22 luglio 1997 El Indiano
Qui non c'era nulla, cioè una cascina occupata, ma quello
che interessava non era la casa, gli occupanti abitano a Puerto
Serrano, lì hanno le case, ma non hanno terra ed è
questa che interessa loro. Perché sono degli stagionali:
le donne vanno per la raccolta delle fragole, uomini e donne per
la raccolta delle olive e della barbabietola da zucchero. La più
dura è proprio, anche se non sembrerebbe, quest'ultima.
Una volta gli stagionali partecipavano anche alla mietitura del grano, che adesso è totalmente meccanizzata, e pure a quella, molto dura, del cotone.
Però anche questa si sta meccanizzando e così, diminuendo
il lavoro stagionale, aumenta la disoccupazione e la fame di terra...
Ma il fenomeno più eclatante è quello che succede nel mese di maggio. Qui nella provincia di Cadice non ci sono fragole, le fragole sono nella provincia di Huelva, così quando inizia la raccolta, tutte le donne di Puerto Serrano spariscono e il paese sembra abbandonato. Vanno a finire in una cascina tipo questa di El Indiano, dove dormono nella "nave", cioè nello stanzone più grande, quello che durante il Tavolo sulla terra e l'ecologia verrà usato come "comedor".
La cascina era in marzo in condizioni spaventose, solo una piccola
stanza era stata riattivata per riunioni, mangiare, riposare.
Per il resto era tutto da ripulire, da ristrutturare, da ...inventare.
Il primo lavoro, proprio da settimana di Pasqua, è stato quello di spalare sterco, in tutta la cascina ce n'era per un mezzo metro d'altezza... e poi grano che è stato messo in sacchi e portato via, macchine e pezzi di macchine inutilizzate o inutilizzabili, di tutti i tipi.
Si è dovuto pian piano iniziare a vuotare uno spazio per
cominciare a pulire e dar la calce, e ridarla, e ridarla ancora,
per poi passare ad un altro locale, e così via... un lavoro
lento di cui non si vedeva la fine.
Erano all'inizio un gruppo di una ventina di persone che aveva
da subito contattato muratori professionisti, idraulici, elettricisti...
tutti volontari, per iniziare a dare forma al progetto, che aveva
un senso aldilà dell'Incontro. Infatti questa ristrutturazione
servirà alla cooperativa degli occupanti per creare chissà...
un camping, un agriturismo, o qualcos'altro ancora, visto che
vicino c'è anche una bella pista ciclabile e il paesaggio
è incredibilmente bello.
È vero, avrebbero potuto risparmiare molto sforzo e fatica
se avessero deciso di affittare una struttura già pronta
e ce ne sarebbero state qui in El Indiano, però quei soldi
che spendevano per l'affitto erano persi una volta per sempre,
mentre qui rimane una struttura che merita, qualcosa che la cooperativa
degli occupanti non ha mai avuto e non avrebbe mai potuto avere...
Nella settimana pasquale erano così già arrivati
i primi professionisti della ristrutturazione: un falegname,
un elettricista, un muratore, un architetto, un idraulico ed hanno
percorso in lungo e in largo la cascina, il terreno intorno ed
ognuno ha disegnato il suo pezzo, inventando tutto da capo: le
fognature, i lavandini, i lavatoi, bagni, le docce, l'impianto
elettrico, le finestre, le porte, i muri divisori, i pavimenti...
Tutto è stato pensato con attenzione per l'ambiente, come
per esempio lo scolo delle fognature, dove si è scavato
per decine di metri e preparato una fossa nera da svuotare per
non gettare direttamente nel torrente e si è installato
un sistema di filtraggio per i grassi provenienti dagli scoli
delle cucine e dei bagni. Si è fatto attenzione insomma
a tutti i prodotti e mezzi utilizzati, evitando al massimo l'inquinamento
ambientale.
All'inizio, oltre tutto, non c'erano ancora fondi, ma erano indispensabili per iniziare a lavorare... così ci si è valsi delle buone relazioni con altri gruppi e comuni dei dintorni e di tutta l'Andalusia. Negozianti hanno dato a credito, mezzi e materiale per iniziare i lavori, un gruppo cattolico si è occupato di procurare tutta l'infrastruttura ed i materiali per le docce (bellissime con mattonelle da museo), il comune di Utrera ha dato altro... in una sequela senza fine di collaborazioni volontarie e gratuite.
E poi c'era ogni sera qui, dopo il lavoro, c'era l'assemblea,
in cui si faceva il punto della situazione, si studiava chi contattare,
a chi chiedere aiuto, come allargare il giro a tutto l'Andalusia,
tenendo rapporti continui con l'amministrazione di Puerto Serrano
e naturalmente con loro, con i cooperativisti dell'Indiano, che
pur impegnati nel loro lavoro salariato hanno dato tutto il tempo
che avevano soprattutto nei fine settimana.
Praticamente dall'inizio di giugno c'è sempre stato qualcuno fisso qui, dalla decina alla ventina di persone, che gradualmente da luglio nei fine settimana arrivavano al centinaio, da tutta l'Andalusia... distribuiti nei vari incredibili lavori per arrivare al risultato finale, che vedremo nell'Incontro.
Mi sono messa a scrivere questo perché forse chi arriverà
non potrà rendersi conto del lavoro di relazioni, di convivenza,
pratico e pure duro, che è stato fatto qua...
È un'impresa che assomiglia alla costruzione di una Aguascalientes,
però nel sudovest dello "stato spagnolo"...
Un abbraccio a tutti
e ... arrivederci a El Indiano per la Chiusura
Renza

Indice del 2° Incontro Intercontinentale