La Jornada – Giovedì 6 marzo 2008
Gli appartenenti a La Voz de los Llanos si uniscono all’ondata di proteste in diverse carceri
Iniziano lo sciopero della fame 9 detenuti del Cereso 5, de Los Altos - Chiapas
HERMANN BELLINGHAUSEN

San Cristóbal de las Casas, Chis., 5 marzo -  Membri di la Voz de Los Llanos, organizzazione dei detenuti politici del Cereso 5, negli Altos, hanno iniziato lo sciopero della fame questo martedì nell'area delle visite della prigione. Sono stati subito raggiunti da Alejandro Galicia Morales, direttore della prigione, insieme al suo vice, Sergio Alfaro Vicente. Come riferiscono gli indigeni, "il direttore ha detto che ne abbiamo il diritto a patto che questo sia conforme all regolamento, ed ha chiesto i nomi di tutti coloro che sono in resistenza e sciopero della fame".

Rispetto ai suoi quattro compagni che li sostengono passandogli acqua ed altre cose necessarie", il direttore ha dichiarato che non era necessario prendere i loro nomi: "A meno che non sia per un trasferimento, loro non hanno niente a che vedere", ha detto.

Inoltre, Galicia Morali ha i pedito agli indigeni collocare striscioni allusivi alla loro protesta e li ha obbligati a spostarsi nella zona di visita dei coniugi, anche se i detenuti hanno dichiarato che non vogliono nascondere la loro azione, ma renderla visibile. I detenuti chiedono ai mezzi di comunicazione, alle organizzazioni dei diritti umani ed ai collettivi aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona che la loro lotta "sia visibile alla luce pubblica".

Partecipano alla protesta 13 appartenenti a La Voz de los Llanos, 9 dei quali si sono uniti allo sciopero della fame iniziato il 12 febbraio nel carcere principale del Chiapas, El Amate, di Cintalapa, da Zacario Hernández, che è in sciopero da 24 giorni. 11 appartenenti a La Voz del Amate ed uno della Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos, sono a loro volta in sciopero della fame dal 25 febbraio. Alcuni scontano lunghe pene. Tutti chiedono la loro immediata liberazione ed assicurano di essere in prigione ingiustamente.

Secondo il Centro de Medios Independientes (CMI) del Chiapas, nelle prigioni dell'entità "ci sono circa 100 persone private della loro libertà per ragioni politiche". Ricorda che a gennaio 2006 i detenuti indigeni del Cereso 14, El Amate, hanno organizzato un presidio permanente per chiedere la loro liberazione". La maggioranza appartengono a La Voz del Amate. 
 
Davanti alla mancanza di risposte da parte delle autorità, aggiunge il CMI, i carcerati tzeltales e tzotziles sono ricorsi alla protesta estrema "come ultima azione per reclamare i diritti che il governo dello stato ha violato dal momento della loro ingiusta detenzione". Hanno presero questa decisione quando il presidente della magistratura superiore "ha annullato un appuntamento già fissato nel Palazzo del Governo di Tuxtla Gutiérrez per risolvere i loro casi".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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