La Jornada – Domenica 27 gennaio 2008
Esigono i risultati delle indagini sul massacro di Viejo Velasco, Chiapas
Il Ministero di Giustizia ancora non consegna le analisi delle ossa ritrovate mesi fa
Hermann Bellinghausen - Inviato

San Cristóbal de las Casas, Chis. 26 gennaio - Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) ha chiesto alle autorità giudiziarie dello stato di proseguire nelle indagini sul massacro perpetrato nella comunità Viejo Velasco Suárez, nei Montes Azules, il 13 novembre 2006.

In quell'occasione ci fu un attacco armato da parte di abitanti di Nueva Palestina (parte della comunità lacandona) e di circa 300 persone con uniformi della Pubblica Sicurezza. Nell'aggressione morirono quattro persone e sparirono altri quattro uomini: Pedro Núñez Pérez, Mariano Pérez Guzmán, Miguel Moreno Montejo e Juan (o Antonio) Peñate.

Oltre ad un anno dall'aggressione, il CDHFBC denuncia che le autorità statali non hanno stabilito nessuna responsabilità rispetto alle morti, sparizioni e lo sfollamento degli abitanti. Il ritrovamento di due scheletri nelle vicinanze di Viejo Velasco lo scorso 6 luglio "rappresenta la prova tangibile dell'aggressione", ma il Ministero di Giustizia del Chiapas non ha fatto conoscere i risultati delle prove del DNA eseguite su quei resti.

Il 26 settembre 2007, specialisti in genetica dell'attuale Ministero di Giustizia hanno prelevato campioni di sangue dei familiari dei desaparecidos. "La finalità era eseguire i test del DNA necessari per determinare se i due scheletri ritrovati corrispondono ai desaparecidos. Dopo quattro mesi, l'attuale procura, distretto Selva, con sede a Palenque, non ha consegnato i risultati di tali analisi. Ignoriamo perfino se questi test siano stati eseguiti", aggiunge il centro.

Il Coordinamento dei Servizi Peritali del Dipartimento di Genetica Forense, con sede a Tuxtla Gutiérrez, incaricato di eseguire i test, il 24 ottobre ha comunicato che "a causa della cattiva qualità dei reperti (ossa), non si è potuto eseguire il confronto richiesto perché i test richiedono un tempo maggiore di trattamento di purificazione".

La stessa risposta

Da novembre i familiari insistono nel conoscere il risultato delle prove. Tuttavia, hanno ricevuto le stesse risposte sia dal Coordinamento dei Servizi Peritali sia dal Pubblico Ministero (di Palenque) che sostengono di non avere risultati in quanto "le perizie avevano subito un cambio di sede", o c'era stata la "nomina di un nuovo coordinatore e perito", o perfino un "cambiamento di Pubblico Ministero".

Il CDHFBC ritiene che tale situazione "è la dimostrazione di disinteresse e negligenza da parte delle autorità investigatrici". Il tempo passa senza che le famiglie abbiano certezze sull'identità degli scheletri ritrovati e senza nessun progresso nelle indagini. Il centro ha sollecitato l'intervento della Commissione Interamericana dei Diritti Umani.

Chiede inoltre che il Ministero di Giustizia "informi con certezza sullo stato attuale e reale della realizzazione delle analisi; che le stesse permettano l'identificazione probatoria dei resti umani ritrovati e che svolga il suo obbligo di portare a termine un'indagine seria ed efficace che indichi l'ubicazione dei desaparecidos".

Il CDHFBC ricorda che, davanti all'inefficacia dell'allora Procura Generale dello stato, i familiari dei desaparecidos ed una commissione civile di osservazione hanno fatto un viaggio dalla comunità Paraíso verso Viejo Velasco, nel quale sono stati ritrovati i resti umani e gli abiti di almeno due persone. I familiari hanno dichiarato che gli abiti ed i resti appartenevano a Pedro Núñez Pérez e Miguel Moreno Montejo; se così fosse confermato, mancherebbe solo il ritrovamento di Mariano Pérez Guzmán e Juan (o Antonio) Peñate.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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