La Jornada – Martedì 22 luglio 2008
Denunciano che i soldati mentono per arrestare i leader agrari
Campesinos di Venustiano Carranza, Chiapas, chiedono la cessazione della persecuzione militare
Dichiarano di temere che possa accadere qualche disgrazia a causa dei posti di blocco
Ángeles Mariscal - Corrispondente

Tuxtla Gutiérrez, Chis., 21 luglio - Contadini del municipio di Venustiano Carranza chiedono di fermare le incursioni militari che si susseguono dal 17 luglio scorso nelle loro comunità. In quella data, elementi dell’Esercito Messicano hanno circondato per tre giorni la comunità di 28 de Junio.

Dicevano di cercare piantagioni di droga, ma il loro obiettivo era cercare i leader contadini che i servizi del paese ritengono essere comandanti dell’Esercito Popolare Rivoluzionario (EPR).

José María Hernández, uno dei contadini ricercati, ha raccontato che Bartolomé de la Torre ed altri contadini accusati di appartenere al gruppo ribelle sono fuggiti sulle montagne vicine dove permangono fino ad ora per timore di essere arrestati. Nella denuncia fatta arrivare alle organizzazioni per i diritti umani, i contadini militanti dell'Organizzazione Campesina Emiliano Zapata (OCEZ) spiegano che i soldati sono arrivati fin dall'alba di giovedì scorso nei villaggi di 28 de Junio, Chitama, El Limón, Laguna Verde, 20 de Noviembre, San Isidro Los Laureles, La Gloria, San José Grandeza, El Paraíso, El Puerto, San Lázaro, La Cuchilla y San Caralampio Chapín, tra le altre.

“Hanno installato un posto di blocco all’ingresso di 28 de Junio dove vive il nostro compagno José María Hernández Martínez”, villaggio che si trova a circa 110 km dalla capitale.

I contadini spiegano che il posto di blocco è stato installato sull'unica via di accesso al villaggio e per lasciarli passare vengono chiesti i documenti e la credenziale di elettore. "Cercano i nostri nomi su una lista che riporta i nomi dei nostri compagni accusti di essere dell'EPR", spiega uno di loro.

I membri della OCEZ temono di essere arrestati o che i militari entrino nei loro villaggi. "I nostri compagni non sono dell'EPR, sono gente che lavora, tutti quansappiamo che cosa fanno e per questo non è giusto che i militari gli stiano dando la caccia, e quindi preferiamo nasconderli in un altro posto perché non vogliamo che succeda qualche disgrazia", denunciano.

Solo il 28 agosto 2007 diverse decine di militari entrarono direttamente nel villaggio chiedendo direttamente agli abitanti di dire "dove si trovava il campo di addestramento" degli eperristi.

Da allora gli abitanti di questo luogo vivono con la paura constante che nel loro villaggio si realizza un operativo per arrestare i loro compagni.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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