La
Jornada – Giovedì 6 novembre 2008
Consiglio regionale del
Chiapas: Il processo è lento, ma procediamo verso l’autonomia
Hermann
Bellinghausen
Tonalá,
Chis., 5 novembre - "Adesso noi ci organizziamo senza il
governo". Il Consiglio Regionale Autonomo della Zona Costa si presenta,
con tutta la modestia del caso, in queste parole del professor
Bersaín Hernández Zavala, membro del consiglio e veterano
attivista sociale del Fronte Civico Tonalteco, organizzazione
indipendente esemplare fondata nel 1985 in questa città, contro
gli abusi del governo (allora del generale Absalón Castellanos)
e che oggi partecipa, con il citato consiglio, alle lotte di resistenza
nella regione.
"Non ci educano ad essere autonomi ma dipendenti da progetti ed aiuti
del governo", riflette da maestro quale è. Si riferisce ad una
delle chiavi della cultura politica in Chiapas promossa dal potere:
distribuire progetti. Ma c'è chi tenta di portare la resistenza
verso esperienze di autogestione. Non solo le comunità autonome
zapatiste.
Sulla costa la resistenza si è sviluppata intorno alle tariffe
ed al pessimo servizio elettrico; una storia che ha più di dieci
anni. Da tutto questo tempo sono in prigione, a Tapachula, quattro
attivisti di Puerto Madero che nel 1996 si scontrarono con la polizia
per impedire che la Commissione Federale dell'Elettricità (CFE)
sospendesse il servizio a chi non voleva pagare. Sono forse i
"prigionieri politici" più antichi in Chiapas.
Il Consiglio Regionale si fondò è stato fondato nel
settembre 2007 sulla scia dell'Altra Campagna dell'EZLN, alla quale dal
2005 avevano aderito diverse comunità di pescatori del municipio
di Pijijiapan ed il movimento civico tonalteco. Appartiene inoltre alla
Rete Statale di Resistenza al Pagamento della Luce, che è
rappresentata in diverse regioni dello stato.
A Tonalá, l'identificazione con la ribellione zapatista risale
al 1994 quando il Fronte Civico esorta alla resistenza contro gli abusi
della CFE, partecipa alla Convenzione Nazionale Democratica nella selva
Lacandona e "come società civile appoggia l'EZLN e si unisce
alla sua lotta", racconta Hernández. Si forma così il
Coordinamento della Costa che i governi priisti silurano con denaro e
repressione, ma che nel suo momento migliore è riuscito a
prendersi sette od otto presidenze municipali.
Oggi una ventina di comunità di pescatori di Pijijiapan e
quartieri di Tonalá (dove lo spirito di appartenenza al
quartiere è un fattore culturale importante) si sono unite nel
Consiglio Regionale. Come dice Hernández, "si promuove
l'autogestione nella produzione e scambio nelle comunità" che
orami sono attività di salute ed educazione, laboratori per i
bambini dei villaggi, un allevamento di gamberi naturali a e in El
Fortín (villaggio di pescatori nelle mangrovie).
Le comunità e colonie della regione hanno negoziato con i
governi che si sono succeduti "firmando migliaia di verbali per niente".
Orlando Gutiérrez Simón, del Fronte Civico, incaricato
della gestione e rappresentanza legale di cittadini ed organizzazioni
indipendenti, sottolinea che i nuovi politici perseguono la stessa cosa
di Ruiz Ferro prima di loro: "dividere le resistenze, farle funzionare
per le politiche del governo". Ed aggiunge: "È quello che fa il
deputato perredista Fernel Gálvez, formando associazioni civili
con molto denaro mentre pensa alla sua campagna per essere candidato a
governatore".
Anche Roberto Albores Gleason, segretario del Turismo, è molto
attivo nella regione nel promuovere l’offerta turistica sulle spiagge
di Boca del Cielo e Puerto Arista r nelle comunità di pescatori
come San José. Pero Gutiérrez afferma: “Non fa altro che
prepararsi alla campagna elettorale per diventare deputato federale PRI
e poi governatore”.
Il Consiglio Regionale è orami guarito da partiti e spaventi. Il
professor Hernández dice: "L'EZLN segna il passo e noi lo stiamo
riprendendo". Già prima del 1994 si erano avvicinati alla
diocesi liberazionista di San Cristóbal de las Casas (anche se
sono nella giurisdizione di quella di Tapachula, più
conservatrice), alle organizzazioni dei diritti umani ed alle
organizzazioni indipendenti del Chiapas. Non sono nati ieri.
Puntualizza: "Nelle comunità di Pijijiapan che sono nel
consiglio, la gente non è disposta a cedere un metro della sua
terra". Ed ammette: "Il processo è lento, ma procediamo verso
l'autonomia".
(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)
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