Dalla Jornada del 21 febbraio 1998

Hermann Bellinghausen, inviato, La Realidad, Chiapas, 20 febbraio ¤ Le voci di contadini tojolabales e tzeltales hanno risuonato questa mattina nel Aguascalientes, per esprimere le loro condizioni di vita sotto l'occupazione militare. Centinaia di abitanti di Guadalupe Tepeyac hanno reso testimonianze inoltre sull'attuale vita in esilio.

Una manifesta assenza di effettivi del Esercito federale ha dato il passo verso questa comunità alla Commissione Civile Internazionale di Osservazione per i Diritti Umani. Ritirati nei loro Quartieri generali come se non ci fossero i soldati distaccati in Nuovo Mamón, Vicente Guerrero, Guadalupe Tepeyac, e ai bordi del rio Euseba sono rimasti nascosti ieri e oggi.

In attesa degli osservatori europei, i pattugliamenti terrestri sono stati sospesi tre giorni fa, e da ieri sono stati interrotti i pattugliamenti aerei, nonostante oggi si sia udito sopra le nuvole il rumore di un motore di aereo che non ha potuto essere avvistato.

La missione internazionale è arrivata ieri sera a La Realidad, dopo di essere fermata per più di due ore da personale dell'Istituto Nazionale di Immigrazione nell'ejido Zaragoza. Una trentina di osservatori italiani, spagnoli e greci hanno sopportato un trattamento severo da parte del personale migratorio, e a uno di loro, l'italiano Federico Mariani, è stato ritirato il visto per presunta ``ribellione'', ed è stato invitato a presentarsi negli uffici dell'INM a San Cristóbal de Las Casas.

Gli osservatori erano accompagnati dagli avvocati María Luisa Campi e Bárbara Zamora, segretarie rispettivamente in Relazioni Estere e in Materie Indigene, della Associazione Nazionale degli Avvocati Democratici (ANAD), che sono stati ``accusati'' di ``tradimento alla patria'' dall'immigrazione. Questo, dovuto al fatto sia di agire in deifesa di Mariani, che per essere con gli osservatori.

Prima, le avvocatesse erano state obbligate a scendere dal microbus dove viaggiavano gli stranieri, ``perché lì non potevano esserci messicani ''.Gli europei sono stati costretti a farsi riprendere, uno per uno, dalla macchina fotografica della polizia migratoria, ``come se fossimo ladri '', ha dichiarato oggi una donna italiana, offesa dal ``patriottico'' atteggiamento del INM.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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