La Jornada – domenica 20 aprile 2008
LIBERATO IL CONSIGLIERE DELLA APPO FLAVIO SOSA SOPO UN ANNO E MEZZO DI PRIGIONE
Octavio Vélez Ascencio, Emir Olivares e Gustavo Castillo – corrispondente e reporter

DOPO QUASI UN ANNO E MEZZO DI PRIGIONE, IL CONSIGLIERE DELL’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) Flavio Sosa Villavicencio è stato rilasciato dopo che i giudici del foro hanno ritenuto che il governo di Ulises Ruiz Ortiz non abbia fornito prove sufficienti affinché fosse processato come responsabile di furto aggravato e danneggiamenti, sequestro e lesioni.

Il dirigente dell'APPO che è uscito alle 16 dal penitenziario regionale del municipio di Juan Juan Bautista Cuicatlán, a 104 chilometri dalla capitale dello stato di Oaxaca, ha dichiarato in un'intervista telefonica: "non mi sono venduto né arreso. La mia libertà discende da un processo giuridico e non da un negoziato politico con i governi statale e federale.

L'obiettivo è la trasformazione democratica di Oaxaca ed il rinnovamento dell'impianto giuridico dello stato che è obsoleto. Non si tratta di una lotta di carattere personale contro il signor Ulises Ruiz, ma di intraprendere la trasformazione democratica dello stato e delle sue istituzioni".

Visibilmente più magro, l'attivista è stato accolto all'ingresso principale della prigione dai suoi figli Karina, Frida e Bolivar Sosa Castañeda, dal segretario della sezione 22 del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione, Ezequiel Rosales Carreño, da membri dell'APPO e dal suo avvocato difensore, Gilberto López Jiménez.

Il complotto

Sosa Villavicencio ha denunciato che nel 2006 il Partito Azione Nazionale ha complottato col Rivoluzionario Istituzionale per colpire il movimento magistrale e popolare, che richiedeva la destituzione del governatore, in cambio dell'appoggio per l'elezione di Felipe Calderón alla Presidenza.

"Con una politica terroristica hanno attentato contro il popolo oaxaqueño. E così è arrivato il gran numero di detenuti, torturati, scomparsi e morti".

I governi federale e statale si sono accaniti contro di lui e la sua famiglia, perché sono stati pure arrestati i suoi fratelli Horacio ed Erick che sono stati incarcerati in prigioni federali. Inoltre, sono stato perseguitati pure altri parenti, tra i quali le sue figlie. "Con noi si sono comportati in modo terribile, atroce".

Ha annunciato che si riunirà alla lotta del movimento magistrale e popolare e che quindi parteciperà alle prossime mobilitazioni programmate dall'APPO e dalla sezione 22 del SNTE. "Devo continuare a camminare al fianco del popolo".
"Oggi più che mai sono convinto che dobbiamo continuare a lottare per una Oaxaca migliore, perché è grazie al popolo che sono libero".

Ha detto che il presidente Felipe Calderón ed il governatore Ulises Ruiz sono responsabili della sua sicurezza, e quindi di un'eventuale aggressione ai suoi danni.

Sosa Villavicencio è andato a casa sua nel municipio di San Bartolo Coyotepec, alla periferia della città di Oaxaca, dove è stato accolto da sua madre, Irene Villavicencio, e da sua moglie, Beatriz Castañeda Pedro, con altri parenti e seguaci dell'APPO.

Il consigliere statale era stato arrestato il 4 dicembre 2006 in Città del Messico da agenti della Polizia Federale Preventiva e dell'Agenzia Federale di Investigazione insieme a suo fratello Horacio ed agli attivisti Marcelino Coache Verano ed Ignacio García Maldonado.

Dopo un giorno era stato incarcerato con suo fratello nel penitenziario di massima sicurezza del Altiplano, in Almoloya di Juárez, Stato del Messico, per essere processato con sette accuse.

Il 16 agosto 2007 è stato trasferito al penitenziario regionale di San Juan Bautista Cuicatlán, grazie alla sua difesa... L'avvocato López Jiménez ha dichiarato che il suo assistito è stato liberato grazie alla forza del popolo "oaxaqueño" e perchèe le accuse erano infondate. "Erano accuse insostenibili ed inverosimili ed i giudici hanno deciso di rimetterlo in libertà perché non potevano più tenerlo in prigione".

Sosa Villavicencio ha annunciato che una delle prime azioni che intraprenderà, insieme ai suoi compagni, sarà "la ricostruzione dell'APPO e la sua trasformazione politica"... il movimento sociale non "è morto" e si unirà alla lotta per la sovranità dell'industria petrolifera e contro le prvatizzazioni.

"A Oaxaca, ciò che si richiede è democrazia, giustizia e libertà. Perciò dobbiamo analizzare quali sono le condizioni attuali nell'entità"...

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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