La Jornada – Mercoledì 29 agosto 2007
Secondo uno studio, gli sgomberi nei Montes Azules sono un piano per cedere risorse alle multinazionali
HERMANN BELLINGHAUSEN

Gli operativi di sgombero violento delle comunità dei Montes Azules, Chiapas, che sembra non siano finiti "sono parte della strategia globale di 'svendita' del territorio a maggiore biodiversità, copertura forestale e portate d'acqua dolce non inquinata, del paese e della Mesoamerica", afferma l'organizzazione ambientalista Maderas del Pueblo del Sureste.

La strategia di svendita e controllo territoriale "di tutta la Selva Lacandona, compresa la Riserva della Biosfera progettata dal 1998, si è adeguata alle diverse congiunture" dei successivi governi federali, riferisce lo studio Desalojos en Montes Azules: recursos estratégicos; soberanía nacional y derechos indígenas en juego.

Lo scorso 18 agosto, il governo federale, in coordinamento con quello chiapaneco, ha organizzato sgomberi violenti nella parte centro-nord dei Montes Azules, contro i villaggi San Manuel (conosciuto dal governo come Nuevo Salvador Allende), San Pedro (ufficialmente El Inominado) e la fattoria El Buen Samaritano, tutti abitati da tzeltales, ricorda Maderas del Pueblo.

Come riultato di questi operativi "che violano nella loro forma di attuazione i più elementari diritti umani", ci sono 33 persone confinate in maniera "assolutamente illegale", in locali privati del capoluogo del municipio La Trinitaria, adibiti a casa di sicurezza, "così come sei uomini fermati ed immediatamente mandati nel carcere di El Amate".

Obbiettivi frustrati

Lo studio denuncia che l’operativo contro San Pedro, abitato da presunte basi zapatiste, "ha fallito nel suo obbiettivo di fermare e cacciare i suoi abitanti", i quali, all’arrivo degli elicotteri della polizia, "sono fuggiti in montagna, dove stanno sopravvivendo in condizioni disumane".

Gli sgomberi, così come precedenti azioni di questo tipo ed i cosiddetti "ricollocamenti effettuati", sono "giustificati" dai governi federale (Segreteria della Riforma Agraria, Procura Agraria, Segreteria dell'Ambiente e Risorse Naturali, Commissione Nazionale per le Aree Naturali Protette, Procura Federale per la Protezione dell'Ambiente) e statale sulla base di un "doppio pretesto". Da una parte"il presunto reato di saccheggio e danno di proprietà altrui, definendo invasori tutti i villaggi tzeltales, tzotziles, choles e tojolabales situati nella cosiddetta Zona Lacandona e la riserva della biosfera". Dall'altra, l'accusa di "predatori" che si imputa a questi villaggi.

Senza negare la "necessaria conservazione ambientale", Maderas del Pueblo sostiene che: "sebbene nella fattoria El Buen Samaritano avvenivano continui disboscamenti a scopo di allevamento di animali (motivo per cui era stata espulsa dalla ARIC Indipendente), non è per nulla il caso di San Manuel e San Pedro. E tanto meno di altri ejidi minacciati", come Salvador Allende, Nuevo Villaflores, Nuevo Limar, Corozal ed Ojo de Agua la Pimienta, tra altri, "che portano avanti esemplari opere di riordino ambientale comunitario e di agroecologia".

Maderas del Pueblo sottolinea un "paradossale" contrasto. Le comunità tollerate dal governo, ed usate, insieme ai lacandoni di Lacanjá, contro gli altri villaggi nella regione, sono "le zone a maggiore deterioramento di vegetazione e suolo della selva". Cioè, Frontera Corozal e Nueva Palestina, "dove l'allevamento si sta sviluppando in maniera accelerata sotto la spinta e la complicità ufficiale". Della più recente distribuzione di risorse, prodotto degli "indennizi" per gli espropri federali "che demagogicamente ed irresponsabilmente si sono fatti in maniera individuale, la maggior parte del denaro ricevuto dai 'subcomuneri' è stata usato per l'acquisto di bestiame!".

La strategia di svendita e controllo territoriale, "mascherata da filantropico 'beneficio dell'umanità', risponde ad interessi corporativi multinazionali nella 'conservazione ambientale' con fini di appropriazione, mercificazione e lucro miliardario delle preziose e strategiche risorse naturali di questa ed altre regioni indigene e rurali del paese".

Biodiversità, copertura forestale ed acqua sono alcune delle risorse ambite da imprese dei settori biotecnologico ed agroalimentare (Monsanto, Pioneer, Novartis, Bimbo), farmaceutico (Pharmacia, Bayer, Pfizer, Adventis), automobilistico e petrolifero (Ford, General Motors, Shell, Federazione Internazionale Automotriz), dell'imbottigliamento (Coca-Cola, Nestlé, Pepsi Cola) e minerario (Cemex), "varie delle quali sono già presenti direttamente o indirettamente nella selva Lacandona".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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