La Jornada 26 agosto 1996

Salvator Guerrero Chiprès

L'incursione nell'atto dell'anniversario fu una "risposta politica" alla militarizzazione

Il massacro di 17 contadini nel guado di Aguas Blancas, il 28 giugno 1995, fu "un tipico atto di controinsurrezione". Fu un "messaggio di punizione", deciso "dall'Esecutivo federale", che tentava di "intimidire ed inibire lo sviluppo della lotta politica e il possibile sviluppo delle forze rivoluzionarie armate" che sono apparse in Guerrero circa un anno dopo; questo hanno affermato a La Jornada i comandanti Vicente e Oscar dell'Esercito Popolare Rivoluzionario (EPR).

I dirigenti dell'EPR hanno spiegato che la copertura federale e priista data all'exgovernatore Ruben Figueroa Alcacer, era necessaria per diminuire al massimo la possibilità che si danneggiasse, prima la rappresentanza dell'Esecutivo statale e quindi, l'autorità federale responsabile nel fatto.

Questa è la prima versione che si rende pubblica, dalla clandestinità, sul punto di vista del gruppo armato che apparve il 28 giungo 1996, mentre si commemorava l'anniversario dell'assassinio dei componenti dell'Organizzazione Contadina della Sierra del Sud (OCSS).

La guardia cambia ogni 20 minuti. Nemmeno il miglior osservatore potrebbe osservare altro che il minimo movimento del fazzoletto rosso per la silenziosa respirazione delle guardie di scorta assegnate durante l'intervista.

Il comandante Oscar segnala che il proposito dell'apparizione dell'EPR "derivava dalla necessità di dare una risposta politica alla militarizzazione e alla repressione incrementate dal governo in tutto il paese e in particolare in Guerrero."

Allude al massacro di un anno prima contro "un'organizzazione contadina, come molte di quelle presenti nello stato del Guerrero".

Qualifica come "assurde" le versioni circolate sui presunti vincoli fra l'EPR e gruppi di pressione in Guerrero, legati a Ruben Figueroa Alcacer od a settori del narcotraffico nella zona, che è la prima produttrice di papavero nel paese.

"Il governo non ha solamente cercato di svilire e deformare, ma ha pure permesso la totale impunità degli autori del massacro, che, è risaputo da tutti, hanno fra di loro al primo posto Ruben Figueroa".

- Di chi fu la responsabilità del massacro del giugno 1995? C'era l'intenzione di fermare l'apparizione di un nuovo gruppo armato, in questo caso l'EPR?

- In primo luogo, tutto ciò che succede a livello di polizia o di esercito nello stato, non è slegato dalla volontà del governo federale. Sanno perfettamente quello che succede, e quello che sta per succedere. Ovviamente qui c'era tutta una progettazione da parte del governo federale, da parte dello Spionaggio Militare, da parte degli Alti Comandi dell'Esercito Federale. La misero in pratica lì (nel guado di Aguas Blancas). In quanto a prevedere che fosse qualcosa in relazione con noi, noi pensiamo che più che tutto si è trattato di un'azione contro il popolo e per cercare di intimidire ed inibire lo sviluppo della lotta politica e il possibile sviluppo delle forze rivoluzionarie armate, che avevano già avuto precedenti nei decenni anteriori. Il governo non aveva ancora nessuna idea concreta su di noi come EPR.

Il comandante Vicente prende la parola:

"Rispetto a questo ci sono altri elementi che dobbiamo segnalare. Quello che è successo in Aguas Blancas, fu un atto preparato, un tipico atto di controinsurrezione. Il massacro fu questo. Porta in sé un messaggio a tutte quelle organizzazioni, sparse per il paese, che a conseguenza della crisi economica e della mancanza dei diritti politici, si stanno manifestando in modo diverso. Così il massacro di Aguas Blancas è un messaggio, è una lezione che lo Stato invia a tutte quelle organizzazioni".

- Allora voi sostenete che nell'Esecutivo Federale o in qualche settore dell'Esercito Messicano, si sapeva già prima ciò che sarebbe successo?

- Pensiamo che l'Esecutivo Federale fosse a conoscenza dei fatti pur nella sua condizione di fragilità. Anche se è chiaro che cerca di delegare le responsabilità agli inferiori, però questo non lo esime dalle sue responsabilità di fronte ad un governo repressivo, assassino, che non solo reprime i contadini, ma addirittura li ammazza.

Il governo dicono, ha cercato fin dal primo momento, "di scalzare" l'apparizione dell'Esercito Popolare Rivoluzionario.

"Prima della nostra irruzione, della nostra presentazione in Aguas Blancas, si stava già sviluppando un processo di militarizzazione e repressione molto forte in tutte le parti del paese. Hanno manipolato l'informazione su di noi, affinché, come prima cosa il popolo non riuscisse a guardare con speranza e con simpatia a questa presentazione di un nuovo esercito rivoluzionario e, in secondo luogo, per trovarci e annientarci.

"Questa è stata la situazione che si è presentata dopo la nostra entrata. Quando però il governo inizia a vedere che i suoi piani non danno frutti, allora inizia a reprimere e catturare presunti combattenti dell'EPR, e colpisce solamente contadini, che hanno ammesso di appartenere a una qualche organizzazione contadina, o altri che hanno detto d'essere semplicemente dei cittadini. Quando si presenta questa situazione, il governo al posto di fermarsi, aumenta i suoi piani, aumenta la repressione verso quei settori e la estende in altre parti del paese, così come succede con l'incremento della militarizzazione in Oaxaca, Hidalgo, ecc.".

Aggiunge che in questo contesto "dieci giorni fa, come parte dei piani che cercano di annientarci, il segretario di Governo ha spiegato che sono state scoperte tre forze politiche che stanno dietro all'EPR".

- Che intendete esattamente quando dite che il governo federale "prepara un bagno di sangue"?

- Quella affermazione del responsabile di Governo è un annuncio che si colpiranno le organizzazioni politiche ed i settori sociali a noi legati, anche se questo vincolo non è certo, perché l'unica cosa che si può fare con l'EPR è annientarlo.

"Bene, questo è quello che hanno cercato di fare da quando ci siamo fatti conoscere, però non ci sono riusciti. Questo dicono per cercare di mascherare la loro incapacità, la loro inettitudine nella lotta per cercare di distruggerci; non riuscendo in questo, col pretesto che hanno già scoperto chi c'è dietro all'EPR, iniziano ad attaccare la popolazione. Questo è il tipo di minaccia a cui ci riferiamo quando diciamo che preparano un bagno di sangue, perché questo è ciò che preparano realmente. E a questo vogliamo rispondere."

- Voi notate se, a differenza dell'altro movimento armato, siete stati pregiudicati da un certo isolamento dell'opinione pubblica, o da un settore degli intellettuali del paese?

- Non abbiamo sentito così. Pensiamo che ci sia stato un processo di satanizzazione, di stimmatizzazione verso determinate organizzazioni che si sono integrate nel Partito Democratico Popolare Rivoluzionario (PDPR), estensione politica dell'Esercito Popolare Rivoluzionario.

"Sentiamo che non c'è stato isolamento, aldilà della campagna orchestrata dal governo e che alcuni intellettuali e personalità politiche hanno appoggiato, in qualche caso in mala fede e in altri casi per la mancata conoscenza della realtà di quelle organizzazioni rivoluzionarie."

Aggiunge che sebbene "scalzare" fosse originariamente l'obbiettivo governativo, poi è passato in seguito in secondo piano ed ora predomina "la controinformazione" che propagano fra giornalisti presuntivamente informati, cui parlano di vincoli con gruppi di pressione o narcotrafficanti.

"Questo è totalmente assurdo", afferma il comandate Oscar, appena il giornalista suggerisce tale relazione. La dimostrazione dell'assurdo sta nei 23 mila soldati distribuiti nello stato del Guerrero, argomenta il capo guerrigliero.

"Un'altra fonte dice che sono 19 mila. Chiaro che bisogna sottrarre i 59 soldati che sono caduti", aggiunge.

Risolino spontaneo fra i membri della scorta.

"In quanto al narcotraffico possiamo dire che è una risorsa bene sfruttata da parte dello Stato messicano e che fa parte dei suoi strumenti di controinsurrezione per cercare di screditare non solamente le forze rivoluzionarie contro cui sta lottando, ma pure i settori sociali, tutti quelli che lottano nel sociale, accusandoli di essere vincolati al narcotraffico e togliendo così legittimità per poter poi reprimere più facilmente.

Spiega che in Messico nel narcotraffico sono coinvolti il governo e vari settori dell'oligarchia finanziaria messicana:

"Questo per il fatto che la ricchezza che si genera nel narcotraffico offre un arricchimento molto più rapido, ultrarapido addirittura in confronto ad altri processi di capitalismo apparentemente legali. E non gli costa molto. Investono e mettono dei professionisti a lavorare ricevendo guadagni stratosferici. Con facilità possono poi "lavare il denaro" nelle loro grandi imprese. Questo s'avvicina molto al narcostato ed alla narcopolitica".

- Il governatore del Guerrero dice che il vostro proposito, come gruppo fochista, è di seminare incertezza sociale, citato testualmente.

- Noi possiamo dire come nell'adagio: il leone vuole credere che tutto sta ai suoi piedi. L'unico vero destabilizzatore che esiste in questo paese è il governo oppressore, è la borghesia finanziaria che sta servendo e non noi. Loro sono gli unici destabilizzatori di questo paese. In realtà, nel nostro caso, abbiamo attuato e siamo emersi come una forza che sviluppa l'autodifesa di fronte alla repressione, di fronte a questo clima di violenza generalizzato economicamente, poliziescamente e militarmente da parte del governo e contro il popolo.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

Indice delle Notizie dal Messico