La Jornada – 10 agosto 2008
Carovana di Solidarietà e persecuzione militare contro gli zapatisti
"Abbiamo potuto vedere quanto si può costruire"
Impressiona l'umiltà così degna
Hermann Bellinghausen - Inviato

La Realidad, Chis, 9 agosto - La giunta di buon governo (JBG) Verso la speranza ha compiuto il suo quinto anniversario cambiando. Gli indigeni sono stati molto contenti, perché sono stati tre i giorni di festa. E si sa che per le feste qua sono pure delle riunioni di basi d'appoggio dell'EZLN ed anche le più festive, sono atti politici.

Gli zapatisti hanno ideato un sistema di governo che organizza i suoi membri in turni sostenuti: rimane la metà di una giunta e le comunità designano la nuova seconda metà. Nella JBG di La Realidad, la metà che continua insegna all'altra, in un dinamico processo di esperienze ed apprendistato che coinvolge tutti mentre sono governo. Nell'idea che un qualsiasi cittadino può governare e deve farlo "per servire e non per servirsene", i suoi componenti non ricevono un salario, ma sono sostenuti collettivamente dalle comunità. Qui, l'azione "appoderarsi" non ha nessun senso.

La brigata della Carovana Nazionale ed Internazionale di Solidarietà con le comunità zapatiste che è arrivata a La Realidad ha visitato solo due comunità del municipio di San Pedro de Michoacán: Santa Rosa Copán e 24 de Diciembre. Questo è bastato affinché conoscesse due situazioni molto distinte all'interno dello stesso processo di autonomia.

Un brigatista europeo si esprime così: "in Santa Rosa siamo riusciti a vedere tutto quello che si può costruire per bene, senza interruzioni, senza le persecuzioni che ha sofferto e soffre ancora 24 de Diciembre".

La brigata, composta da una ventina di persone, ha trascorso il suo periodo nelle comunità e non è arrivata in tempo per la celebrazione della JBG. A quelli della carovana "sembra che sia toccato loro conoscere" - commenta con un po' di ironia, quando li vede arrivare, un indigeno della commissione di vigilanza, fuori dal caracol Madre de los caracoles del mar de nuestros sueños.

Un altro caravanero sottolinea che "il livello di partecipazione e di organizzazione è piuttosto forte. Impressiona l'umiltà così degna. Ci hanno permesso di vedere quella che è la loro vita reale e dalle loro parole esce una vera convinzione".

Un altro che aveva già partecipato ad accampamenti civili ed appartiene all'altra campagna, commenta riguardo a Santa Rosa Copán: "gli osservatori vanno sempre nelle comunità con problemi. Ora invece abbiamo avuto la possibilità di vedere anche un processo di autonomia in marcia".

Dopo queste visite ed aver conversato per sei ore con la JBG e le sue commissioni, la brigata, secondo un altro membro ancora, di provenienza spagnola, "è rimasta molto colpita dalla cura con cui svolgono il loro lavoro; fanno bilanci costanti, correggono. Sanno che non tutto riesce bene e si preoccupano di adempiere ai loro compiti di fare le cose ‘proprio per bene'".

La situazione in 24 de Diciembre è differente. La comunità ha da un lato un'importante base di operazioni dell'Esercito federale, che oltre ad essere ostile agli indigeni, s'impadronisce la sorgente. "Ora gli zapatisti hanno acqua perché piove molto e stanno immagazzinandola come possono. Però sanno che la prossima ‘stagione secca' sarà molto dura".

I militari hanno detto che permettono agli indigeni di "bere" l'acqua di un stagno. Sì, dove si bagna la truppa e, pertanto, inutilizzabile. "Inoltre, non è vero" - aggiunge un caravanero. "I contadini non hanno accesso a quell'acqua, è dopo un posto di controllo dei soldati".

Praticamente assediata, 24 de Diciembre non solo resiste, è riuscito a costruire una piccola scuola. Tutte le famiglie hanno già la casa. Lavorano i campi e gli orti. La comunità è stata 12 anni in esilio. Espulsa da Nuevo Momón, spogliata e perseguitata, solo nel 2006 si è potuta stabilire nelle terre del rancho El Momón, recuperate dall'EZLN nel 1994. L'Esercito federale si è impadronito della proprietà nel 1995. Con l'aiuto di un gruppo di basi d'appoggio dell'EZLN da più di un anno, la comunità ha esorcizzato la minaccia di sgombero fatta da un gruppo dell'Unione degli Ejidos della Selva, appoggiato dall'Esercito che continua a restare lì.

Un caravanero statunitense descrive le installazioni militari osservate dalla comunità e dice: "per noi è importante vedere in che cosa spende il denaro il governo messicano, perché sappiamo che riceve gli aiuti militari degli Stati Uniti. Noi lottiamo da dentro l'impero contro l'imperialismo. In 24 de Diciembre riconosciamo la stessa minaccia".

Aggiunge che "le azioni dello zapatismo possono far parte della nostra lotta negli Stati Uniti a favore dei poveri come noi e degli immigrati. In 24 de Diciembre abbiamo visto che sì si può".

Un altro caravanero conclude: "i programmi ufficiali fanno parte di una guerra economica".

Julio César Pérez, ex "prigioniero politico" di La Voz del Amate appena liberato ed ora membro del collettivo Voci Innocenti, ha partecipato alla carovana, e dichiara: "abbiamo visto con i nostri stessi occhi che esiste la persecuzione federale e statale contro i compagni".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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