La Jornada – 23 marzo 2008
Gli osservatori documentano un clima di crescente aggressione
Le basi di appoggio dell’EZLN sono a rischio di attacchi ed espropri

Elio Henríquez - Corrispondente

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 22 marzo - Le basi di appoggio zapatiste sono in una situazione imminente di attacchi, furti, violenze, false accuse, esproprio e sgombero delle loro terre", denunciano i membri della terza carovana di solidarietà con le comunità ribelli.

Dopo un viaggio di dieci giorni per 12 comunità ed i cinque caracoles zapatisti, dichiarano che "è a rischio l'integrità fisica" delle basi ribelli perché "i gruppi totalmente o parzialmente armati, così come poliziotti, elementi dei governi municipali, statale e federale godono di piena impunità".

In conferenza stampa hanno precisato che circa 50 membri della carovana, aderenti all'Altra Campagna nazionale ed internazionale, e membri della Rete di Solidarietà e contro la Repressione, provenienti da diversi stati del paese, si sono divisi in gruppi ed hanno realizzato il percorso dal 14 al 23 marzo col proposito di "documentare le aggressioni contro i municipi autonomi ribelli".

Hanno dichiarato che uno dei punti nei quali esiste tensione e rischio è la comunità 24 de Diciembre, municipio di Las Margaritas, dove elementi della Unión de Ejidos de la Selva (UES), si disputano 525 ettari di terra con le basi dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), anche se - secondo le autorità statali - il problema è già stato risolto.

"I membri della UES entrano nella comunità, brandiscono i machete, bruciano le milpas e le piantagioni di caffè, realizzano disboscamento clandestino. La comunità è stata spogliata della sua sorgente, della quale si è impadronito l'Esercito federale che condivide l'acqua con i membri della UES", di filiazione priista, affermano.

Il gruppo che ha visitato quella regione ha comunicato che lo scorso giovedì le indigene basi di appoggio dell'EZLN hanno cacciato dalla loro milpa 32 capi di bestiame di proprietà dei priisti, dopo che avevano distrutto sei ettari e mezzo della coltivazione.

"Sono andate a consegnare i 32 capi di bestiame ai priisti di Nuevo Momón (situato vicino a 24 de Diciembre) ma sono state aggrediti, malgrado il governo dica che il conflitto sia ormai risolto". "C'è molta tensione", sottolineano.

I membri della carovana hanno comunicato che un altro luogo dove esiste tensione è il municipio autonomo di Polhó, dove vivono migliaia di indigeni profughi da prima e dopo il massacro di 45 tzoziles ad Acteal, avvenuto il 22 dicembre 1997.

Hanno detto che "esistono fondate informazioni che i priisti stiano preparando la legalizzazione dell'esproprio di terre, col pretesto che i profughi da più di sei anni non le occupano", ma questi ultimi "non possono recuperarle perché sono occupate dai paramilitari che hanno distrutto le loro case e li hanno minacciati se ritornano".

Gli osservatori sottolineano inoltre la situazione nella comunità di Bolon Ajaw, appartenente alla regione autonoma La Montaña. Questa località zapatista "è minacciata di sgombero da parte di membri o ex membri dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), del vicino villaggio di Las Cascadas de Agua Azul".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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