MASSACRO DI ACTEAL

CORRISPONDENZA DI MASSIMO DAL CHIAPAS A RADIO ONDA D'URTO E RADIO ONDA ROSSA

23 dicembre 1997

h 18.45

Radio Onda d'Urto-Brescia in ponte Radio Onda Rossa-Roma

Massimo:

"Da alcuni mesi esiste una situazione molto grave di guerra civile, ci sono contadini armati pagati dal P.R.I., guardie bianche e federali, tutti insieme contro altri contadini dell'EZLN e della società civile.

Questo comune che si chiama Polhò ha dal 1995 un municipio autonomo, vale a dire che alcuni cittadini si sono costituiti in un'organizzazione autonoma dalla presidenza municipale, diciamo ufficiale, per ovvi motivi di sopravvivenza. Infatti la comunità "ufficiale" gestita da un priista il quale praticamente impediva che, sia gli aiuti governativi e tutto quello che era un po' l'organizzazione che serve a questi contadini per sopravvivere, le rette per il caffè, la suddivisione delle terre per la coltivazione, venisse distribuita in maniera equa ai contadini priisti ed ai contadini zapatisti e della società civile.
Ora mi trovo a Polhò sono appena ritornato da una comunità distante circa 15 minuti di auto che si chiama ACTEAL, dove questa notte un gruppo di circa un centinaio di priisti armati, ma sembra protetti dalla Seguridad Publica la polizia dello stato di questo comune, hanno sterminato, sembra al momento, 45 contadini appartenenti alla società civile, neppure simpatizzanti dell'EZLN; contadini che si organizzavano in maniera autonoma per sopravvivere. Al momento ci arrivano informazioni da San Cristobal dove sono stati portati da questa notte fino ad ora 45 cadaveri e 26 feriti gravi, tra questi vi sono anche bambini molto piccoli, attorno ai 2 o 3 anni.
Sono appena tornato da questo posto che è praticamente ancora completamente insanguinato lungo tutto il sentiero che ci hanno fatto percorrere praticamente scortati da quelli dell'Esercito Federale che ora stanno presidiando il posto lungo questo sentiero dove sono avvenute le sparatorie in tutta la giornata di ieri fino alle 8 di sera; ci sono ancora macchie di sangue lungo tutto il sentiero, pezzettini stracciati dei vestiti dei bambini, ci sono anche un sacco di mosche intorno ai sacchetti con alcuni alimenti dentro, tutto questo prosegue fino al fiume che è a qualche centinaio di metri più in basso.
Non siamo arrivati sino al fiume perché i soldati ci hanno detto che tutti i morti erano già stati portati via.

Noi, ieri alle 11, quando abbiamo iniziato a sentire sparare siamo andati su una collina che c'è qui vicino per vedere la comunità di Acteal ma non abbiamo visto niente se non un posto di blocco con una macchina bianca e una persona che stava lì a fermare il traffico, ma non abbiamo visto armi.
Per tutta la giornata sono continuate le sparatorie, questa notte io e un compagno di Roma dovevamo partire, ritornare a San Cristobal per fare il punto della situazione e quando ci siamo alzati per partire alle 2, fuori dalla scuola dove ci ospitavano, c'erano circa 400 persone, bambini che piangevano, donne straziate, tutte sporche, uomini in lacrime anche loro i quali avevano camminato tutta la notte per riuscire a fuggire da questa carneficina che avevano continuato a fare per tutta la giornata i priisti ed ho qui un'intervista, e posso leggere alcune cose, di quello che mi hanno detto queste persone dei fatti accaduti ad Acteal.

RESPONSABILE DELLA COMUNITÀ che alle 7 di stamattina mi ha detto:

"Ieri molte persone, circa 350 stavano in uno spiazzo vicino a Acteal, in questo luogo già di 'desplazados' perché queste persone che sono state attaccate erano già state sgomberate da Esperanza, cioè arrivavano da un'altra comunità, e vivevano nell'accampamento costruito nelle vicinanze di Acteal, in circa 350-400.
Alle 11 circa hanno iniziato a sentire dei colpi mentre si trovavano in questa specie di chiesetta all'aperto dove stavano pregando.
Alcuni non credevano che stessero davvero arrivando le guardie bianche e soprattutto i priisti armati e rimasero lì, altri invece scapparono.
Quelli che rimasero lì quando videro che in realtà stavano davvero arrivando le guardias blancas, cominciarono a correre lungo questo sentiero che arrivava fino al fiume e la maggior parte riuscì a scendere, ma una parte restò intrappolata dai colpi di fucile all'interno della chiesetta e non ebbe scampo, morirono tutti, mentre chi correva lungo il sentiero era inseguito dalle pallottole ed i corpi si ammucchiavano uno sopra l'altro, i bambini erano ovviamente rimasti indietro e non riuscivano ad andare al passo dei grandi, anche loro furono presi a raffiche di mitra.
Peraltro noi stavamo sopra questa collina e sentivamo a distanza ravvicinatissima colpi non solo di fucile ma raffiche di mitra prolungate anche esplosioni grosse. Ecco, io non mi intendo di armi però erano dei botti non da poco.
È molto probabile che abbiano utilizzato armi esplosive, che questo sia successo".

Sempre nel racconto di questo responsabile dell'accampamento dice che "i priisti arrivavano non solo da Acteal, ma si erano riuniti al 'bando', che è una specie di cava di sabbia qua sulla strada, scendendo da Esperanza, che è una comunità vicina e anche da un'altra comunità vicina."
Racconta in modo ovviamente molto concitato che "alcuni si nascosero in una grotta in questa discesa verso il fiume e quelli che rimasero nella grotta furono fucilati praticamente lì dentro."

Quella di cui vi sto parlando è una situazione di emergenza e di un fatto di cronaca immediato ma questa situazione qua, perlomeno nella settimana in cui sono rimasto è assolutamente quotidiana, ogni giorno muore qualcuno o qualcuno viene attaccato ed è costretto a spostarsi dalla propria comunità verso un luogo più sicuro.


Ho visto questa notte alle 3, oltre ad una donna ferita abbastanza gravemente che è stata trasportata poi dalla croce rossa, un bambino completamente insanguinato, piccolissimo, avrà avuto 4 anni e non di più, con il viso completamente ricoperto di sangue, insabbiato, secco, rinsecchito, spaventatissimo che quasi non parlava più, era in braccio a una signora che mi raccontava che questo bambino era praticamente sepolto sotto una serie di cadaveri tra i quali anche sicuramente i suoi genitori e che è stato estratto per casualità da questa signora che passando di lì ha visto che era ancora vivo.
Questa è, senz'altro una situazione di guerra aperta, come dicevo, peraltro in una confusione gigantesca, nel senso che l'altro pomeriggio sono arrivati un gruppo di indigeni e contadini del PRI che venivano da Petzequil, circa una ventina di persone, loro stessi minacciati da coloro che detengono il potere nella loro comunità perché non si volevano aggregare alla strategia del presidente municipale, che sembra davvero quello che sta tenendo le fila di tutta questa matassa.

Anche nella descrizione che ci hanno fatto le persone del consiglio municipale autonomo di Polhò, praticamente c'è tutta una serie di ricatti che si fondano ovviamente sulla povertà di queste persone, priisti compresi. Un esempio è: "se vuoi avere una vita migliore, guadagnare di più, bisogna che ti aggreghi a noi che facciamo queste scorrerie e tu con i soldi ti puoi comprare sia armi che impossessarti del raccolto e delle proprietà di queste persone cui andiamo a fare i saccheggi", per cui a me, questa cosa, sembra molto legata alla povertà, strumentalizzata ovviamente da alcuni.

La comunità di Acteal, vicina a Chenalhó è distante da Salto de Agua, Tila e Sabanilla dove detta legge il gruppo 'Paz y Justicia' che non ha lasciato neppure entrare la commissione del Fray Bartolomé, dei diritti umani, la stessa che accompagnava il nunzio apostolico Justo Mullor che ha avuto dei problemi ad entrare nelle comunità.

Ecco, devo dire che qui 'Paz y Justicia' non esiste credo, qui le 'guardie bianche' non si denominano, sono dei personaggi che stanno sicuramente al soldo del governatore dello stato, tanto è vero che c'è stata una testimonianza di uno di questi responsabili dei "desplazados", che diceva di aver saputo dai suoi concittadini priisti che c'era stata proprio una riunione a Tuxtla con il governatore dello stato e tutti i presidenti municipali per organizzare questi gruppi armati e per costruire questa guerra civile che è fasulla. I contadini che hanno partecipato alla riunione sono del PRI e sono scappati perché non volevano sottomettersi alla minaccia di reclutamento forzato, quindi è una situazione che sta dilagando e che, per quello che riesco a sapere da qua, non ha un riscontro se non in pochissimi mezzi d'informazione, non dico internazionali, ma nazionali.
Qua c'è solamente La Jornada e poi c'è stato un servizio televisivo che ha fatto Rocha che è andato in onda su Televisa ma l'hanno mandato alle 11.30 di notte...

Poi un'altra cosa che volevo dire è che il 16 sono iniziati i dialoghi, tra virgolette, di pace qua nel municipio tra il comune ufficiale e il consiglio municipale autonomo alla presenza della CONAI, dei Diritti Umani, del Fray Bartolomè, dei responsabili dell'EZLN e dei responsabili dei priisti e con il presidente municipale Arias Cruz che è questo criminale, di cui tutti parlano bene.
Il giorno 16 hanno deciso che il 17 avrebbero formato una commissione di verifica che per due giorni avrebbe dovuto viaggiare per queste località ed andare a vedere qual è lo stato della situazione, vale a dire quante case sono state occupate dai priisti o viceversa, quanti sono stati i danni, quanti i morti, insomma una commissione che doveva fare il punto della situazione.

Bene, il giorno 17, il primo giorno di questa commissione un gruppo di priisti ha fucilato praticamente in mezzo a un sentiero un loro simpatizzante perché non voleva per l'appunto unirsi, ed hanno incolpato di questo 3 contadini dell'organizzazione che si chiama "ABEJAS", di qua del posto, e che è un'organizzazione di contadini e coltivatori.
Fatto questo, il giorno 18 il presidente municipale ha mandato una lettera ufficiale a tutti i membri della commissione dicendo che non si poteva continuare in questo modo e che i dialoghi non avrebbero potuto continuare così perché questo tipo era stato ucciso da dodici persone con relativo elenco dei nomi, in cui compariva un professore che in quei giorni lì stava facendo lezione a San Cristobal de Las Casas.
Una cosa veramente indecente nel senso che la fanno sotto gli occhi di tutti ed il problema è proprio questo: nonostante la stiano facendo sotto gli occhi di tutti nessuno fa nulla.

Questa è la cosa che mi sento di dire, da quello che riesco a capire e vedere da qua...

Questa è la zona attualmente calda, ma mi sembra di capire che c'è tutta la zona nord, Tila, Sabanilla, Salto de Agua dove c'è questa situazione diffusa, ora che siano i priisti, ora che siano le 'guardias blancas', ora associazioni aggregate con la polizia dello stato o addirittura protette dall'esercito federale, comunque sia la situazione è generalizzata in tutte quante le comunità.

Vorrei dire un'ultima cosa, credo che in questo gli zapatisti, mi riferisco a Marcos e all'EZLN come struttura, con il fatto che sia bloccato il dialogo a livello centrale, diciamo così, costituisce il pretesto e l'occasione affinché queste cose continuino.
Ripeto, qua il dialogo l'avevano cominciato e, dopo 24 ore, di fatto è sospeso perché nessuno riesce più a muoversi, e questa è una comunità piccola, di 14.000 abitanti ma la situazione è molto sentita soprattutto nelle montagne, nel nord.
Tra l'altro, mi dice adesso Alessandro, e l'avevano anche detto quelli arrivati stanotte da Acteal, questi 'desplazados' che hanno proprio dei piani alla luce del sole, nel senso che dopo che questi erano scappati dalla comunità di Pexequil qualcuno aveva sentito che i priisti stavano organizzando questo massacro, che è regolarmente avvenuto oggi, ed alcuni hanno sentito che addirittura vogliono attaccare Ocxet, che è un piccolo villaggio, più propriamente un quartiere di Polhò dove siamo ora ma dove ci sono circa 400 sfollati della società civile che noi abbiamo visitato nei giorni scorsi.
Quindi possiamo dire che la situazione è generalizzata e credo che dipenda dal fatto che Zedillo non vuole trattare, insomma c'è una ripercussione a catena fino alle minime conseguenze dei piccoli villaggi come questo."

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