La Jornada – Mercoledì 30 aprile 2008
Incerta, la situazione legale dei due indigeni zapatisti rinchiusi aYajalón - Dopo 12 anni di carcere in Tabasco, una settimana fa sono stati trasferiti in Chiapas
Si teme per la loro vita: sono in isolamento e le loro condizioni di salute sono critiche
Hermann Bellinghausen - Inviato

San Cristóbal de las Casas, Chis., 29 aprile - A cinque giorni dal trasferimento nel Cereso 12 di Yajalón, continua ad essere incerta la situazione giuridica dei detenuti zapatisti Ángel Concepción Pérez Gutiérrez e suo padre Francisco Pérez Vázquez. Trasferiti in Chiapas lo scorso 24 aprile, i contadini choles, che da 12 anni erano rinchiusi nella prigione di Tacotalpa, Tabasco, erano stati ricoverati in un ospedale privato a Tuxtla Gutiérrrez e lì obbligati ad interrompere lo sciopero della fame che stavano portando avanti per chiedere la loro liberazione.

Contrariamente a quanto era stato fatto credere all'inizio, né durante il loro breve soggiorno in ospedale, né ora che si trovano nuovamente dietro le sbarre, gli indigeni sono stati visitati seriamente dai medici né, tanto meno, è cambiata la situazione di completa disattenzione ai loro problemi di salute: diabete di entrambi ed una lesione cutanea nel caso di Ángel, che si teme sia grave; inoltre ora presenta sangue nelle vie urinarie, come hanno verificato i familiari dopo una visita nel carcere chiapaneco in cui si trovano.

Sia i familiari, sia membri di Sipaz, Pueblos Unidos por la Defensa de la Energía Eléctrica nella zona nord, Pueblo Creyente, L’Altro Tabasco ed il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de la Casas (CDHFBC), che li hanno visitati nella nuova reclusione, confermano che continuano a non essere eseguiti le analisi e gli studi clinici necessari. Non sono state trovate le loro cartelle cliniche e si teme che tornino a restare "dimenticati". In carcere sono in isolamento e non hanno dato loro nemmeno le coperte.

Il governo chiapaneco di Juan Sabines starebbe compiendo il suo impegno di inserirli nella sua giurisdizione per liberarli definitivamente, ma non c'è nulla di certo al riguardo, salvo la vaga promessa che la loro situazione giuridica si risolverà "in pochi giorni", perché "si stanno facendo trattative con il governo tabasqueño", che da parte sua non ha rilasciato nessuna dichiarazione sul caso.

Riguardo ai "detenuti politici" della Voz de los Llanos, aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, aggrediti da altri reclusi del Cereso 5 di San Cristóbal de las Casas nei giorni scorsi, si èe ufficiosamente saputo che gli aggressori, all'alba di oggi, sono stati trasferiti in un altro carcere.

Ciò nonostante, i membri della Voz de los Llanos, che sono stati in sciopero della fame per più di un mese, sono ancora in isolamento nel Cereso 5.

L’ufficio legale del CDHFBC ha denunciato oggi che, dopo la protesta con lo sciopero della fame e digiuno avvenuti nelle tre prigioni chiapaneche tra febbraio e l'inizio di aprile, restano in prigione 15 persone della Voz del Amate, La Voz de los Llanos ed il "gruppo zapatista", senza che sia cambiata la loro situazione giuridica. Questo, malgrado il governo statale si fosse impegnato a rivedere questi casi per arrivare alla liberazione dei reclusi, i quali dichiarano di essere innocenti e chiedono il loro rilascio.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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