La Jornada – Venerdì 25 aprile 2008
Attivisti denunciano che i detenuti zapatisti sono stati trasferiti da Tabasco al carcere in Chiapas
I reclusi sono in sciopero della fame da lunedì nonostante le loro precarie condizioni di salute
Hermann Bellinghausen

Membri dell'Altra Campagna in Tabasco, in presidio davanti alla prigione municipale di Tacotalpa, hanno denunciato che ieri pomeriggio i detenuti zapatisti in sciopero della fame sono stati trasferiti con un operativo di polizia. Le autorità rifiutano di fornire informazioni su dove si trovino di Ángel Concepción Pérez Gutiérrez e Francisco Pérez Vázquez. I membri del presidio ritengono responsabili i governi federale e statale "di qualunque azione contro queste persone e le loro vite". Alla chiusura di questa edizione si è saputo in via ufficiosa che sono stati portati nella città di Tuxtla Gutiérrez, Chiapas.

Ore prima, i detenuti zapatisti avevano denunciato che la loro reclusione è un "sequestro premeditato con perfidia", ed accusavano le autorità per la "privazione illegale" della loro libertà per 11 anni e 10 mesi nella prigione municipale, dove questo lunedì hanno dichiarato lo sciopero della fame "a tempo indefinito" (che nel caso di Ángel Concepción Pérez Gutiérrez e Francisco Pérez Vázquez non può essere molto, perché il loro diabete da anni è mal curato e non sostenuto da una dieta adeguata).

"Probabilmente ci tireranno fuori morti perché è ora di finirla con questa ingiustizia", hanno scritto in una lettera al giudice della prigione.

"Basta con l'ingiustizia"

Ángel Concepción ha scritto a mano decine, forse centinaia di brevi lettere, su fogli di quaderno o blocco, per anni. Alla famiglia che non l'ha mai abbandonato, al padre ed al nonno. Alle organizzazioni per i diritti umani. Alle autorità zapatiste, alla parrocchia di Tila, al governo di Tabasco, ai mezzi di comunicazione. Suo padre, don Panchito, anche lui detenuto, non scrive.

In quello che è divenuto lo stile di esprimersi in castigliano, Ángel Concepción, contadino chol, passa con naturalezza dal plurale al singolare della prima persona. I suoi "noi" e "io" tendono a fondersi. Ora scrive un'altra volta alle autorità carcerarie, sempre sorde ed indifferenti: "Distintamente ci rivolgiamo a voi come rappresentante della direzione generale di prevenzione e reinserimento sociale dello stato di Tabasco".

Aggiunge "La nostra innocenza e la nostra ingiusta condanna per non aver commesso alcun crimine, né avervi partecipato. Per questa ragione dichiariamo questo sciopero della fame a tempo indefinito. Probabilmente ci tireranno fuori morti, perché è ora di finirla con questa ingiustizia, da 11 anni chiediamo giustizia, ma non siamo stati mai ascoltati; la risposta del governo è che siamo colpevoli, che non apparteniamo a nessun gruppo etnico o indigeno. Questo incarceramento, la privazione illegale della nostra libertà per un crimine di cui ci accusano, è un sequestro con premeditazione, perfidia e interesse".

Inoltre: "Non hanno riconosciuto il nostro diritto come indigeni chol di Tila, Chiapas. Andremo avanti. Ringraziamo la società civile nazionale ed internazionale, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolome de las Casas e l'opinione pubblica per la diffusione delle informazioni sulla privazione illegale della nostra libertà e la mancanza di giustizia contro la nostra persona. Lo sciopero della fame non si interromperà fino a che non ci daranno libertà con giustizia, né sarà rimosso il presidio dei miei figli e famiglia di fronte a questa prigione".

(Per vedere ed ascoltare i figli e familiari dei detenuti nel loro presidio di fronte alla prigione tacotalpeña, può andare alla seguente pagina web: http://www.youtube.com/user/colectivodesalambrar)

L’Altra Campagna in Tabasco e l’Assemblea Nazionale Contro la Repressione e per la Lotta Sociale hanno comunicato che questo martedì, finalmente, si era presentato un medico "per verificare lo stato di salute degli scioperanti". Ribadiscono anche che il presidio fuori della prigione "è pronto a rimanere, come è volontà degli scioperanti".

Denunciano "provocazioni da parte degli individui con aspetto militare in un Chevy bianco, targa WLZ 8957 di Tabasco, in evidente stato di ubriachezza, che aggrediscono verbalmente ed insultano le persone nel presidio".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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