La Jornada – Giovedì 17 aprile 2008
Promozione interessata dell’ecoturismo in Chiapas
Gli abitanti dell’ejido Roberto Barrios lanciano l’allarme sugli effetti negativi del progetto del governo - Con diversi mezzi vogliono “costruire una nuova Cancún nel nord” dello stato
HERMANN BELLINGHAUSEN

Roberto Barrios, Chis. 16 aprile - Che la resistenza delle basi di appoggio dell'EZLN in questa ed in altre comunità del municipio autonomo El Trabajo protegga gli interessi collettivi degli indigeni, zapatisti e no, è risaputo tra gli ejidatarios. Come affermano i rappresentanti del PRD a Roberto Barrios, le minacce e gli atti violenti contro gli zapatisti avvengono "perché il governo ed i priisti sanno che difenderanno il territorio".

Arnulfo Gómez, perredista, avverte: "I turisti rovineranno il fiume. Si sporcherà e non potremo più usarne l'acqua". Questa settimana hanno trovato una confezione di preservativi nelle cascate; questo mostra "il cambio d'uso" e denuncia che il sito viene ormai visitato da turisti "agganciati" dalle guide alle cascate di Agua Azul ed alle rovine di Palenque.

A queste cascate vengono ancora le volpi e gli zaraguatos (specie di scimmia) i cui escrementi fanno scappar le donne. Quando la materia fecale sarà dei turisti, queste donne non saranno più nel fiume ma a pulire e cucinare per i "branchi di geronti" (per citare Tom Wolfe) ed ecoturisti che opprimeranno il villaggio con i loro dollari e ed euro.

La perversione del casello per il pagamento del pedaggio per entrare nel villaggio necessita, per essere legale, della consumazione di altre perversioni, come consegnare l'ejido di Roberto Barrios al Procede, o più ancora, trasformarlo in "attrazione turistica", per cui prima dovrà cambiare il suo regime ejidale attraverso l'assemblea a maggioranza. Questo non è successo, nonostante gli sforzi federali e statali che qui hanno avuto il loro massimo esponente nella persona di Luis H. Álvarez, prima come coordinatore del dialogo, amministratore di tetti in lamiera e ponti e finanziatore di profonde divisioni intracomunitarie, e poi titolare della CDI.

Questo non è tutto. Nel 2006, essendo candidato del PRD, l'attuale governatore Juan Sabines Guerrero firmò davanti al notaio e si impegnò a portare avanti un "piano di sviluppo", la Dichiarazione di Comitán, elaborato dall'ex governatore Roberto Albores Guillén e da suo figlio dello stesso nome. Qui si legge un'intenzione trascendente: "Costruire una nuova Cancun nel nord del Chiapas. Si è fatto in Quintana Roo ed è possibile farlo in Chiapas. Il governo federale deve impegnarsi a sviluppare nei prossimi anni un programma turistico integrale che comprenda Palenque, Agua Azul, Misol-ha, Toniná, Yaxchilán, Bonampak e Playas de Catazajá”.

Oggi, Roberto Albores Gleason è segretario statale del Turismo e Progetti Strategici (sic), e gli effetti del megaprogetto incominciano a farsi sentire nelle comunità. Le intenzioni non sono nuove, semplicemente hanno accelerato i tempi. Se Quintana Roo ci è riuscito, perché non in Chiapas? Mancava qualcosa. Senza entrare nei dettagli sul fenomeno della mal denominata "Riviera maya", bisogna sottolineare che là si trattava di coste semideserte, mentre qua questo "sviluppo" coinvolge (ma in realtà ignora) le regioni ancestrali tzeltales e choles, così come le sue moderne colonizzazioni della Selva Lacandona.

Un posto rilevante in questo piano è occupato dalle cascate di Roberto Barrios (municipio ufficiale di Palenque), per cui gli sforzi di anni di Álvarez non sono altro che un pezzo in più del piano. Qui, come nell'area di Agua Azul (e presto si vedrà su altre bramate rive dei fiumi Bascán, Tulijá, Agua Azul, Lacanjá e Lacantún) la presenza di comunità autonome zapatiste rappresenta un "problema" che potrà essere "risolto" solo con misure di contrainsurgencia economica, mediatica e, nel caso, militare e poliziesca.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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