La Jornada – Mercoledì 27 febbraio 2008
Nahuas, triquis e mixtecos testimoni degli attacchi agli zapatisti
Hermann Bellinghausen- Inviato

San Cristóbal de las Casas, 26 febbraio - Rappresentanti ed autorità dei popoli nahuas, triquis e mixtecos, componenti del Pellegrinaggio dei popoli in solidarietà con i popoli zapatisti, si sono trattenuti nel territorio autonomo dal 22 al 24 febbraio e, concludendo la loro visita hanno confermato di essere stati testimoni di "aggressioni, minacce ed attacchi".

Dopo aver visitato i caracoles e le comunità in cui sono presenti problemi, lunedì hanno dichiarato: "Nella zona del caracol di Morelia cresce il focolaio che secondo il governo si era spento. La situazione è molto tesa per gli attacchi costanti alla popolazione da parte di paramilitari e polizia statale".

Ascoltando delle vessazioni quotidiane "abbiamo compreso la convinzione della loro lotta e perché il governo vuole spogliare gli abitanti di Bolón Ajaw: tutto il Chiapas è una ricchezza naturale". Gli investimenti privati e la costruzione di un progetto turistico "finirebbero per distruggere questi popoli". Sostengono che incontrando la giunta di buon governo (JBG) hanno compreso "che il popolo comanda ed impara a gestire le cose come governo".

Un altro gruppo si è recato a 24 de Diciembre (municipio autonomo San Pedro de Michoacán): "Siamo testimoni della situazione della comunità circondata da poliziotti e soldati", così come della "complicità" della Unión de Ejidos de la Selva con contadini che minacciano e provocano. "Le basi di appoggio subiscono la mancanza di acqua perché l'Esercito federale si è impossessato della sorgente che è della comunità; inoltre, sono preoccupati per lo sfruttamento eccessivo del legname".

Negli Altos hanno visitato la Riserva Comunitaria Zapatista di Huitepec, San Cristóbal de Las Casas e la colonia 5 de Marzo, dove le famiglie in resistenza subiscono minacce di sgombero, vessazioni, taglio dell'energia elettrica e chiusura di forniture d'acqua pubblica. Sono stati anche ad Elambo Alto e Basso, Chactoj e Sok'on, a Zinacantán, dove alle basi zapatiste sono state sottratte le sorgenti, viene impedito l'ingresso nelle scuole e ricevono minacce di morte da priisti, perredisti e cacicchi.

La brigata che ha visitato La Garrucha è stata informata delle recenti agressioni a La Culebra. Il 20 febbraio 31 famiglie zapatiste di Benito Juárez “sono state cacciate dalle loro terre da componenti della Asociación Rural de Interés Colectivo ufficiale; i profughi si trovano nel villaggio Javier Hernández”, ha comunicato la JBG.

Nel caracol di Roberto Barrios hanno incontrato i consigli autonomi della zona nord. Minacce di sgombero, taglio di luce ed acqua. "Abbiamo visitato una delle comunità di maggiore rischio, San Patricio, minacciata da Paz y Justicia". Qui sono aumentate le aggressioni verbali e gli spari notturni di persone priiste di Ostilucum. Inoltre pendono quattro mandati di cattura contro zapatisti.

Nella loro relazione, gli indigeni di Oaxaca e Puebla affermano: "L'obiettivo della nostra visita era conoscere la realtà e rompere l'accerchiamento mediatico perché la lotta zapatista riflette quella dei nostri popoli". Chiedono di "fermare l'impunità di gruppi totalmente o parzialmente paramilitari che godono dell'avallo del governo di Juan Sabines che ha promesso non realizzare nessuno sgombero di comunità indigene". Chiedono inoltre il ritiro "immediato" dell'Esercito.

Gli osservatori hanno sperimentato "da una parte il coraggio e l'impotenza di vedere l'intervento del governo per smantellare la resistenza, seminando dolore e morte; dall'altra, il nostro cuore si riempie di esempio e speranza nel trovare fratelli che si svegliano ogni giorno in mezzo a questo scenario e costruiscono il mondo che tutti sogniamo". Chiedono "non più bugie all'opinione pubblica, né più persecuzione delle comunità zapatiste”.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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