La Jornada del 23 aprile 1998
José Gil Olmos e David Carrizales, corrispondente ¤
L'Istituto Nazionale di Migrazione è arrivato all'espulsione
di 28 stranieri localizzati in Chiapas quest'anno. Suren Nagel,
di origine tedesca - che risiedeva in questa regione dal 1979
-, è il più recente caso di deportazione effettuata
dalle autorità messicane al verificare che il suo visto
di turista non era mai stato regolarizzato.
Il cittadino europeo era uscito dal paese nel 1993 in direzione
del Centroamerica e un anno dopo è ritornato in Chiapas
passando per le lagune di Tzizcao in maniera illegale. D'accordo
con l'informazione ufficiale, da quattro anni era rimasto quindi
in Messico senza documenti lavorando artigianalmente e in agricoltura,
senza una residenza fissa. E' stato arrestato lunedì 20
aprile nel municipio di Venustiano Carranza ed espulso martedì
scorso.
Da parte loro, i cittadini statunitensi Jeffry Conant, Michael
Sabato e Travis Blaize, espulsi il 12 aprile per la loro presunta
partecipazione nell'installazione del municipio autonomo Ricardo
Flores Magón, nella comunità di Taniperlas, hanno
annunciato che intraprenderanno una campagna contro "le bugie"
del governo messicano. Prima si riuniranno con congressisti e
politici in Washington e poi chiederanno il loro intervento e
che si sospendano gli aiuti militari al Messico.
Hanno insistito nella "prefabbricazione" dei reati che
sono stati loro addebitati ed hanno ribadito che la loro espulsione
è dovuto al fatto di "aver presenziato ad un'operazione
militare in cui le autorità non volevano testimoni".
In un fax hanno informato che saranno aiutati da specialisti in
affari politici internazionali affiliati all'ONU, per richiedere
alle autorità messicane, che "ci hanno picchiato,
minacciato e tenuto senza poter parlare con nessuno per 36 ore".
Intanto il commissario del INM, Alejandro Carrillo Castro, ha
affermato che si è parlato molto dell'espulsione di stranieri,
ma la politica di migrazione messicana non si ferma al controllo
degli immigranti, invece offre agevolazioni al loro ingresso.
Come esempio ha segnalato che negli ultimi tre anni di questa
amministrazione sono stati concessi 6 mila 232 permessi di immigrazione,
che rappresentano il 75 per cento dei permessi concessi nel sessennio
scorso.
Il funzionario ha ribadito che "la politica di migrazione
del nostro paese vuole distinguersi in un chiaro senso umanitario
e di difesa dei Diritti umani degli immigranti senza distinzione
né di paesi di origine né di qualità di migrazione".
Carrillo Castro ha riparlato della decisione del presidente Ernesto
Zedillo di impedire l'ingerenza straniera negli affari nazionali.
"Il Messico - ha affermato - è rispettoso dei Diritti
altrui, riconosce e rispetta i Diritti di tutte le persone che
ci visitano o vivono con noi, però richiede che non si
attenti contro le nostre leggi né contro la nostra sovranità".
La politica di migrazione del presidente Zedillo dimostra "inoltre
di avere un chiaro senso umanitario e si orienta nel senso di
offrire un'apertura verso il resto del mondo", ha detto.
(a cura del Comitato Chiapas di Torino)
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