La Jornada – Sabato 12 gennaio 2007
La resistenza degli zapatisti
Los de Abajo - Gloria Muñoz Ramírez - losylasdeabajo@yahoo.com.mx

Benché la vita nel villaggio zapatista 24 de Diciembre trascorra in mezzo a ripetute minacce di sgombero e costanti aggressioni guidate dall'organizzazione Unión de Ejidos de la Selva (UES), ciò che si respira in questa comunità della Selva Lacandona è la forza e determinazione di uomini e donne disposti a resistere e non lasciarsi strappare i 525 ettari recuperati dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) nel gennaio del 1994.

La resistenza delle basi di appoggio zapatiste in questo villaggio assume forma e contenuto. La sua storia è la seguente:

Durante i primi giorni del 1994, l'EZLN recuperò queste terre occupate fino ad allora dall'ex-governatore, latifondista e generale Absalón Castellanos Domínguez. Il 17 aprile 1994, l'EZLN consegnò gli oltre 500 ettari a 45 famiglie zapatiste che le coltivarono fino al 9 febbraio 1995, data in cui fuggirono dall'offensiva militare nota come "il tradimento di Zedillo". Vissero sette giorni in montagna mentre i carri armati e gli elicotteri entravano nella loro comunità. Era l'inizio di un esilio che sarebbe durato 12 anni fino a quando, il 24 dicembre 2006, in coordinamento con la Giunta di Buon Governo, 31 famiglie ritornarono in queste terre che, ovviamente, non erano più le stesse. Dall'offensiva del 1995 l'esercito federale ha installato qui un accampamento militare che esiste tuttora e che occupa 24 ettari dentro i quali sgorga "l'acqua che non se ne va mai" (una sorgente alla quale non possono accedere le basi di appoggio zapatiste).

Da quando sono tornati, sono iniziate le minacce di sgombero da parte di contadini della UES che ora rivendicano la proprietà della terra. A luglio del 2007, 58 persone di questa organizzazione hanno invaso una parte del terreno e sono cominciate le aggressioni dirette: incendio di milpas, minacce di morte, spari in aria, blocco di strade, taglio di alberi, distruzione di piantagioni di canna e di caffè, furto di forconi ed un'infinità di provocazioni quotidiane coperte dai due accampamenti della polizia e dalla base militare che circondano il villaggio.

Come resistono gli zapatisti? La decisione presa è stata quella di non rispondere alle provocazioni e di non abbandonare le terre, per cui contano sull'appoggio della Giunta di Buon Governo della selva di confine. Da sei mesi, per esempio, un picchetto composto da zapatisti di tutta la zona fa guardie di 24 ore al giorno nei dintorni della comunità. "I compagni di altri villaggi vengono per impedire che cadiamo in provocazioni e proteggono anche le nostre case mentre noi lavoriamo, affinché non ce le brucino". Attualmente ci sono 30 persone che coprono un turno di 5 giorni, ma il numero aumenta in base alle circostanze. A novembre, per esempio, sono venuti 140 zapatisti per impedire che la Unión Ejidos de la Selva distruggesse le milpas dei loro compagni.

Nei dintorni di 24 de Diciembre si vedono le cucine, i dormitori e le latrine collettive del presidio. La comunità si incarica di preparare il caffè tutte le mattine. Rimarranno qui tutto il tempo che sarà necessario.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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