La Jornada – Giovedì 28 febbraio 2008
Negano di promuovere lo sgombero dei contadini in Chiapas per impossessarsi delle loro terre
La Unión de Ejidos de la Selva invita al dialogo dopo il boicottaggio lanciato dall’Altra Campagna
Le perdite ammonterebbero a più di 200.000 pesos all’anno e colpiscono più di 200 coltivatori di caffè
MATILDE PÉREZ U.
Dopo un anno da quando i componenti dell'Altra Campagna hanno invitato l'opinione pubblica a non consumare caffè della Unión de Ejidos de la Selva (UES), perché lo sgombero di indigeni in terre chiapaneche, il presidente dell'organizzazione, Arturo Jiménez Hernández, ha proposto un tavolo di dialogo con la mediazione del vescovo della diocesi di San Cristóbal de las Casas.
Il boicottaggio dei 14 stabilimenti del Café La Selva che si trovano a Città del Messico, Guadalajara, San Luis Potosí, Tuxtla Gutiérrez e San Cristóbal de las Casas, che lavorano su licenza della UES, ha provocato perdite per 200.000 pesos in un anno e continua la discesa del consumo del caffè, ha dichiarato Jiménez Hernández in conferenza stampa.
La UES - ha segnalato - si è costituita nel 1978 come cooperativa e vi partecipanp ormai 1.500 produttori di caffè che, con l'appoggio di organizzazioni come la Unión de Comunidades Indígenas de la Región del Istmo (UCIRI), hanno appreso a selezionare, coltivare e commercializzare il chicco sul mercato nazionale ed internazionale.
Attualmente, ha segnalato, la cooperativa è costituita da 498 produttori che offrono i loro servizi tecnici e commerciali ad oltre 1.200 coltivatori di caffé indigeni di Las Margaritas, Ocosingo, Oxchuc e Chicomuselo.
Ha spiegato che "da quasi un anno, un gruppo di persone che si dichiarano militanti zapatisti stanno realizzando azioni di disturbo" contro il Café La Selva, "causando malessere ed inquietudine tra i nostri clienti ed amici. Affermano che i contadini della UES hanno aggredito fisicamente e sottratto 595 ettari di terra - nell'ejido Nuevo Gracias a Dios, municipio Las Margaritas - ad un gruppo di contadini definiti miliziani dello zapatismo".
Ha dichiarato che questa superficie è stata concessa alla UES dalle autorità, e come prova ha mostrato copia dell'atto pubblico 592, del 14 aprile di 2003, mediante il quale il governo statale ha consegnato ufficialmente questa superficie all'ejido che si era costituito in luogo del fedeicomiso denominato Nuevo Momón, Cruz del Rosario, Nuevo Paraíso e El Edén.
"Sono 25 persone che hanno invaso 75 ettari dove si coltiva caffè; li conosciamo perché abbiamo vissuto con loro prima dell’insurrezione dell'EZLN, e li rispettiamo; siamo di dare la terra a tutti i contadini che ne hanno bisogno, ma senza colpire il patrimonio di altri contadini poveri".
Il presidente della UES afferma di aver parlato della questione con alcuni comandanti dell'EZLN che channo chiesto di "non infastidire le famiglie" che hanno invaso la terra, ma che sia l'autorità a risolvere il problema.
Nel documento di propaganda distribuito da membri dell'Altra Campagna in cui si invita al boicottaggio, si sostiene che 31 famiglie sono ritornate nella loro terra dopo 12 anni durante i quali sono state ospitate in diverse comunità, perché il 17 aprile 1994 erano state dichiarate ejidatarios di Nuevo Momón, superficie recuperata dall'EZLN e che apparteneva all'ex governatore Absalón Castellanos Domínguez.
(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)
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