La Jornada - 22 aprile 2008
Brutale pestaggio nel carcere di San Cristóbal
Iniziano un digiuno di 72 ore gli zapatisti incarcerati in Tabasco: la loro salute è precaria
Hermann Bellinghausen
Ieri mattina gli indigeni zapatisti incarcerati in Tacotalpa, Tabasco, hanno iniziato uno sciopero della fame di 72 ore (non di più, perché la loro salute è molto precaria) per richiedere la libertà. Intanto, nel Cereso 5 di San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, gli internati della Voz de los Llanos sono stati aggrediti e picchiati brutalmente dai leader della corruzione intercarcelaria, apparentemente in esecuzione degli ordini del direttore della prigione, Alejandro Galicia Morales.
L'attacco contro i sette carcerati della Voz de los Llanos (che si stanno ancora recuperando dopo aver partecipato al recente sciopero di fame in tre penali chiapanechi, senza essere stati liberati) era capeggiato dai soprannominati "preciso generale", Bartolo García Suárez, e dai "precisi" Damián Gutiérrez García, Elías Domínguez Trejo ed Eluterio Cruz Martínez, che erano al "comando" di altri 15 interni, di un gruppo controllato dalle autorità.
L'altra campagna, il Comitato degli Ex-Carcerati e dei Parenti Politici e la Commissione dei Familiari dei Prigionieri Politici informano che i loro compagni sono stati "malamente picchiati" e richiedono che "si garantisca la loro protezione, siano curati in modo attento per le loro lesioni e si puniscano i responsabili".
La versione ufficiale è che si è trattato di uno "scontro tra interni", lasciando intendere che era dovuto a quisquiglie. In realtà, si èe trattato di un "monito" alla Voz de los Llanos, attraverso la mafia che opera nel Cereso 5. Si teme che "l'incidente" serva da pretesto per isolarli, separarli e trasportarli in un'altra prigione, ad es. quella di Comitán.
Intanto Ángel Concepción Pérez Gutiérrez e Francisco Pérez Vázquez, incarcerati da 12 anni, hanno iniziato la loro protesta in Tacotalpa, perché i governi di Tabasco e Chiapas si rifiutano di metter fine alla loro ingiusta reclusione.
Davanti alla prigione municipale sono presenti i loro parenti, così come membri dell'altra campagna, per esprimere la loro solidarietà.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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