La segreteria di governo ha proseguito in una aggressiva campagna
di disinformazione sui mezzi di comunicazione con l'obiettivo
di convincere l'opinione pubblica che con la presentazione della
sua iniziativa unilaterale di legge ubbidisce a ciò che
è stato pattuito. La campagna include spots in radio e
televisione con frammenti del discorso del 1 di marzo e la frase
"Il governo adempie agli Accordi di San Andrès!",
come colophon.
Francisco Labastida, segretario di governo, ha invitato i partiti
politici a discutere la proposta governativa. Naturalmente, ha
ricevuto risposta positiva solo dal PRI.
La COCOPA ha chiesto all'EZLN un incontro urgente con l'obiettivo
di riflettere congiuntamente sul processo di dialogo. La CONAI,
da parte sua, ha manifestato profonda preoccupazione per la difficile
situazione che si é venuta a creare in relazione al dialogo
di pace e agli Accordi di San Andrès.
Il PAN si è "spinto più avanti" dell'esecutivo
e ha complicato ancor di più la situazione, presentando
al Senato una iniziativa di riforma costituzionale su diritti
e cultura indigeni. Per Azione Nazionale, l' EZLN "si é
negato al dialogo" e l'unica via d'uscita che ha adesso è
di rimettersi al Congresso.
Infine, il presidente Ernesto Zedillo ha firmato sabato 14 l'iniziativa
del Governo.
Il Congresso Nazionale Indigeno ha emesso immediatamente un comunicato
in cui condanna il supremo governo perché "pretende
di ignorare e negare il processo di dialogo e gli accordi emanati,
tentando di far sparire da questo processo la COCOPA. Le accuse
con cui il Governo pretende di limitare i nostri diritti sono
false, e per questo oggi il Governo promuove la rottura del dialogo
e impedisce gli accordi". Quanto ai partiti politici, il
CNI ha dichiarato: "La alternativa che oggi la storia presenta
e' tra fare leggi per la guerra e fare leggi per la pace. Prendete
la vostra decisione in accordo al profondo sentire, come messicani.
In questa decisione non c'è soldo né promessa governativa
che abbia più importante della pace per tutti i messicani".
Il periodico El Financiero, ha pubblicato un reportage in cui
si "descrive" la forza militare degli zapatisti e si
afferma che l'esercito ha individuato il comando dell'EZLN sulle
montagne chiapaneche. Secondo El Financiero, "l'EZLN non
rappresenta pericolo alcuno per i corpi scelti dell'Esercito Messicano"
e " i servizi militari hanno individuato in due occasioni
il subcomandante Marcos a San Cristóbal de las Casas".
Questo reportage si aggiunge ad una nota diffusa alcune settimane
fa da AP e ad una "inchiesta" del periodico La Prensa
nel quale si affermava che esistevano problemi di divisione all'interno
del comando zapatista. Il fatto curioso di questi articoli è
che mentre nel primo si affermava che Tacho aveva preso le distanze
e che Marcos era favorevole alla linea dura, nel secondo si diceva
totalmente il contrario. Che obiettivo si persegue con tutto ciò?
Si apre ad una nuova possibilità rispetto alla "soluzione
militare" che il governo vuole portare avanti: un attacco
al comando dell'EZLN presentato come un regolamento di conti tra
zapatisti.
La pubblicazione mensile Jane's Intelligence Review, legata al
Pentagono e alla CIA, ha commentato che, secondo un relazione
diffusa ad Oslo, Norvegia, l'esercito messicano ha sviluppato
il parco più moderno e sofisticato di veicoli armati da
combattimento di tutta la regione centroamericana.
Il Dipartimento di Stato USA ha rivelato che il programma di addestramento
per le forze armate messicane è il più importante
nel suo genere in questo emisfero ed ha l'obiettivo di incoraggiare
ancor più la cooperazione con gli Stati Uniti.
Si è venuto a sapere anche che, rispetto al 1996 e al 1997, il Messico ha incrementato del 600% la spesa in forniture militari dagli Usa, e che per 1999 gli acquisti saranno triplicati. Secondo un funzionario del Dipartimento di Stato, le vendite sono aumentate considerevolmente a partire dal 1995.
Le cifre sono le seguenti:
1995 - 1.68 milioni di dollari;
1996 - 4.8 milioni di dollari;
1997 - quasi 28 milioni di dollari.
Il Messico occupa il sesto posto nel mondo in materia di corruzione
governativa, secondo un relazione della organizzazione Transparency
International.
"Che io sappia, l'EZLN non è parlamentare, né le leggi si fanno nella selva.
Allora, lo che stiamo per fare è ascoltare il punto di
vista dei partiti e con ciò integreremo, stiamo per integrare,
una proposta legislativa che sottoporremo al giudizio del signor
Presidente affinché, se l'approva, egli predisponga il
disegno di legge."
Francisco Labastida Ochoa, segretario di governo, intervistato
dopo una riunione con il presidente Zedillo. (La Jornada, giovedì
12 di marzo di 1998)
"Sono coloro che disonorano il nome di Emiliano Zapata autonominandosi
zapatisti, e quelli che per vergogna si incappucciano o usano
l'abito talare per simulare religiosità e nascondere nefandezze.
"Alcuni sono gli stranieri e altri i mercenari che per soldi
espongono come in vetrina i nativi, con cui i lavoratori sono
solidali."
Juan Moisés Calleja, leader storico della CTM durante il
tredicesimo congresso nazionale di questa organizzazione. (La
Jornada, domenica 8 di marzo di 1998)
"Da destra a sinistra il fucile militare si spostò
seguendo la figura che inquadrava nel mirino telescopico. Giunse
a un punto in cui rimase per alcuni secondi fermo, immobile.
Il dito saldo del soldato aspettava solo un comando per tirare
il grilletto e infliggere un colpo mortale nel corpo di un personaggio
storico: il subcomandante Marcos.
Per alcuni momenti, il soldato accarezzava l'idea di divenire
uno dei protagonisti della soluzione del conflitto nel sudest
messicano. L'ordine non arrivò, ma questo fatto rimane.
I componenti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
sanno di essere assediati nella selva. Si accorgono delle centinaia
di occhi che li osservano segretamente per studiare i loro movimenti."
Reportage di Alejandro Suverza pubblicato in El Financiero di
venerdì 13 marzo 1998.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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