La Jornada – Sabato 31 maggio 2008
Gli zapatisti di La Garrucha negano che si coltivi marijuana in territorio ribelle
Le accuse del “malgoverno” sono un modo per fregarci, dichiarano
Denunciano che si vuole giustificare la militarizzazione della zona e proseguire con la contrainsurgencia
Hermann Bellinghausen

Le autorità autonome zapatiste della regione selva tzeltal, con sede nel caracol "Resistencia hacia un nuevo amanecer" a La Garrucha, respingono oggi "totalmente", la "falsa accusa" dell'esistenza e distruzione di colture di marijuana in territorio zapatista, lanciata dal "malgoverno" attraverso l'ufficiale dell'Esercito Ismael Cortés Martínez.

In risposta alle dichiarazioni di Cortés Martínez pubblicate dalla stampa chiapaneca lo scorso 27 maggio, la giunta di buon governo (JBG) "El camino del futuro" sostiene che le persone che starebbero coltivando stupefacenti nei terreni dell'ejido Chamizal (municipio di Ocosingo) non sono zapatiste.

La JBG spiega che in questa comunità non ci sono nemmeno basi di appoggio dell'EZLN. In ogni caso, sono gli abitanti di Chamizal che possono dire chi si dedica in quel luogo a questa attività illecita. "Dalla nascita dell'EZLN è assolutamente proibito coltivare, consumare e trafficare ogni tipo di droga. Nel 1994, quando nel nostro territorio ribelle sono arrivati i soldati messicani difensori dei ricchi sfruttatori, si è cominciato a conoscere e sapere della marijuana ed altri tipi di droga. Sono loro che hanno portato questa porcheria".

La giunta ricorda che questo tipo di accuse contro le basi ribelli non sono nuove. Da anni sono servite al "malgoverno" per giustificare ed ampliare la militarizzazione e proseguire la sua campagna di contrainsurgencia".

Ed aggiunge: "È il suo modo di fregarci. Uno è accusarci di coltivare marijuana, come hanno già fatto con i compagni e compagne della zona Altos". Là, occasionalmente le truppe federali hanno distrutto delle piantagioni cercando di incolpare gli zapatisti, con il sostegno dei mezzi di comunicazione fedeli, scritti ed elettronici.

In quei casi, come ora qui, le autorità castrensi affermavano che la distruzione di campi di marijuana avveniva in territorio autonomo ribelle. "Era falso, ed è falso, perché avvengono in terreni non zapatisti".

Le basi di appoggio dell'EZLN e le autorità autonome ribadiscono: "Non permettiamo né permetteremo questa accusa, perché dentro il nostro territorio ribelle è sanzionato e punito chi sia trovato a trafficare con questo lavoro sporco, che sia o no zapatista".

La JBG ricorda che "in tutte le dichiarazioni dell'Esercito, difensore dei ricchi, si parla sempre di fumare, seminare e trafficare marijuana, perché gli stessi militari la promuovono, distribuiscono i semi e li fanno seminare per poi accusarci."
"Siccome siamo contro lo sfruttamento che portano avanti il malgoverno ed i ricchi, ci accusano come pretesto per attaccarci o imprigionarci, perchè vogliono distruggerci", "ma non ci riusciranno mai", sottolinea la JBG, ed invita la società civile a vigilare "su quanto sta accadendo in zona zapatista, a causa dei militari".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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