La Jornada – Mercoledì 26 Novembre 2008 
Il progetto di installare impianti di biocombustibile scatena le proteste degli ambientalisti
I popoli indigeni respingono i progetti di presunto sviluppo in terra chiapaneca

HERMANN BELLINGHAUSEN

San Cristóbal de las Casas, Chis., 25 novembre. Con l'annuncio ufficiale, benché ora riluttante a confermarlo, che Petróleos Mexicanos (Pemex) inizierà lo sfruttamento petrolifero nella selva Lacandona, sembrano completarsi i quattro obiettivi del progresso per il Chiapas: lo sviluppo turistico, lo sfruttamento minerario, la produzione di biocombustibili ed ora il petrolio.

Sono tutti pezzi molto attivi sull'attuale scacchiera del governo. I quattro poggiano ampiamente sulla nuova legislazione in materia energetica che riguarda gli attuali territori dei popoli indigeni. Ed ognuno scatena una quantità di episodi e storie, perché se questi progetti di sviluppo si realizzassero, si scontrerebbero contro i popoli che lì vivono. Molti inoltre in resistenza, nei municipi autonomi zapatisti, nelle comunità dell'Altra Campagna e di altre organizzazioni indipendenti. E perfino quelle non proprio indipendenti, come successo a Miguel Hidalgo-Chinkultic e sui laghi di Montebello nell'ottobre scorso.

La polemica applicazione del vecchio Piano Puebla-Panama, riciclato ora nel Proyecto Mesoamérica, ed aggiungendo la Colombia all'altro capo della corda, richiede la costruzione di autostrade, l'apertura al mercato internazionale del suolo e delle risorse naturali, la creazione di infrastrutture turistiche, agroindustriali ed estrattive.

Come parte degli accordi del Proyecto Mesoamérica, i governi federale e statale hanno concordato la costruzione nel 2009 di un impianto di generazione di biocombustibile per il quale si riconvertiranno coltivazioni di circa 3 mila ettari di terreno, come ha confermato alla corrispondente Ángeles Mariscal il coordinatore generale del Progetto di Integrazione e Sviluppo di Mesoamérica, Juan Bosco Martí Ascencio.

Questo progetto ha generato le proteste degli ambientalisti perché un numero considerevole di terre dove si pensa di seminare la pianta di jatropha si trovano in zone cuscinetto delle riserve ecologiche.

Martí Ascencio ha dichiarato che il governo federale per l'impianto di biocombustibile concederà una somma iniziale di 10 milioni di pesos e ci si aspetta che produca fino a 10 mila litri giornalieri di prodotto non alimentare. Il biodiesel, ha detto, in un primo tempo sarà destinato al consumo locale, perché attualmente non esiste un mercato per la sua vendita.

Ha affermato che questo sarebbe uno dei tre primi impianti, insieme a quelli di El Salvador e Honduras, nella regione "mesoamericana". Così è stato concordato la notte di giovedì 21, quando si sono incontrati il governatore Juan Sabines Guerrero e la segretaria per l'Energia, Georgina Kessel, per analizzare la possibile ubicazione di questo impianto pilota.

Il coordinatore del Proyecto Mesoamérica ha spiegato che la tecnologia è “100% colombiana” e che la costruzione dell’impianto inizierà nel 2009, "soprattutto perché urge accelerare questa questione nell'agenda stabilita dai paesi che formano la regione". Ha spiegato che il prodotto finale non si mangia, non sarà messa a rischio la catena alimentare e che i contadini potranno seminarlo "in terreni degradati, non più idonei alle coltivazioni per usi alimentari".

La costruzione di questa pianta, parte di uno degli "assi mesoamericani", (l'impulso alle energie rinnovabili), vuole inoltre spingere la rete di infrastrutture stradali, la rete elettrica, l'attenzione all'ambiente, ai disastri naturali, salute, casa ed altri. Dal suo inizio l'attuale governo statale ha messo in moto la costruzione di due impianti di biocombustibile, nei quali, secondo gli annunci ufficiali, sono stati investiti almeno 5 milioni di pesos nei municipi di Cintalapa e Huehuetán. Tuttavia, attualmente le opere sono in stato di abbandono.

Contraddicendo l'aspetto dei "suoli degradati" di cui parla il funzionario, sono stati distribuiti milioni di semi di jatropha anche a contadini di tutto lo stato, compresa la selva Lacandona, in luoghi come Marqués de Comillas, dentro la zona cuscinetto dei Montes Azules.

E non solo. Secondo le testimonianze dei contadini, alcuni villaggi e comunità filogovernativi iscritti al programma Proárbol, invece di semi degli alberi ha ricevuto jatropha affinché possano partecipare alla nuova svolta economica.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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