Relazione EZLN sulla consulta

Incontro Società Civile-EZLN

Fratelli e sorelle:

Vogliamo dirvi la nostra parola sulla Consulta per l'iniziativa di legge indigena della Cocopa.

Vogliamo che conosciate il nostro pensiero perché sappiate come noi vediamo la consulta.

Nella nostra Quinta Dichiarazione della Selva Lacandona, noi abbiamo chiamato tutto il popolo del Messico a che si mobilitasse per il riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni e contro la guerra di sterminio del governo messicano.

Non convocammo per un atto solamente.

Non convocammo per realizzare un'azione e nient'altro.

Convocammo a una mobilitazione.

E questo è l'importante perché noi pensiamo che la consulta debba essere una grande mobilitazione dei messicani, parte del movimento nazionale per il riconoscimento dei diritti indigeni e contro la guerra.

Perciò pensiamo che tutto ciò che si fa debba essere una mobilitazione in sé e debba far parte della mobilitazione di cui parla la Quinta Dichiarazione.

Vediamo, per esempio, che la preparazione di questo incontro della società civile e dell'EZLN è stata una mobilitazione, perché hanno dovuto muoversi molte forze per ottenere tutto ciò di cui si necessitava, per diffondere l'incontro, per occuparsi della sicurezza di tutti noi, per organizzare i tavoli di lavoro, per l'alimentazione, per il riposo, per poterci parlare ed ascoltare l'un l'altro.

Inoltre vediamo che questo incontro è una mobilitazione perché sono venute persone da varie parti del Messico per essere presenti e molte altre stanno attente su ciò che qui si dice e su come ci si accorda.

Allora, vi diciamo che noi pensiamo che il passo successivo è un'altra mobilitazione in tutto il paese per preparare la consulta e poi un'altra mobilitazione per fare la consulta e poi un'altra per far conoscere i risultati a tutti e poi un'altra mobilitazione perché questi risultati siano ascoltati e soddisfatti dal Congresso dell'Unione.

Per questo vi diciamo che sempre terremo in considerazione gli accordi sulla consulta a cui tutti arriveremo, che si abbia mobilitazione, che non si pensi ad un solo modo di diffondere la consulta, o solo ad un solo modo per farla, né ad un solo atto per far conoscere i risultati o perché il Congresso li soddisfi.

Vi chiediamo di pensare in ogni momento ad una mobilitazione dal maggior numero di persone, in tutte le parti del paese, inclusi i messicani all'estero, e a molti modi per parteciparvi.

Nei nostri accordi sulla consulta dobbiamo considerare che possono partecipare tutti quelli che vogliono farlo e non solo alcuni.

Dobbiamo prendere in considerazione che possono partecipare messicani e messicane, non importa dove vivono o lavorano. Che possono partecipare i messicani e le messicane che vivono e lavorano nella città o nella campagna del nostro o di altri paesi.

Che possono partecipare gli indigeni, gli operai, i contadini, gli impiegati e i cittadini, gli studenti, i maestri, i disoccupati, gli autisti, i detenuti, gli omosessuali, le lesbiche, quelli che stanno in pensione, i disabili, i bambini, gli anziani, le bande, i messicani che vivono all'estero, i religiosi, gli impresari, gli artisti e gli intellettuali, gli statali, i deputati e i senatori, i membri della Cocopa; tutti i messicani e le messicane senza che importi la loro età, il loro sesso, il loro colore, la loro cultura, la loro posizione politica, il loro credo religioso, la loro posizione sociale, il loro nome, la loro faccia o la loro dimensione.

Nei nostri accordi sulla consulta dobbiamo tenere in conto che tutti possano partecipare nel modo e al livello che vogliono.

Non dobbiamo dire che si può partecipare in un solo modo, ma in molti modi.

Se qualcuno vuole partecipare con un'opinione o con una moneta, o con una canzone o con una poesia, o con un disegno, o con una marcia, o con un'assemblea, o con un veicolo o con una mano, o con un sorriso o con una barzelletta, o con un pochino di tempo o con molto tempo, o con molto lavoro o con solo un poco di lavoro.

Noi pensiamo che se facciamo un accordo molto ampio, aperto e includente, allora parteciperà e si mobiliterà molta gente.

E se si mobiliterà è perché è d'accordo a che si chieda e si consideri la sua opinione.

Anche questo chiediamo dalla consulta, ossia che sia parte dello sforzo di tutti quelli che si preoccupano di fare un altro tipo di politica dove si tiene conto di ciò che dice la gente e che quello che la gente pensa, sente e dice deve essere la direzione da seguire.

Noi pensiamo che il popolo del Messico abbia un pensiero proprio, sappia che la lotta per i diritti indigeni è buona e sappia che la guerra contro gli indigeni è cattiva e che voglia dare la sua impressione su questo argomento.

Però non solo perché è preoccupato per tutto ciò che succede agli indigeni, ma anche perché il popolo vuole essere ascoltato e lotta per essere ascoltato, e questa deve essere un'opportunità perché il nostro popolo parli e sia ascoltato, e noi dobbiamo cercare il modo e la forma perché il nostro popolo possieda il modo e la forma per farsi udire e far sentire il peso del proprio pensiero.

Per questo diciamo che la consulta è parte della lotta del popolo messicano per la democrazia.

Perché è un modo che fa capire ai governanti quello che pensa e vuole il popolo.

Diciamo anche che la consulta sia parte della lotta del popolo messicano per la democrazia.

Perché le richieste dei popoli indigeni sono richieste dei messicani, e sono giuste, come sono giuste le richieste degli operai e dei contadini, dei cittadini e delle casalinghe, degli studenti e dei maestri, dei giovani e delle donne, dei bambini e degli anziani, di tutti i messicani.

Diciamo anche che la consulta è parte della lotta del popolo messicano per la libertà, perché un popolo che non può farsi udire è un popolo schiavo. Perché parlare ed ascoltare con il cuore e la testa è ciò che ci rende degli esseri umani. E nessun uomo o donna nasce per essere schiavo.

Allora vogliamo dirvi che pensiamo che la consulta debba essere:

Fratelli e sorelle della società civile:

Vogliamo dirvi che abbiamo cinquemila delegati zapatisti pronti a coprire tutto il territorio nazionale. Abbiamo duemila cinquecento compagne e duemila cinquecento compagni preparati per andare a diffondere e realizzare la consulta. Un uomo e una donna zapatisti per ciascun municipio del paese. Tutti e tutte loro sono disposti e disposte a rischiare la loro vita, la loro libertà, i loro beni, per portare il messaggio della consulta ovunque. Sono disposti a superare la fame e la malattia, ad andare a cavallo o su un asino, o in treno o in camion, o in carro o in aereo, o in nave o in elicottero, o in bicicletta o a piedi per arrivare in tutti i municipi, non importa quanto siano distanti o quanto ci si impieghi ad arrivare.

Inoltre vi diciamo che questi nostri cinquemila delegati non vengono nei municipi per parlare o incontrarsi solo con determinati gruppi politici o di credo, ma che vengono per incontrare e parlare con tutti quelli che vogliono partecipare alla consulta, senza che importi il loro colore, il loro partito, la loro dimensione, la loro lingua, il loro sesso, la loro religione o la loro età.

Questa è la nostra principale relazione a questo tavolo sulla consulta:

Cinquemila delegati zapatisti per promuovere e realizzare la consulta, duemila cinquecento sono maschi e duemila cinquecento sono donne.

La mobilitazione per la consulta è già iniziata e ci sono cinquemila zapatisti che si stanno preparando per coprire tutto il territorio nazionale.

E' la nostra parola, fratelli e sorelle della società civile.

Democrazia, Libertà, Giustizia

Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale


(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico, Brescia)

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