La Jornada – Sabato 10 gennaio 2009
Hanno cercato di entrare con la forza ed hanno chiesto di vedere dei rappresentanti
TENSIONE NEL CARACOL PER L’ARRIVO DI 220 ELEMENTI DELLA ORCAO

HERMANN BELLINGHAUSEN

Ejido Morelia, Chis. 9 gennaio - Provenienti da Sibacá (Ocosingo), alle 8 circa sono arrivate 50 persone dell’Organizzazione Regionale dei Coltivatori di Caffè di Ocosingo (Orcao) a bordo di tre camion fino ai cancelli del caracol zapatista e, colpendoli, hanno cercato di entrare con la forza. Non sono riusciti a rompere la catena ed hanno desistito. Nelle ore successive sono arrivati altri veicoli. Alle 11 erano orami 220 persone e 19 tra camion e furgoni. Tra grida e minacce, guidati dal dirigente José Pérez Gómez, chiedevano di entrare per parlare con la giunta di buon governo (JBG).

In realtà, la JBG aveva accettato di discutere con la Orcao la proprietà del podere Chijtal, terre recuperate dalle basi zapatiste nel 1994 nella regione autonoma Che Guevara del municipio Lucio Cabañas, e che reclama l'organizzazione di coltivatori di caffè, di filiazione perredista.

"Loro si sono spaccati e le terre sono rimaste nelle mani dell'EZLN. Le terre recuperate sono già state misurate ma c'è stato un accordo per aprire una discussione con i fratelli della Orcao", ha detto la JBG a La Jornada.

La JBG aveva acconsentito a ricevere 15 rappresentanti della Orcao, ma questi insistevano per 30, adducendo che era il numero di comunità presenti, anche se quelle dichiarate sono solo 12, come risulta dal documento, completo di timbri e firme, lasciato in terra fuori del caracol. Il clima era teso. Minacciavano di irrompere nella sede autonoma. Presto sono iniziati ad arrivare veicoli con basi di appoggio zapatiste delle comunità della regione Tzot'z choj che sono entrati direttamente nel caracol, senza scontrarsi con i contadini tzeltales, che si sono dichiarati perredisti o priisti.

Col gruppo dell Orcao c'erano anche Nicolás López Gómez, Leticia Sántiz López e María Cleopatra Carrillo Cabrera, rappresentanti di Unorca e dela denominata Commissione delle Donne. Hanno accusato la JBG di "non avere buona volontà non ricevendo la commissione proposta". Più tardi, la stessa JBG dichiarava che "la commissione proposta" era una provocazione, ma non si sono mai rifiutati di ricevere quelli della Orcao. "Li stavamo aspettando per una riunione". In realtà, Orcao aveva mancato ad un appuntamento precedente.

Un altro problema era nell'aria, benché non in relazione con quanto si doveva discutere. Data lo scorso 26 novembre, quando Juan Urbina, dipendente di una ditta costruttrice di Macuspana (Tabasco), con un contratto del costruttore López Flores, di Yajalón (Chiapas), distrusse col suo macchinario la tubatura che porta l'acqua nella comunità Patria Nueva, vicino a Sibacá e sede della regione Primero de Enero del municipio autonome Lucio Cabañas, dove abitano zapatisti e "orcaisti".

Il dipendente e l'impresa si erano impegnati a riparare il danno sia sulla tubatura che sulle strade del villaggio. Patria Nueva è da un mese e mezzo senza acqua. Non l'hanno fatto. Neanche "il problema non è nemmeno con la Orcao, ma con la compagnia", ha spiegato più tardi un membro della JBG circondato dai suoi compagni.

Dopo settimane di proteste, la mattina di ieri gli zapatisti hanno fatto venire Urbina al caracol. Non avendo risolto il problema, è stato trattenuto dalla JBG fino alla mattina di oggi, quando ha rinnovato il suo impegno di ripristinare la tubatura distrutta e se n'è poi andato a bordo della sua auto.

Da parte sua, e "approfittando del viaggio", quelli della Orcao volevano oggi discutere con la JBG la questione di Chijtal ed altre faccende sulle quali non ci sono impegni: i diverbi per la strada Patria Nueva-San Marcos ed il tratto Corazón de María-Ojo de Agua. Inoltre, in quest'ultima località la Orcao ha bloccato il passaggio ed impedisce alle basi zapatiste di trasportare legno per costruire nuove strutture nella scuola autonoma di Primero de Enero.

Il concentramento di "orcaisti" è durato fino alle 13:30. Prima di ritirarsi hanno insultato e minacciato gli osservatori internazionali che si trovavano nel caracol, provenienti da cinque paesi.

Quelli della Orcao "gridavano insulti, come è loro abitudine", ha raccontato la JBG. Se ne sono andati gridando "morte all'EZLN" e "che muoiano di sete", riferendosi alla tubatura rotta a Patria Nueva).

"La provocazione è stata della Orcao", ha dichiarato la JBG. Nel pomeriggio nel caracol c'erano diverse centinaia di indigeni zapatisti. "I compagni sono venuti a proteggere, non a scontrarsi".

Questi fatti avvengono nel contesto di molti conflitti nella regione avvenuti nei giorni scorsi sui quali ci sono state informazioni confuse, false o contraddittorie, ma che prefigurano una situazione potenzialmente esplosiva. Dall'attacco di Orcao agli zapatisti a Bosque Bonito, il giorno 5, a seguito del quale si era detto falsamente che c'erano 14 morti, fino alle divergenze tra priisti e zapatisti nello stabilimento balneare Agua Clara, dove si era parlato di tre desaparecidos, risultato falso.

Oggi è stato comunicato, con molta imprecisione, un altro scontro tra contadini filo-governativi e presunte basi zapatiste nell'ejido Agua Azul, nella vallata di Taniperlas (niente a che vedere con le cascate di Agua Azul a Tumbalá). Deve essere confermato. Una settimana prima, un altro scontro a Palenque era stato falsamente attribuito agli zapatisti.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home