La Jornada On Line - 31/03/2008 
Liberati 137 indigeni reclusi nelle prigioni del Chiapas
Hermann Bellinghausen - inviato

Tuxtla Gutiérrez, Chis. - Mentre 13 bare di cartone con la scritta "Il governo ci vuole così" giacciono sulla scalinata del palazzo di governo di Tuxtla Gutiérrez, il governo del Chiapas questo lunedì ha ordinato la scarcerazione di 137 detenuti per reati commessi tra il 1994 ed il 2006.

La liberazione è avvenuta con quello che è stato definito uno "show mediatico" nettamente in contrasto con il pesante silenzio, anche mediatico, sullo sciopero della fame che da oltre mesi e mezzo sostengono circa 50 indigeni nelle tre prigioni di Chiapas ed una di Tabasco.

Gli scarcerati appartengono al gruppo di detenuti innocenti che il governo di Juan Sabines ha tacitamente riconosciuto come "politici", anche se li presenta come vittime del governo precedente, non del suo.

I detenuti indigeni hanno iniziato il digiuno il 25 febbraio scorso per chiedere la loro liberazione, dichiarando di essere innocenti dei diversi reati a loro imputati.

La notte di domenica, La Voz del Amate, aderente all'Altra Campagna, comunicava: "In questo momento ci sono gravi problemi di salute. Alcuni compagni hanno perso fino a 17 chili di peso, hanno forti mal di testa e due compagni sanguinano da naso e bocca".

Dalla notte di ieri, domenica, sono stati fatti uscire dal carcere di El Amate otto dei quattordici detenuti in sciopero della fame, ed uno che era a digiuno.

Tra i primi rilasciati ci sono Enrique Hernández Hernández e Pascual Heredia Hernández (di Pueblo Creyente), José Luis López Sánchez, Ramón Guardaz Cruz e Jorge López López (la Voz del Amate); Antonio Díaz Ruiz, di Simojovel, e Domingo Cruz Gómez, di Agua Azul Chico (del “grupo zapatista”) e Mateo Hernández Bautista (di Cioac) ed il suo compagno Andrés Hernández Hernández, che era in sciopero della fame parziale.

Un caso aparte è quello di José Pérez Pérez, anche lui in sciopero della fame, che nella notte è uscito dal carcere e poi è stato riportato dentro per “un errore” da parte delle autorità. La sua situazione è incerta.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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