La Jornada – Domenica 24 febbraio 2008
Denunciano l’usurpazione di terreni da parte del governo federale
Indigeni e ONG lanciano la difesa della Lacandonia
I terreni sono aree protette, ma sono sparsi, sostengono
Elio Henríquez - Corrispondente

San Cristóbal de las Casas, Chis., 23 febbraio - Nel tentativo di frenare la "silenziosa sottrazione" di terre nelle Cañadas, centinaia di indigeni e membri di organizzazioni non governative (ONG) inizieranno questa domenica nella comunità Betania, municipio di Ocosingo, un incontro per la difesa del territorio, della cultura e delle risorse naturali strategiche della selva Lacandona.

Annunciando l'incontro, i rappresentanti delle ONG hanno affermato che quasi un anno fa il governo federale "li ha spogliati" di 14 mila ettari per destinarli ad aree protette, e che hanno appena confermato che l'amministrazione di Felipe Calderón nell'agosto scorso ha assegnato 22 mila ettari di proprietà del governo alla Segreteria dell'Ambiente e delle Risorse Naturali (Semarnat) come aree naturali protette.

Hanno aggiunto che "la sottrazione" dei 36 mila ettari da parte del governo federale nella selva Lacandona ha messo in allarme non solo i 28 villaggi coinvolti direttamente, ma tutte le comunità ed ejidos legalmente insediati nelle Cañadas.

Miguel García, di Maderas del Pueblo del Sureste - una delle organizzazioni che hanno tenuto la conferenza stampa nella sede del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas - ha detto che questo colpisce gli ejidos di San Gregorio, Nuevo San Gregorio e San Antonio Miramar, i cui abitanti appartengono alla Asociación Rural de Interés Colectivo Independiente, e di Nuevo Limar ed Ojo de Agua, dove vivono basi di appoggio zapatiste.

Inoltre viene colpito anche Vilalflores, a cui è stata promessa la regolarizzazione, oltre ad una parte di Benito Juárez e Galilea. In totale, ha affermato, sono 28 villaggi, dei quali 20 sono ejidos legalmente costituiti nel 1989 e gli altri stanno per esserlo.

Sostiene che in termini di politica mondiale di conservazione ambientale "è una retrocessione, perché va contro la politica di riserve della biosfera che si suppone fosse stata studiata per coinvolgere la partecipazione delle comunità", ma in questo caso "le comunità non sono state informate né è stato rispettato il loro diritto di essere consultate, informate e di decidere".

Ha spiegato che "nessuno sapeva che quei terreni (i 22 mila ettari assegnati alla Semarnat) erano di competenza nazionale, ma il governo ha preso accordi ed ha emesso dichiarazione formale e con un accordo li ha assegnati alla segreteria a fini di conservazione". Questo è avvenuto poco dopo dell'esproprio di 14 mila ettari nella zona. 

García ritiene che questo processo è avvenuto in maniera "silenziosa; ci siamo accorti di quanto stava accadendo da un comunicato del governo federale dell'agosto dell'anno scorso, nel quale neanche si specifica l'ubicazione dei 22 mila ettari.

Siamo dovuti ricorrere alla Legge di Accesso all'Informazione Pubblica; ci è stata consegnata la mappa ed ora sappiamo dove si trovano: vicino alla laguna Miramar". 

Ha precisato che "la cosa assurda del decreto di esproprio è che i terreni sono irrigati. Uno ha un'estensione di circa 100 ettari ed è circondato da ejidos. È assurdo dal punto di vista tecnico-ambientale perché possono solo chiudendoli e mettendoci dentro la polizia" potrebbero essere un'area protetta. Inoltre, c'è un terreno, il numero 2, che si trova dentro i Montes Azules".

Luis Menéndez Medina, di Servicios y Asesoría para la Paz, ha dichiarato che nelle Cañadas "c'è paura di sgomberi generalizzati", per le insistenti voci che circolano. "Gli ejidos legalmente costituiti non devono essere sgomberati, ma questa è la voce che circola nella regione", e questo mette inallarme la popolazione. 

Ha spiegato che ora l'offerta del governo è salita a 300 mila pesos per famiglia, affinché gli abitanti consegnino le proprietà. A parte viene offerto il loro ricollocamento o sono minacciati di sgombero da parte della polizia.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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