La Jornada – Giovedì 5 giugno 2008
Giunta di Buon Governo denuncia il taglio dell’elettricità da parte della CFE
Nell’azione, a Huaquitepec, sarebbe intervenuto un gruppo priista - La gente che protesta prosegue lo sciopero della bolletta a causa delle tariffe elevate; accusano l’ente parastatale di adottare tattiche di contrainsurgencia
HERMANN BELLINGHAUSEN

San Cristóbal de las Casas, Chis. 4 giugno - La giunta di buon governo (JBG) “Corazón del arco iris de la esperanza”, ha denunciato che il pomeriggio di lunedì scorso, nell'ejido Huaquitepec (municipio ufficiale di Chilón), un gruppo di priisti, "coordinati col Partito della Convergenza, circa 800 persone in tutto", insieme ai lavoratori della Commissione Federale dell'Elettricità (CFE) di Ocosingo, hanno tagliato le forniture di luce alle basi di appoggio zapatiste. Questo colpisce "decine di compagni ed altre decine di fratelli", solo que questi ultimi sono stati "ingannati dal loro partito, perché stavano protestando non pagando le bollette dell'energia elettrica perché la tariffa è molto alta".

Gli impiegati della CFE "hanno rubato i cavi che portavano la corrente ai nostri compagni (970 metri), comprati col loro stesso denaro e lavoro". La JBG avverte: "Loro non hanno mai rubato quello di cui avevano bisogno. Non siamo come i presidenti municipali, i governatori e quel ladro di Felipe Calderón, che stanno svendendo e regalando il patrimonio del nostro paese, il Messico".

Con questo, il governo dimostra che "continua ad usare gli indigeni per provocare uno spargimento di sangue, continuando nel suo piano economico di contrainsurgencia per distruggere la lotta per i nostri diritti e l'autonomia". Inoltre, "agisce in maniera indiretta strumentalizzando la gente, approfittando della grande ignoranza in cui ci ha tenuto il sistema capitalista; anche i nostri fratelli indigeni sono vittime del conformismo" ed accettano di coprirsi gli occhi "con qualche briciola di aiuti, come il progetto Oportunidades, ereditato dal ladro Vicente Fox".

La “provocazione” indica che il governo "vuole distruggere la nostra autonomia e la nostra resistenza al pagamento della luce. E' pronto invece ad usare le sue istituzioni per regalarlo tutto ai suoi padroni delle multinazionali".

Cresce il clima di scontro e violenza interacomunitaria

Da parte sua, rappresentanti delle comunità in resistenza organizzate nei Paopoli Uniti per la Difesa dell'Energia Elettrica (PUDEE) a Tila, Sabanilla, Tumbalá, Yajalón e Salto de Agua hanno mandato un comunicato all'EZLN, all'Altra Campagna (a cui aderisce questa organizzazione) ed al Sindacato Messicano degli Elettricisti denunciando "il clima di scontro e violenza interacomunitaria che sta provocando la CFE nelle comunità della zona nord".

L'energia manca nei municipi di Sabanilla (a El Calvario 20 famiglie sono da mesi senza luce ed in altre comunità il servizio è quasi nullo da ottobre 2007) e Tila (a Joljá, 17 famiglie sono da mesi al buio e la CFE sostiene che "sono in resistenza civile e c'è presenza di basi di appoggio dell'EZLN"; a Nicolás Bravo le autorità si scontrano con la popolazione; nel capoluogo municipale, "dalle 6 del pomeriggio non è piů possibile usare apparecchi elettrici, le scuole seriale non funzionano, né la clinica e gli ospedali"; sono colpiti anche Miguel Alemán, Masojá Grande, Masojá Shucjá, Jolnixtié prima sezione, Álvaro Obregón ed Emiliano Zapata. "Hanno minacciato i nostri compagni di andare da loro a tagliargli i fili, escluderli dai 'programmi' e perfino cacciarli dalla comunità se non pagano le bollette", denuncia il PUDEE.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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