La Jornada – Giovedì 10 luglio 2008
Gli ordinano di non fornire cibo ai reclusi organizzati nella Voz del Amate
Minacce di morte ad un attivista indigeno che difende i detenuti politici in Chiapas
Elías Sánchez Gómez per un anno e otto mesi è stato privato della libertà
HERMANN BELLINGHAUSEN

San Cristóbal de las Casas, Chis. 9 luglio - Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) ha denunciato la persecuzione ed aggressione, perpetrata per le strade di questa città da membri dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), contro Elías Sánchez Gómez, dell'organizzazione dei detenuti ed ex detenuti politici Voces Inocentes, il quale a sua volta è, insieme a tutta la sua famiglia, un profugo interno per ordine del governo statale.

D'altra parte, i reclusi di La Voz del Amate e del Grupo Zapatista che portano avanti "una protesta pacifica" nella prigione El Amate per la loro "giusta libertà", da oggi sono stati privati del cibo per ordine del direttore, Luis Humberto Esponda Martínez, costringendoli "ad uno sciopero della fame forzato". Rivendicano il loro diritto di protestare e chiedono di avere il proprio cibo.

Il pomeriggio del 2 luglio, Elías si trovava nella Piazza della Cattedrale quando ha notato la presenza di Benjamín Gómez Sánchez, Lorenzo "N" ed un'altra persona, membri di Opddic a Busiljá (Ocosingo), di dov'è anche lui originario. Nel 2006 queste persone avevano accusato Elías di sequestro e porto d'armi e per questo è rimasto in carcere per un anno ed otto mesi nel Centro Statale dil Reinserimento Sociale numero 17, a Catazajá.

I membri di Opddic lo seguivano ma lui è riuscito a sottrarsi. Dopo mezz'ora l'hanno ritrovato e lui è cosro nelle vicinanze del municipio. I suoi inseguitori gli gridavano "morirai". Elías è riuscito a sfuggire diverse volte. Mentre lo inseguivano, Benjamín lo incalzava: "Sei un sequestratore, hai perso la tua famiglia, la tua casa, il tuo terreno, non hai niente".

Nel frattempo altri ex detenuti di Busiljá, che ora viviono ad Ocosingo, hanno ricevuto “l’avvertimento” che le loro case saranno perquisite dalla polizia e loro verrebbero rimessi in carcere. Un componente della famiglia Sánchez Gómez (12 membri della famiglia sono stati detenuti fino al marzo scorso) ha dichiarato di aver visto persone della Opddic di Busiljá aggirarsi per San Cristóbal.

Il CDHFBC esprime “seria preoccupazione per la persecuzione e le minacce”, ed ha chiesto alle autorità di indagare e fornire tutte le misure necessarie a proteggere l’integrità e la sicurezza di questi contadini tzeltales.

Dopo 22 giorni di sciopero della fame per chiedere la libertà, il Ministero di Giustizia ha rinunciato all'azione penale, "a condizione che non ritornassero a Busiljá". Così, Elías e la sua famiglia sono stati liberati il 31 marzo e non sono più tornati nella loro comunità per le minacce di Opddic. Elías è entrato a far parte del gruppo Voces Inocentes, "che con familiari ed amici lotta per la libertà dei detenuti di La Voz del Amate, La Voz de los Llanos e del Grupo Zapatista, e denuncia le violazioni dei diritti umani che subiscono le persone private della libertà".

Il CDHFBC sostiene: "Opddic è un'organizzazione di taglio paramilitare fondata dall'ex deputato del Partito Rivoluzionario Istituzionale Pedro Chulín Jiménez. Opera in maniera impune per vessare e minacciare le comunità autonome legate al movimento zapatista. Nonostante il governo del Chiapas conosca le azioni di questa organizzazione nelle comunità, in particolare contro la famiglia di Elías, non ha fatto nulla per garantire integrità e sicurezza, limitandosi a proibire alla famiglia di Elías di tornare nella loro comunità e sulle loro terre, condizione che li colloca in una situazione di profughi interni".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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