La Jornada 20 ottobre 1998
Saranno benvenuti tutti gli osservatori di diritti umani: Solìs Càmara
José Gil Olmos - Il governo messicano "non ha nulla da nascondere e dà il benvenuto a tutti quegli osservatori di diritti umani che volessero visitarci e recarsi in Chiapas", ha affermato il sottosegretario per la Popolazione e per gli Affari Migratori della Segreteria Governativa, Fernando Solìs Càmara.
Dopo la consegna della "carta degli immigrati" a 35 stranieri, ha insistito sul fatto che "non si porranno limiti" agli osservatori di diritti umani che provengano da altri paesi, che verranno solo messi a conoscenza delle restrizioni stipulate dalla Costituzione.
"Quello che noi ci auspichiamo é che siano gruppi o persone che, in effetti, abbiano esperienza in questa materia, perché "l'osservazione" di quello che succede in un paese é una cosa molto delicata e le persone che vengono a realizzare questo tipo di attività devono avere esperienza", ha precisato Solìs Càmara.
Ha aggiunto che la politica del governo messicano sugli osservatori stranieri é di "apertura", perché possano realizzare il loro lavoro non solo in Chiapas, ma anche in tutto il territorio nazionale, "sempre che si attui con le regole di cui stiamo informando opportunamente", ha precisato.
Inoltre ha segnalato che sono stati concessi permessi di "osservazione" al gruppo del Partito della Sinistra Unita di Spagna e un altro per il vice ministro delle Relazioni Esteriori britannico, Tony Lloyd, che visiteranno il Chiapas.
Infine ha assicurato che da quando, nel maggio passato, sono state informate le ambasciate e i consolati del Messico nel mondo sulle restrizioni costituzionali e legali a cui possono essere soggetti osservatori stranieri che realizzino attività politiche, " non si sono mai avuti problemi".
José Gil Olmos - Il Chiapas é uno dei 24 conflitti ad alta e bassa intensità che esistono nel mondo e in Europa vi é la preoccupazione che il governo messicano opti per la via militare, dovuta al fatto che, nella zona vi é la presenza di 70 mila soldati e il processo di negoziato si é fermato, ha segnalato Billie Meyers, deputato del Partito della Sinistra Unita di Spagna, il quale é a capo del gruppo dei 12 osservatori di diritti umani di questo paese, che realizzerà un viaggio in quei luoghi.
Il gruppo si é riunito ieri per più di due ore con il coordinatore governativo per il dialogo, Emilio Rabasa, a cui hanno chiesto dati sulla situazione in Chiapas, dove andranno questa settimana per constatare la situazione nelle comunità situate nella zona del conflitto e di quelle colpite dalle piogge torrenziali. Più tardi si sono riuniti con i membri della Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa), per raccogliere le informazioni necessarie ed elaborare la loro relazione sui diritti umani, che presenteranno la prossima settimana.
Durante la sua permanenza in Chiapas, il gruppo di osservatori, tra cui si trovano due deputati, autorità economiche e rappresentanti di gruppi di solidarietà, ha in programma viaggi alle comunità di Taniperla, Polhò, La Realidad e Morelia, la visita ai prigionieri di Cerro Hueco, riunioni con il vescovo Samuel Ruiz Garcìa e con rappresentanti di organizzazioni non governative.
La riunione con Rabasa é stata ampia e sono stati toccati temi come i diritti umani, gli aiuti destinati alle comunità chiapaneche, la situazione dei municipi autonomi e il risultato delle ultime elezioni. D'accordo con l'informazione ufficiale, il funzionario governativo ha assicurato agli osservatori spagnoli che, l'Esercito Messicano é un "esercito per la pace" e che la strage di Acteal fu causata da un conflitto tra comunità, originato da una disputa per il territorio.
Secondo il deputato di Sinistra Unita, durante l'incontro con Rabasa, questi ha negato che in Chiapas vi sia un numero eccessivo di militari, e basandosi su informazioni del Potere Legislativo, ha affermato che non sarebbero 70 mila, ma solo un terzo della cifra menzionata, Quindi, approssimativamente 25 mila soldati.
Durante la conferenza, Meyers ha menzionato la sua partecipazione come osservatore in altri conflitti, come quello della Bosnia, ed ha affermato che in ognuna di queste situazioni é fondamentale il lavoro dell'osservazione internazionale, per il processo di negoziato. Ed ha aggiunto che nel momento in cui si inizia una trattativa di pace, uno dei principi fondamentali é quello di ridurre la forza militare.
Per quanto riguarda l'informazione sostenuta da Rabasa sulla militarizzazione in Chiapas, il parlamentare non si é mostrato discorde, ma ha comunque avvertito che, come in altri conflitti, il gruppo di osservatori si rivolgerà ad altre fonti di informazione per verificare la versione ufficiale.
Per Meyers, i comunicati del EZLN sull'incontro con rappresentanti della società civile, sono un buon inizio per recuperare il dialogo e aiutano a sgomberare dai "nuvoloni", con i quali é arrivata la delegazione degli osservatori, rispetto alla sospensione del processo di pace. Inoltre, ha riconosciuto che l'appello zapatista si rivolge solamente ai gruppi civili e alla Cocopa, ma non al governo, "il quale deve avere invece una parte importante e non restare assente".
Ha desiderato aggiungere che il gruppo parte con l'idea di fare un lavoro serio, perché "ha un ruolo chiave nella soluzione" di un conflitto, ha detto. Per questo ha rifiutato la critiche su alcuni gruppi di osservazione che verrebbero solamente a fare "turismo rivoluzionario".
Per quanto riguarda una possibile riunione con il comando zapatista, Meyers ha affermato che saranno aperti a qualsiasi contatto, perché il loro lavoro deve poter contare sulla maggiore informazione possibile ed elaborare raccomandazioni complete ed obbiettive.
Meyers ha parlato anche dell'intenzione di valutare i danni provocati alle comunità chiapaneche dalle piogge, per insistere presso l'Unione Europea in modo che ci sia un aiuto importante alla zona per mezzo dei programmi di investimento.
Da martedì in poi, il gruppo degli osservatori viaggerà per il Chiapas e fino ad ora non hanno nella loro agenda nessun appuntamento con il governatore dello stato.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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