La Jornada – Mercoledì 20 febbraio 2008
Ci sono almeno 70 prigionieri politici in Messico: CCIODH
La grave violazione dei diritti umani è “politica di Stato

ALFREDO MÉNDEZ

Di fronte ai mancati progressi nelle indagini sul massacro di Acteal, nei casi di tortura ad Atenco - a due anni dall'occupazione della polizia - e di Oaxaca - a due anni dalla repressione al movimento popolare - la Commissione Civile Internazionale di Osservazione per i Diritti Umani (CCIODH) ieri ha concluso che in Messico "la situazione dei diritti umani è eccessivamente critica; la dimensione delle violazioni e della mancanza di risposte concrete fanno del governo di Felipe Calderón il diretto responsabile delle stesse".

Come parte delle conclusioni della sua sesta visita in Messico descritte in sette punti e completate da diverse raccomandazioni rivolte ai governi federale, statali e municipali, questa organizzazione, in maggioranza europea, ritiene che in tutto il paese persistono la tortura, i conflitti in Chiapas, Oaxaca ed Atenco, la violenza di genere e contro la libertà di espressione dei giornalisti e la trasgressione delle garanzie dei popoli indigeni.

In una conferenza stampa, Iñaki García, coordinatore della CCIODH, accompagnato da alcuni rappresentanti del collettivo, ha detto che dopo 10 giorni di attività per il sud ed il sudest del paese e più di 200 interviste individuali e collettive sia con funzionari sia con attivisti sociali, si è potuto comprovare l'esistenza di almeno 70 prigionieri politici o di coscienza rinchiusi in prigioni statali e di massima sicurezza. 

Inoltre, ha sottolineato che la "grave" violazione dei diritti umani in Messico "è diventata politica di Stato che non riguarda solamente il sessennio del presidente di turno, ma coinvolge anche l'istituzione della giustizia ed il comportamento delle forze e corpi di sicurezza federali e locali".

Conclusioni e raccomandazioni

La CCIODH in primo luogo ritiene che il governo di Calderón non ha fatto progressi rispetto alle raccomandazioni del collettivo internazionale realizzate nelle sue cinque visite precedenti. 

In secondo luogo riferisce che la tendenza è di continuare con le detenzioni arbitrarie di membri di movimenti sociali; che è abituale la tortura ed i maltrattamenti e che per giustificare le detenzioni si falsificano le prove.

In un terzo punto segnala che nell'attuale governo si è aggiunto il ruolo repressore dei corpi di polizia contro spazi sociali di rivendicazione, quello dell'Esercito Messicano.

La quarta conclusione sostiene che persiste l'impunità dei funzionari pubblici. Inoltre, segnala che la riforma della giustizia penale calderonista amplierà il margine per rendere ancora più duro l'intervento della polizia e ampliare i margini di impunità istituzionale.

Il quinto punto indica che l'impunità poggia sull'esistenza di un sistema giudiziario incapace ed inefficiente.

Il sesto punto puntualizza che l'esclusione e le disuguaglianze sociali nel paese acuiscono il problema delle violazioni dei diritti umani.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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