popolo organizzato, contro le organizzazioni democratiche
che protestano. Nello stato di Oaxaca l'esercito è
entrato due volte dentro le comunità.
Donaciano - A partire dal sorgere dell'EPR la repressione
contro gli attivisti sociali si è acutizzata.
Il paese di San Augustin Loxicha è composto da una popolazione totalmente indigena. Noi siamo zapotecos. Da circa 10 anni stiamo domandando al governo la soddisfazione delle richieste prioritarie della nostra regione: non abbiamo scuole, né cliniche, né strade, né case dignitose, né appoggi governativi per l'agricoltura. È questo che stavamo chiedendo da molto tempo al governo e la sua risposta è stata la repressione. Per giustificarla ha vincolato tutta la gente del popolo all'EPR. Il 25 settembre ed il 7 novembre di quest'anno è entrata la forza repressiva nel nostro villaggio: l'esercito, la polizia giudiziaria federale, gruppi paramilitari e la polizia giudiziaria dello stato. Arrivarono sul far del mattino ed aprirono le porte delle abitazioni a colpi d'arma da fuoco.
Tirarono fuori dalle loro case gli abitanti mezzi nudi, picchiando
i bimbi e le donne. Queste persone furono torturate ed obbligate
a firmare false dichiarazioni. Attualmente sono in carcere
40 cittadini di Loxicha. Il popolo continua a resistere ed
il 18 novembre ha tenuto un presidio di fronte al palazzo di
governo, esigendo la libertà dei prigionieri. La gente
ha dichiarato pubblicamente che, nella forma in cui potrà,
si difenderà. Benché l'esercito sia ben armato
essi, con il loro decoro e la loro dignità, si difenderanno
con ciò che avranno in mano: bastoni, machetes, pietre.
La stessa situazione di Oaxaca si vive in Huasteca, Veracruz,
Hidalgo, Guerrero, Chiapas. Nonostante l'EZLN sia in dialogo
col governo, alcuni giorni fa i coltivatori di granturco, che
stavano protestando sulla strada di Venustiano Carranza, furono
fatti sfollare con gas lacrimogeni lanciati da elicotteri e camionette.
Spararono contro di essi e la conseguenza furono tre contadini
ammazzati. L'ultima informazione che abbiamo è che i contadini
continuano a tenere bloccata la strada.
Questa reazione alla sottomissione del popolo del Messico di fronte all'ingiustizia del governo si sta generalizzando in tutto il paese, perché ovunque ci sono miseria, oppressione, repressione, terrorismo da parte del governo.
Anche i messicani, i centroamericani, i sudamericani che vivono
nella zona meridionale degli Stati Uniti, si stanno organizzando;
ci siamo resi conto che il nostro governo di ricchi ha complicità
negli Stati Uniti. Per gli USA il Messico è il migliore
mercato, per le sue materie prime. Gli Stati Uniti ed il governo
del Messico sono quelli che stanno sfruttando il nostro paese.
Ci stanno facendo morire per fame.
L'informazione che vi stiamo dando non viene mai diffusa,
perché il governo controlla i mezzi di comunicazione
di massa. Il governo del Messico, viceversa, dice che esiste
pace, tranquillità e che il popolo sta per uscire dalla
crisi. Ernesto Zedillo afferma che c'è benessere per
la famiglia. Per questo il nostro lavoro consiste nell'informarvi
sulla reale situazione che si vive nel nostro paese.
Siamo sicuri che con l'appoggio delle organizzazioni dei diversi
paesi riusciremo a rompere questo accerchiamento militare
ed informativo, perché noi sfruttati, chi più,
chi meno, dobbiamo unirci per lottare contro i paesi monopolistici.
Quello che vi chiediamo come appoggio è di pronunciarvi contro la militarizzazione, la repressione e la tortura ed in favore della libertà dei prigionieri politici, della soluzione alle richieste sociali, rivolgendovi al governo del Messico, alle ambasciate messicane in Italia, al procuratore della repubblica ed al governatore dello stato. Questo è importantissimo per noi che stiamo lottando in forma democratica, perché ogni giorno in Messico la repressione si sta facendo sempre più acuta.
Esperti arabi, statunitensi e di altri paesi stanno
partecipando all'addestramento dei militari messicani per
torturarci con miglior tecnica.
Norma - I detenuti FAC-MLN cominceranno uno sciopero
all'inizio di dicembre. Essi si trovano in diverse carceri del
paese, alcuni di loro in celle d'isolamento. Nel mio caso, mio
padre è incarcerato dal 3 luglio con l'accusa di aver
partecipato ad una mobilitazione il 28 giugno, giorno del massacro
di Aguas Blancas, perché in Messico chiedere giustizia
è un delitto. Adesso i nostri compagni prigionieri inizieranno
uno sciopero della fame coordinato a livello nazionale. Vi chiediamo
di solidarizzare con loro nell'esigere una soluzione alle loro
richieste e di essere anche solidali e di unirvi alla giornata
di lotta del Fronte Ampio. Nella terza riunione di questo Fronte,
due settimane fa, il coordinamento del FAC-MLN ha convocato ad
una seconda giornata di lotta contro la repressione, la militarizzazione
del paese, per la risposta alle richieste del popolo, per la
libertà di tutti i prigionieri politici e perché
il governo si attenga al trattato di Ginevra per quanto
riguarda il rispetto della società civile, così
come dei prigionieri di guerra.
Invitiamo voi ed il popolo italiano a partecipare al congresso nazionale del Fronte Amplio (non c'è ancora una data precisa ma è probabile che sarà all'inizio di febbraio), per riuscire a rompere questo assedio militare che stringe sia le comunità indigene, sia Città del Messico.
Vi chiediamo anche una firma di solidarietà dai popoli
del mondo al popolo del Messico.
Mediante questo giro che abbiamo fatto per l'Europa, in Spagna,
Germania, Inghilterra, a Parigi, in Belgio ed ora qui, e
che ancora faremo in Danimarca, Paesi Baschi e Grecia, vorremmo
mettere in piedi una rete di informazione diretta, perché
siate informati di ciò che veramente sta capitando in
Messico.
Il Chiapas è lo specchio ed il riflesso di tutti gli stati
del Messico, poiché quello che sta succedendo ai nostri
fratelli del Chiapas sta capitando a tutti, a livello nazionale.
In Messico in questo momento abbiamo una grande prospettiva
di lotta: si sta attraversando un periodo di auge delle organizzazioni
popolari. In diverse parti della repubblica stanno protestando
studenti, operai, contadini ed altri settori. Ciò a
cui noi vogliamo dar vita è un Fronte ancora più
ampio. Noi messicani stiamo lavorando per l'unità, perché
sappiamo che uniti raggiungeremo i nostri obiettivi.
Ora il Fronte Ampio sta partecipando alla Convergenza Nazionale,
dove s'incontrano anche l'FZLN, El BARZON ed il PRD.
Questo 20 novembre abbiamo convocato una grossa mobilitazione
a livello nazionale, perché cessi la repressione, contro
la militarizzazione e perché il governo dia una soluzione
alle richieste dell'EZLN.
Il governo quello che ha voluto fare è dividerci, però
noi abbiamo già conformato e stiamo consolidando ulteriormente
questo grande Fronte.
È meglio morire lottando che vivere in ginocchio.
(A cura del: Collettivo Internazionalista - Torino)
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