La Jornada – Lunedì 11 agosto 2008
Attivisti di tutto il mondo oggi realizzeranno un’assemblea per rafforzare il movimento chiapaneco
Si concludono i festeggiamenti per l’autonomia zapatista con il racconto degli abusi estirpati nel 1994
Nella costruzione di strade scrogono il rischio di incursioni militari o dell’arrivo delle multinazionali
HERMANN BELLINGHAUSEN

San Cristóbal de las Casas, Chis., 10 agosto - Questo sabato nel caracol di La Garrucha sono terminate le celebrazioni per il quinto anniversario delle giunte di buon governo (JBG). Agli eventi commemorativi sono giunti, dalle cinque zone autonome, migliaia di basi di appoggio dell'EZLN. Nel caracol della selva tzeltal è rimasto il contingente più numerosa della Carovana Nazionale ed Internazionale di solidarietà con le comunità zapatiste.

Alla brigata della carovana, che nella settimana trascorsa ha visitato le comunità del municipio Francisco Gómez, "il fango, le marce e la stanchezza non ha impedito la visita nelle diverse comunità che praticano l'autonomia zapatista", hanno dichiarato gli attivisti di diversi paesi.

Hanno visitato I nuovi centri abitanti Javier Hernández, San Rafael e Rancho Santa Rita, stabiliti su terre recuperate dopo l’insurrezione del 1994. Prima avevano visitato le comunità di Hermenegildo Galeana e San Alejandro.

Davanti ai lavori di costruzioni della strada che attraversa la valle, gli osservatori ritengono che "potrebbe" faciliterà l'ingresso dei militari e del turismo, "una seria minaccia per le comunità" e che preparano il terreno "per l'incursione delle multinazionali che vogliono sfruttare il Chiapas con la scusa dell'ecoturismo".

A Javier Hernández, gli indigeni, come in ognuno dei luoghi visitati, è stata riservata loro un'accoglienza "alla quale hanno partecipato bambini, giovani e adulti. La generosità è sempre il principale contrassegno di identità degli zapatisti, e ci hanno offerto fagioli, riso e caffè".

La storia del lugo era una storia di "ingiustizie ed oppressione, rancheros spietati, semischiavitù, fino a che si è messa in moto la costruzione dell'alternativo zapatista ed ora sono loro a decidere come lavorare la milpa".

Hanno poi visitato Rancho de Santa Rita, "una finca enorme che fino al 1994 era di proprietà di un solo padrone; una magione con bagno piastrellato ed interruttori di porcellana, nello stile dei ranchos del sud dei negrieri statunitensi". Gli anziani del villaggio ricordano che nonostante la rivoluzione di Emiliano Zapata, "la proprietà della terra non era cambiata e continuava ad esse nelle mani di un unico proprietario terriero".

A San Rafael hanno riascoltato storie di ingiustizie "che si ripetono fino al 1994". Prima, gli indigeni dovevano lavorare "dall'alba al tramonto, in giornate che potevano andare dalle 3 del mattino alle 6 del pomeriggio; non avevano tempo di lavorare nelle proprie case". Il padrone maltrattava ed abusava delle donne.

"Quando gli indigeni denunciavano la loro situazione alle autorità municipali, queste non facevano altro che difendere il proprietario terriero. Per questo cominciarono ad organizzarsi. Ora possono lavarsi o pescare nel fiume, prendersi cura dei loro animali o lavorare la milpa nelle condizioni che decidono. Le compagne e compagni zapatisti ci assicurano che andranno avanti fino a dove potranno e continueranno a lottare", afferma la brigata.

Infine, la carovana è tornata nel caracol di La Garrucha dove sabato Radio Insurgente ha trasmesso dal vivo, per molte ore, messaggi e storie dalla voce del subcomandante Marcos e del Tenente Colonnello Moisés. Da qui la delegazione si è poi trasferita a San Cristobal de las Casas.

In considerazione della diversità e della novità di gruppi internazionali e persone che partecipano alla carovana, l'ultima attività formale sarà un'assemblea questo lunedì. Hanno anticipato che cercheranno di interagire e rafforzare le reti di solidarietà col movimento zapatista.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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