INTERVISTA AL SEGRETARIO GENERALE DI AMNESTY INTERNATIONAL

VOGLIONO ELIMINARE I TESTIMONI

Pierre Sané Segretario Generale di Amnesty International

Il dirigente di una delle più prestigiose organizzazioni per i diritti umani, dichiara che arrestare ed espellere gli osservatori internazionali, significa che il governo messicano cerca di risolvere il problema Chiapas a porte chiuse e, questo è pericoloso, perché si può pensare che abbia cattive intenzioni …

Luis Vázquez / Corrispondente di REFORMA / Ginevra, 21 aprile 1998

Pierre Sané, segretario generale di Amnesty International (AI), ha dichiarato che l'espulsione dal Chiapas, in quest'anno, di 24 osservatori internazionali per i diritti umani, "significa la possibilità di una recrudescenza della violenza, ma questa volta a porte chiuse".

Intervistato da REFORMA, il massimo dirigente dell'importante organizzazione internazionale - con sede a Londra - ha aggiunto che la comunità internazionale si aspetta che la tendenza prevalente in seno al governo federale messicano, sia il rispetto degli obblighi giuridici internazionali.

Conoscitore diretto della situazione messicana, Sané si è recato nel paese nella seconda metà dell'anno scorso e, nonostante diversi tentativi, non è riuscito ad avere alcun colloquio con il Presidente Ernesto Zedillo.

D. Quale è stata la sua reazione alle recenti espulsioni degli osservatori internazionali per i diritti umani in Messico?

R. Devo riconoscere che ci sono due cose che mi hanno colpito del Messico, recentemente. La prima è che queste sono espulsioni di osservatori pacifici… ma non riesco a comprendere bene le ragioni del governo messicano. Afferma che si intromettono in questioni interne che competono ai messicani. Ma, che cosa vuole dire questo? Che cosa significa intromettersi in questioni interne? Il governo messicano afferma che violano la Costituzione della Repubblica.

L'altra cosa che mi ha colpito è stata l'arresto, del generale Francisco Gallardo Rodríguez, per mancanza di assistenza. Stiamo parlando proprio di questo qui alla Commissione per i Diritti Umani dell'ONU: della mancanza di assistenza a persone che si trovano in pericolo. Questo è un dovere dell'esercito e, se l'esercito permette questo, è complice di un crimine. In Messico si è arrestato questo generale, ma è un gesto piccolissimo.

Ma, da un altro lato, arrestare ed espellere osservatori internazionali, significa che c'è una tendenza verso la reclusione in Messico. Sono stato in Messico nell'ottobre del 1997. Prima che arrivassi, ci sono stati rappresentanti di organizzazioni non governative internazionali che sono stati espulsi. Quindi, si osserva una tendenza a risolvere il problema Chiapas a porte chiuse, e questo è pericoloso.

D. Perché?

R. E' pericoloso perché si vogliono eliminare testimoni internazionali. E, se si eliminano i testimoni internazionali, significa che si hanno cattive intenzioni.

D. Il governo federale sostiene che i messicani sono sufficientemente adulti per aver bisogno di chiedere aiuto all'estero. Afferma che i messicani sono in gradi di risolvere da soli il problema Chiapas.

R. I messicani probabilmente sono adulti, ma non il governo. Per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, non ha mostrato il proprio grado di responsabilità. Il governo messicano non ha mostrato rispetto delle convenzioni internazionali. Di conseguenza, non possiamo lasciare tutto questo solo nelle mani del governo messicano.

D. Pensa che il governo messicano si vedrà sempre più isolato?

R. Sì. Vuole isolarsi dal mondo. Come in qualsiasi governo, penso che esistano diverse tendenze. Alcune rivolte ad azioni come l'arresto del generale (Gallardo), che spingono per l'espulsione; tendenze dure. (Ma) ci saranno anche tendenze che spingono ad un'apertura dei negoziati con il subcomandante Marcos e l'EZLN.

D. Pensa che si possa risolvere pacificamente il problema Chiapas?

R. E' molto difficile rispondere a questo... molto difficile. Lo ripeto: il fatto che si espellano osservatori internazionali significa che non si vuole che le azioni in Chiapas si svolgano pacificamente. Il fatto che si metta in discussione l'esistenza dei municipi autonomi che era più o meno riconosciuta (implicitamente tra il governo ed i ribelli), significa che c'è una recrudescenza della violenza. Ma questa volta, a porte chiuse


(tradotto dal Comitato "capitana Maribel" - Bergamo - maribel@uninetcom.it)

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