La Jornada – Martedì 4 novembre 2008
Archeologo e
funzionari dell'INAH fanno pressioni sui contadini
Denunciate
nuove manovre per togliere le terre agli zapatisti
Hermann
Bellinghausen
San Cristóbal de las Casas, Chis. 3 novembre. La giunta di buon governo (JBG) El camino del futuro denuncia dal caracol Resistencia hacia un nuevo amanecer, a La Garrucha, "abusi dei tre livelli del malgoverno, federale, statale e municipale", nei poderi di San Antonio Toniná e Carmen Toniná, di proprietà di Alfonso Cruz Espinoza e Benjamín Martínez Ruiz, zapatisti del municipio autonomo Francisco Gómez. Questa terra confina con la zona archeologica di Toniná, alla periferia di Ocosingo.
La JBG ha indagato sulla situazione in agosto: "Il nostro
compagno Alfonso dichiara che il giorno 13 aprile ha scavato nella
sua proproietà un laghetto di otto metri di lunghezza, cinque
di larghezza e due di profondità dove il suo bestiame potesse
abbeverarsi". Dopo 15 giorni alcune persone incaricate
dall'archeologo Juan Yadeum hanno detto di aver trovato nel laghetto
la scultura di un personaggio, "Ed hanno
accusato il nostro
compagno di averla presa".
Il contadino dichiara che il laghetto "è stato scavato con una macchina e non è stato trovato proprio nessun oggetto di pietra. C'era solo terra e l'operatore della macchina non ha trovato niente durante il lavoro di scavo".
Un altro abuso consiste nel fatto che "senza permesso hanno rimosso la porta del suo pascolo ed hanno messo del ferro spinato chiudendo una strada che esiste da molti anni che conduce a La Libertad e ad altre comunità confinanti". Hanno anche tolto la recinzione "di fianco alla rovina così che i suoi animali escano, provochino danni e possano accusarlo".
Alfonso Cruz, il proprietario, "ora non può piantare neanche un palo nel suo prato né per costruire la sua casa, né la latrina, né lo spaccio, perché secondo l'archeologo due metri più sotto è proprietà della nazione".
Ma Yadeum "affitta spazi ai venditori che occupano il parcheggio che è proprietà federale, a vantaggio della direttrice del museo, Julisa Camacho Ramírez, di Yadeum Ángulo ed Emiliano Gallaga Murrieta", quest'ultimo delegato dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) in Chiapas, che recentemente ha avuto il suo momento di gloria per aver provocato indirettamente il massacro di Chinkultic.
Yadeum da più di 20 anni si comporta da "padrone" del sito archeologico (qui ha costruito la sua fama accademica). Secondo la JBG, ora chiede al contadino, con le minacce, di vendere la sua proprietà al prezzo che lo studioso vuole.
Cruz Espinosa è stato citato in giudizio a Tuxtla Gutiérrez da funzionari dell'INAH e minacciato di arresto con l'accusa di "danneggiare il patrimonio archeologico". Gli hanno dato quattro giorni per chiudere il laghetto ed imposto una multa di 30 mila pesos da pagare entro 12 giorni. Lui ha chiesto prove e testimoni dell'accusa, "perché non è un posto pietroso; ha chiesto se l'oggetto di pietra era rotto o sporco, ma non gli hanno risposto. L'hanno obbligato solo a firmare un verbale per pagare la multa, minacciandolo di mandarlo in prigione in quello stesso momento".
Le indagini della JBG hanno dimostrato che stanno sottraendo la terra al contadino. "I tre livelli dei malgoverni usano l'archeologo Yadeum per accusare falsamente il nostro compagno. Sono i loro modi; come negli sgomberi dei Montes Azules, pagano chiunque per fare pressioni sulle basi di appoggio dell'EZLN", ora per aver presuntamente danneggiato un reperto archeologico.
La JBG dichiara che il governo "fomenta la corruzione e permette che Yadeum gestica il sito come fosse di sua proprietà, perché ha costruito la sua casa usando materiali provenienti dalle rovine; non si occupa neppure della manutenzione del sito archeologico, e non si indaga su tutto questo".
Lo zapatista coltiva da anni il terreno e possiede documenti di proprietà e "adesso non può nemmeno costruire sulla sua proprietà, lo stanno privando del diritto alla terra e lo vogliono derubare o espropriare per mezzo dell'INAH".
La JBG avverte che Cruz Espinosa "non pagherà la multa di 30 mila pesos", e se il governo federale emetterà mandato di arresto, si riterranno responsabili di questo direttamente Yadeum, Julisa Camacho Ramírez ed i tre livelli di governo. "Sappiamo che la guerra non è finita, quindi è meglio che lascino in pace il compagno Alfonso. Lui continuerà a lavorare nel suo terreno. Come disse il generale Emiliano Zapata, la terra è di chi la lavora", conclude l'autorità autonoma.
(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)
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