LA JORNADA DI OGGI:

LE ULTIME DAL CHIAPAS E DAL MESSICO

La Jornada di oggi giovedì 22 gennaio 1998 intesta la prima pagina al Papa in viaggio a Cuba e gli dedica la foto, però poi tutti gli altri articoli sono sulla situazione in Chiapas e ce n'è una serie infinita:

Vi leggiamo solo qualche titolo più significativo sull'attuale situazione:

  1. La Sedena continua a ribadire che la legge federale sul ritiro delle armi e degli esplosivi si sta applicando in Chiapas "senza ALCUNA eccezione" , in realtà questo significa che vogliono il disarmo dell'EZLN e non dei paramilitari, che loro hanno armato e che continuano a proteggere.

  2. Dopo una riunione col governatore del Chiapas esce fuori la definizione che l'EZLN strumentalizza per scopi politici i profughi di Chenalhó.

Poi la Jornada dedica la sua seconda foto di prima pagina ad un pellegrinaggio a San Cristóbal de las Casas fino alla Basilica di Guadalupe, dove c'è stata una celebrazione per la pace in Chiapas.

  1. Salazar Mendiguchía chiede di non minimizzare il conflitto in Chiapas ed afferma che ci piaccia o no, il conflitto si è già internazionalizzato, e questo in risposta alle affermazioni governative che pretendono che non ci sia ingerenza negli affari interni del Messico, come denuncia anche Marcos nell'ultimo comunicato pubblicato ieri.

  2. Il 4° articolo è sui Profughi di Polhó che denunciano. "Adesso ci vogliono uccidere con medicine che sono scadute!".

Su questo articolo ci soffermiamo un poco perché ci sembra fin troppo significativo.


Tutto il carico di medicine di un TIR della Croce Rossa Messicana è stato rifiutato dal consiglio municipale autonomo di Polhò perché inservibile.

"Non ci hanno potuto ammazzare con le armi ed ora ci vogliono ammazzare con medicine scadute" dice il promotore di salute, col passamontagna, mostrandole ai giornalisti.

Il responsabile della spedizione cerca di spiegare che lui l'ha ricevuta dalla Croce Rossa, che non sa da dove vengono e che l'hanno trasportata per 2 mila chilometri fino a lì senza prima verificarle, inoltre aggiunge che le medicine possono servire ancora, anche se sono scadute.

Così la Croce Rossa Messicana tenta di lavarsi le mani, ridistribuendo le medicine raccolte per altri disastri, come quello dell'uragano Paolina.

Luciano, coperto con un paliacate, parla energicamente vicino al TIR. Si rivolge ai giornalisti, agli inviati della Croce Rossa, alle decine di indigeni e osservatori presenti e dice:

"Non accettiamo queste schifezze. Che lo sappiano bene sia il governo che la Croce Rossa".

I contadini di Polhó sono offesi. Fanno loro pressioni perché accettino gli aiuti, li accusano di "inquinare" le azioni d'aiuto ed alla fine poi li trattano da "mendicanti".

Il TIR, finalmente, chiude i portelloni e se ne ritorna da dove è arrivato con le sue casse adesso tutte in disordine.

Alcune decine di casse di medicine rimangono in Polhó. Molte contengono soluzioni per endovena che scadono già a marzo. Nessuna farmacia accetterebbe di venderle. Altre contengono un antibiotico di fabbricazione statunitense, che è scaduto da tre mesi, e il cui nome è totalmente sconosciuto e non assomiglia a nessun medicinale noto in Messico.

"Questo antibiotico qui devono averlo mandato per il terremoto del 1985!" commenta una osservatrice.

Il promotore in passamontagna, conclude: "Non possiamo nemmeno accettare l'acqua. Non abbiamo fiducia in loro".


  1. Il 5° articolo afferma che varie organizzazioni chiedono l'intervento della Croce Rossa Internazionale per l'aiuto ai profughi

  2. Il 6° articolo denuncia che i profughi sono tenuti sotto stretta vigilanza

  3. Nel 7° articolo si documenta come ad un mese dal massacro in Acteal il Chiapas continua ad essere sempre più militarizzato

  4. Nel parlamento di Città del Messico l'opposizione chiede che sia data soluzione in fretta al problema del Chiapas

  5. Samuel Ruiz e Raúl Vera, vescovi di San Cristóbal, dichiarano nuovamente che la violenza in Chiapas è sapientemente dosata con la compiacenza delle autorità

  6. Intanto i pellegrini nella Basilica di Guadalupe reclamano per la soluzione pacifica del conflitto

Oltre ai precedenti sono ancora altri 14 gli articoli annunciati dalla prima pagina de La Jornada sempre sul Chiapas.

Fra questi si annuncia la formalizzazione dell'arresto dei 22 poliziotti che hanno sparato contro i manifestanti vicino ad Oventic, causando la morte della compagna Guadalupe.

Si annuncia una carovana di oltre mille studenti universitari della UNAM, della UAM e della Scuola Nazionale di Antropologia e Storia che porterà viveri e medicine in Chiapas. Mentre le mobilitazioni continuano a Città del Messico con un miting anche oggi a mezzogiorno, con il proseguimento di raccolta firme, oltre che di viveri e di medicinali.

Per terminare, la Jornada annuncia che domani il suo inserto più prestigioso che si chiama PERFIL sarà interamente dedicato al Chiapas ed avrà come titolo "Ad un mese da Acteal".

(a cura del Comitato Chiapas di Torino)

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