La Jornada – Sabato 23 febbraio 2007
Scambio di solidarietà: anche loro vivono in comunità minacciate
Indigeni di Oaxaca e Puebla in carovana di appoggio ai popoli zapatisti
"Solo unificando le nostre lotte fermeremo le ostilità del governo" - dice un mixe

Hermann Bellinghausen - Inviato

San Cristóbal de las Casas, Chis., 22 febbraio - Circa mezzo centinaia di triquis, mixes e mixtecos di Oaxaca e nahuas di Puebla che formano la Carovana Indigena di Solidarietà con i Popoli Zapatisti, hanno iniziato oggi un viaggio nei cinque caracoles ed in diverse comunità autonome attualmente sotto minaccia di sgombero e violenza. "Veniamo a portare il nostro appoggio davanti al furto delle loro terre ed agli attacchi ai loro villaggi da parte del governo, dell'Esercito federale e dei gruppi paramilitari", ha dichiarato questa mattina una rappresentante mixteca, quando il gruppo si è distribuito nelle cinque zone del territorio ribelle.

Si tratta di uno scambio di solidarietà, perché le autorità comunali ed ejidali che formano la carovana provengono da località minacciate come i villaggi zapatisti; come è il caso di San Pedro Yosotatu, nella Mixteca oaxaqueña, o San Juan Copala, l'assediato municipio autonomo della regione triqui. 

Dalla sierra nord di Puebla partecipano alla carovana nove rappresentanti nahuas di Tzinacapan e Zautla, collettivi, membri di radio comunitarie, cooperative di donne e insegnanti comunitarie indigene. Quelli di Radio Ayuuk (della Mixe Baja), per esempio, si sono diretti ad Oventic dove troveranno che negli altos del Chiapas ci sono già tre radio ribelli: due gestite dalle comunità autonome tzotziles ed una, Radio Insurgente, dall'EZLN.

Un membro della radio mixe ha affermato: "L'intenzione è quella di far sapere alle nostre comunità quello che succede qui e studiare azioni in sostegno delle giunte di buon governo (JBG) zapatiste ed unificarle con le lotte di Oaxaca. Solo così potremo fermare le ostilità contro tutti noi. Per questo chiediamo che la Procura Agraria smetta di essere lo strumento di divisione e sgomberi del governo". 

Un rappresentante di San Pedro Yosotatu, dove nel dicembre scorso sono stati assassinati due comuneros dagli impuniti pistoleri priisti, ha affermato: "La realtà in cui viviamo noi diversi popoli indigeni è la stessa, per questo dobbiamo difenderci tutti insieme".

Il gruppo ha annunciato che il prossimo lunedì terrà una conferenza stampa in questa città. Accompagnano la carovana le organizzazioni civili Cactus (Oaxaca), Tacachihuallis e Centro di Studi Superiori di Sviluppo Rurale (Puebla). Tutti sono aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. 

In relazione ai presunti fatti avvenuti questo giovedì nella comunità zapatista Bolom Ajaw, la JBG di Morelia ha comunicato per via telefonica che proseguono le indagini nella regione di Agua Azul e poi diffonderà la sua versione, rispetto alla quale il governo statale ha pubblicato oggi un'inserzione a pagamento, datata in Chilón. Secondo il bollettino ufficiale, basi di appoggio zapatiste "comandate da cinque stranieri" avrebbero fermato "un giornalista e poliziotti statali ad Agua Azul".

La cronaca aggiunge che "20 incappucciati hanno fermato il giornalista ed i poliziotti" durante un "giro di routine". C'è da chiedersi che tipo di "routine" sia l'incursione di due pattuglie formate da agenti ed un giornalista (non identificato) con macchina fotografica in una delle comunità indigene più aggredite e minacciate del Chiapas, in quel focolaio ogni giorno sempre più rovente che è la contesa regione di Agua Azul. Lì, il governo federale e gli investitori privati hanno in programma un immenso progetto turistico che il governo statale ha descritto con entusiasmo come la "futura Cancun del Chiapas".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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