La Jornada – Martedì 16 dicembre 2008 
ONG colloca il Messico al secondo posto tra i paesi più pericolosi per i giornalisti

Ginevra, 15 dicembre - Nell'ultimo anno sono morti 95 giornalisti in 32 paesi nell'esercizio della loro professione, secondo il rapporto annuale di Press Embleme Campagne (PEC - http://www.pressemblem.ch/index2.html ) pubblicata lunedì, che colloca il Messico nel secondo posto nella classifica dei paesi più pericolosi.

La diminuzione globale del 17,5% del numero di giornalisti morti rispetto al record del 2007 (110 assassinati) si deve ad un lieve miglioramento della situazione in Iraq (15 morti, rispetto ai 50 del 2007) rileva questa organizzazione che difende i giornalisti, con sede a Ginevra. Tuttavia, si osserva un deterioramento "molto inquietante" in alcuni paesi come Messico, Pakistan, India, Tailandia, Russia e Filippine, sottolinea la PEC, che auspica una migliore protezione dei giornalisti nelle zone di conflitto.

Nel 2008 l'Iraq ha conservato per il sesto anno consecutivo il titolo di paese più pericoloso al mondo, a dispetto della diminuzione del 70% del numero di morti rispetto al 2007. "Purtroppo la situazione è peggiorata in altri paesi, e questo provoca un'evoluzione molto inquietante", sostiene il segretario generale della PEC, Blaise Lempen.

Il Messico, dove "l'ondata di criminalità" si è aggravata e si è tradotta nella morte di 9 giornalisti nel 2008 (in confronto ai 3 del 2007) si trova al secondo posto tra i paesi più pericolosi.

Questo rapporto rivela che oltre agli omicidi "ci sono stati numerosi sequestri di giornalisti in Afghanistan, Somalia, nella Repubblica Democratica del Congo, Iraq, Gaza e Messico".

In Pakistan, al terzo posto di questa classifica, nel 2008 sono morti 8 giornalisti (5 l'anno scorso).

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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