La Jornada - 3 febbraio 2008
Autorità proteggono militanti dei partiti che commettono illeciti
Abusi in Oventic durante un operativo per smantellare una banda di ladri d’auto
Arrestano e torturano psicologicamente due indigeni che si rifiutano di consegnare denaro - In Magdalena la Paz trattengono l’automobile di un abitante con le carte in regola
Hermann Bellinghausen - Inviato
San Cristóbal de las Casas, Chis., 2 febbraio - La giunta di buon governo (JBG) di Oventic ha denunciato gli abusi commessi dalla forza pubblica mercoledì scorso, durante un molto appariscente operativo dell’Esercito federale e di diverse corporazioni di polizia in comunità del municipio ufficiale di Aldama (e autonomo, Magdalena La Paz), per “smantellare” una banda di ladri d’auto che operava nei dintorni, “in complicità e/o con la protezione delle autorità locali, municipali, statali e pure federali; per questo le autorità ufficiali non fanno nulla per evitare e controllare la compra, l’uso e la circolazione di veicoli illegali, come non fanno nulla contro la semina, il traffico ed il consumo della droga”.
La JBG Corazón Céntrico de los Zapatistas delante del Mundo documenta due casi di abitanti, basi d’appoggio dell’EZLN, che hanno subito furti, arresto, colpi e torture psicologiche da parte di agenti della polizia. Il 30 gennaio è iniziato questo operativo nelle comunità di Xuxch’en, Cotsilna’m e Xulumo’, tutte “appartenenti al municipio autonomo Magdalena de la Paz” - precisa la giunta. “L’obiettivo di questo operativo era il recupero di veicoli rubati e il rancho San Isidro, invaso da un gruppo di persone, però non è successo solo questo, perché sono stati fermati alcuni compagni”.
Così, “quando è arrivato l’operativo a Xuxch’en, si sono presi il veicolo Nissan, modello 2004 di Mateo Pérez Hernández, base d’appoggio dell’EZLN”. Quanto questi è arrivato “per dimostrare che il suo veicolo è legale, con tutti i documenti necessari (fattura, carte di circolazione e patente), oltre alla registrazione ed al permesso della JBG”, i poliziotti “non gli hanno fatto caso; lo hanno obbligato a salire sulla loro camionetta e se lo sono portato via all’Unità Amministrativa (UA), in San Cristóbal”.
Dopo varie ore nell’Unità Amministrativa, l’ndigeno zapatista ha richiesto che gli venissero restituiti i documenti del suo carro. “Gli hanno risposto che non c’era la persona che gli poteva rispondere e che quindi non poteva far altro che aspettare, finchè alla fine gli hanno detto che poteva andarsene e che doveva cercarsi un avvocato per recuperare il suo carro”. Nel Ministero Pubblico (MP) gli hanno detto “che non sapevano nulla dell’operativo e che poteva ritornare il giorno dopo”. Nell’UA gli hanno detto che il suo veicolo era stato portato a Tuxtla Gutiérrez.
Altri casi
Questo comportamento del Ministero Pubblico - dice la giunta - “è lo stesso di tutte le autorità governative che non si preoccupano di fare giustizia e delle persone innocenti, ma solo fanno loro perder tempo e spendere il denaro alla gente povera”. Durante lo stesso operativo “hanno preso altre due basi d’appoggio dell’EZLN, in Xulumo, in un sentiero che portava alle loro case”. Venivano dal vicino San Andrés. Si sono incontrati con l’operazione di polizia e dell’Esercito federale, “senza che avessero commesso nulla”.
“Dato che camminavano a piedi, hanno ordinato loro l’alt ed hanno puntato contro di loro le armi”. Poi li hanno interrogati e perquisiti “per vedere se portavano armi, però non hanno trovato nulla”. A Alfredo Pérez Hernández ed a Marcos Pérez Hernández, “hanno trovato 300 pesos in moneta e glieli hanno portati via. A parte, Marcos aveva 280 pesos in biglietti e glieli volevano prendere, ma lui si è rifiutato di farseli portar via; la polizia si è incazzata e l’hanno spintonato sotto il camion per fargli del male”.
In diversi veicoli sono stati portati a San Cristóbal de las Casas. Alfredo Pérez Hernández “sdraiato nel camion della polizia”. Marcos, che era in un altro camion, è stato obbligato a “sdraiarsi e gli hanno detto di non sollevare la testa. Dato che lui la sollevava gli hanno coperto la faccia con una coperta”.
Insieme con altri arrestati durante l’operativo, li hanno portati a Tuxtla Gutiérrez. “Hanno patito fame e sete perchè sono stati varie ore detenuti illegalmente. I poliziotti si sono comportati da prepotenti e si facevano forti delle loro armi e delle loro divise per intimidire. Era una tortura psicologica” – precisa la JBG.
Dopo varie ore, sono stati liberati, per intervento del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas. “Non avevano nessuna accusa contro di loro perché non hanno nulla a che vedere con i veicoli illegali, né con la invasione del predio San Isidro. Consideriamos una violazione dei diritti umani arrestare innocenti in un operativo, in cui si dovrebbero arrestare solo le persone che realizzano attività illecite come comperare ed usare veicoli illegali o rubati”.
La JBG sottolinea: “Da vari anni sono state date istruzioni da tutte le comunità, i municipi e territori zapatisti, con la proibizione totale di queste attività illecite. Nella nostra zona Altos ci sono coloro che non rispettano queste istruzioni. E sono in aumento i veicoli illegali, la semina ed il traffico di droga da parte delle persone affiliate ai differenti partiti politici. Agiscono in complicità o con la protezione delle autorità”.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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