La Jornada – Martedì 22 aprile 2008
Agonia manifesta del Coordinamento per il Dialogo ed il Negoziato in Chiapas
Incompiuti i suoi obiettivi di raggiungere una soluzione giusta e duratura del conflitto armato - Ridotte le possibilità di comprensione tra le parti, gli scontri sono stati costanti
Hermann Bellinghausen

Il governo federale sembra pronto a cancellare il Coordinamento per il Dialogo ed il Negoziato in Chiapas, nonostante non abbia raggiunto i suoi obiettivi. Effettivamente le possibilità di dialogo sono state scarse. Gli scontri tra l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ed i rappresentanti dei poteri Esecutivo e Legislativo sono stati costanti, salvo i mesi in cui si svolgevano i dialoghi di San Andrés (1995-1996) e l'opportunità che diceva di offrire il governo di Vicente Fox nel 2001.

Entrambe le circostanze sono andate perse. La prima quando il governo zedillista non mantenne il suo impegno con gli accordi di San Andrés (l'allora segretario di Governo, Emilio Chuayffet, disse, memorabilmente, di essere stato ebbro mentre approvava che i suoi rappresentanti firmassero i ribelli con i ribelli).

La seconda, quando i senatori di tutti i partiti approvarono una riforma che gli zapatisti ed il Congresso Nazionale Indigeno considerarono un "tradimento". Questo fatto avrebbe segnato la gestione del rappresentante foxista, Luis H. Álvarez, i cui appelli all'EZLN non ricevette mai risposta. I ribelli hanno sostenuto che non si può dialogare con i governi incapaci di mantenere la parola. Ciò nonostante, l'incaricato governativo si è mosse "nella una volta zona di conflitto" (espressione sua) come se ci fossero le condizioni.

Nel luglio del 2005, comparendo davanti alla Commissione Affari Indigeni del Senato, presieduta dalla panista Luisa María Calderón Hinojosa, Álvarez disse:

"Se io fossi stato indigeno ed avessi vissuto nelle condizioni in cui vive tuttora la maggioranza delle comunità indigene, è più che probabile che io sarei stato zapatista". Inoltre "festeggiò" la decisione degli zapatisti di sollevarsi in armi nel 1994.

La Legge per il Dialogo, la Conciliazione e la Pace Degna in Chiapas fu approvata dal Congresso il 9 marzo 1995, un mese dopo che il presidente Ernesto Zedillo ordinasse la più grande offensiva militare contro l'EZLN e le sue basi di appoggio.

La legge regola le politiche per arrivare alla pace nella regione indigena, segnata nella sua totalità dal movimento armato e dal suo impatto sociale e politico.

Parallelamente ed ufficiosamente incominciò la campagna di contrainsurgencia che da allora fa parte delle strategie governative per "risolvere" il conflitto. Il governo compiva un passo verso la guerra e poi favoriva uno strumento per la pace che diede origine alla Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa).

Da allora, questa legge "ha come obiettivo di stabilire le basi giuridiche che favoriscano il dialogo e la conciliazione per raggiungere, attraverso un accordo di concordia e pacificazione, la soluzione giusta, degna e duratura del conflitto armato iniziato il 1º gennaio 1994".

Il testo sottolinea la formula con la quale, malvolentieri, il governo riconosceva la legittimità della ribellione:

"Per gli effetti della presente legge, si intenderà come EZLN il gruppo di persone che si dichiara un'organizzazione di cittadini messicani, in maggioranza indigeni, che si è ribellato per diverse cause coinvolgendosi nel conflitto".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home