San Cristóbal de Las Casas - Chiapas - 28 febbraio 2007
PRONUNCIAMENTO DELLA RETE PER LA PACE PER LE AGGRESSIONI A CIEPAC
ALL'OPINIONE PUBBLICA
Il 26 febbraio 2007, tra le 9:20 e le 9:30 della mattina, è stato lanciato sopra la porta dell'ufficio del Centro di Investigazioni Economiche e Politiche di Azione Comunitaria A.C. (CIEPAC) un foglietto strappato da un quaderno (piegata a ventaglio e poi ripiegata ancora a metà) col seguente messaggio: "Goditi il tuo ultimo giorno. Ti ammazzeremo. Sto cercandoti e ti ho già trovato" (sic).
Vogliamo segnalare che questo è solo l'ultimo episodio di una lunga lista di minacce contro attivisti e difensori dei diritti umani in Chiapas. è utile ricordare che CIEPAC ha già inviato una denuncia pubblica sulla sorveglianza e tentativo di perquisizione alle sue installazioni nel mese di gennaio del presente anno.
Dal novembre 2005 al febbraio 2007, abbiamo registrato per lo meno 25 episodi di persecuzione. Per nessuno di questi fatti c'è stato un avanzamento nelle indagini né è stato accusato qualcuno (vedere la lista allegata).
Con preoccupazione ed indignazione, la Rete per la Pace esprime la sua solidarietà con CIEPAC (membro di questa Rete) e denuncia che il succedersi delle aggressioni contro organizzazioni civili che difendono i diritti umani, continua a mettere a rischio il lavoro e l'integrità di coloro che orientano il loro lavoro alla difesa dei diritti umani, alla costruzione della pace ed al rafforzamento dei processi sociali delle popolazioni indigene.
Di fronte alla carenza di azioni efficaci da parte dello Stato nella risposta a questi casi, facciamo appello alla società civile nazionale ed internazionale a seguire attentamente e a solidarizzare per la possibile escalation delle aggressioni.
Azioni raccomandate
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Appoggiare il lavoro di CIEPAC (ciepac@laneta.apc.org) e delle organizzazioni che lavorano in Chiapas per i diritti umani e per la costruzione della pace.
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Fare pressione affinché cessino le aggressioni e le intimidazioni contro attivisti sociali e difensori dei diritti e richiedere la punizione dei responsabili di questi atti.
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Fare pressione affinché si garantisca che gli spazi rimangano aperti e sicuri per le azioni di lavoro per i diritti umani e la democrazia che differenti organizzazioni non governative sviluppano in Chiapas.
RETE PER LA PACE
Alianza Cívica de Chiapas, CEPAZ (Colectivo de Educación para la Paz), Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de las Casas, Centro de Derechos Humanos Fray Pedro Lorenzo de la Nada, Centro de Derechos de la Mujer de Chiapas, CIEPAC (Centro de Investigaciones Económicas y Políticas para la Acción Comunitaria), CIAM (Centro de Investigación y Apoyo a la Mujer), COFEMO (Colectivo Feminista Mercedes Olivera y Bustamante, A.C.), CORECO (Comisión para la Reconciliación Comunitaria), DESMI, A.C. (Desarrollo Económico y Social de los Mexicanos Indígenas), EDUPAZ (Educación para la Paz), Enlace, Capacitación y Comunicación (Ocosingo y Comitán), PROPAZ Suiza Chiapas, (Plataforma Suiza para la Paz en Chiapas), SERAPAZ (Servicios y Asesoría para la Paz), SIPAZ (Servicio Internacional para la Paz), CAPISE (Centro de Analisis Político e Investigaciones Sociales y Económicas),
Centro de Derechos Humanos Fray Ignacio de Barnoya, CEDIAC (Centro de Derechos indígenas)
Si uniscono a questo pronunciamento:
Maderas del Pueblo del Sureste, A.C., Red de Constructores de Paz, Colectivo Feminista Casa de Apoyo a la Mujer Ixim Antsetic de Palenque, Salud y Desarrollo Comunitario, A.C.(SADEC), Centro de Derechos Humanos de la Montaña, Tlachinollan, de Guerrero.
Segue l’elenco degli episodi precedenti
Fatti, denunciati pubblicamente, di intimidazione e minacce contro attivisti e difensori dei diritti umani in Chiapas.
- Nella notte del 20 novembre di 2005 in San Cristóbal de Las Casas, sei individui vestiti di nero hanno aggredito a pugni e coltellate Gustavo Jiménez Pérez, membro di Alleanza Civica-Chiapas, nella casa che condivide con Gabriel Ramírez Cuevas, anche lui membro di quell'organizzazione che cerca promuovere la partecipazione cittadina. Hanno minacciato di morte Gustavo, che è rimasto gravemente ferito. Anche se gli attaccanti si sono portati via alcuni oggetti, ne hanno lasciati altri di maggior valore, come denaro in contanti, il che fa pensare che non si trattasse di delinquenti comuni.
- Il 5 dicembre 2005 quattro membri del Centro di Azione ed Investigazione Latinoamericana, A.C. (CIAM), hanno denunciato di esser stati trattenuti in modo illegale e minaccioso per circa 45 minuti in un posto di blocco non permanente delle Basi di Operazioni Miste, composto da agenti di transito, migrazione e sicurezza pubblica (BOM). Il fatto è successo nella zona de Los Altos del Chiapas, all'incrocio della strada Chamulá - Zinacantán.
- Nei mesi di novembre e dicembre, in varie date, María Georgina Bocanegra, ex collaboratrice del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, ha subito danni inspiegabili alla sua auto: agli inizi di novembre hanno forzato la portiera, il 15 novembre hanno rotto il vetro del lato sinistro, il 6 dicembre hanno rubato lo specchietto del lato sinistro e, il 7 dicembre, hanno rubato i tappi dei cerchioni.
- Il 15 dicembre 2005 Miguel García Aguirre, coordinatore di Maderas del Pueblo del Sureste, A.C. (MPS), e Silvia Vázquez Díaz, co-fondatrice di MPS e membro del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, hanno denunciato che alle 21 e 30 hanno bussato alla porta dei loro vicini di casa due sconosciuti che volevano informazioni sulla vita quotidiana di Silvia e volevano affittare per la notte il patio della casa per aspettare Silvia. Davanti al rifiuto dei nostri vicini, i due se ne andavano via. All'alba del 21 dicembre il suo veicolo parcheggiato di fronte a casa aveva il parabrezza posteriore completamente rotto.
- Il 21 gennaio 2006 tre individui si sono presentati nella lavanderia dell'attivista sociale Marisa Kramsky in San Cristóbal de las Casas. Questi tre, alla consegna dei loro vestiti, si sono messi a reclamare che erano stati lavati male senza neanche controllare, l'hanno minacciata di morte ed hanno cercato di picchiarla, mentre uno di loro andava a cercare la pistola nell'auto. Marisa ha iniziato a telefonare per chiedere aiuto e gli uomini se ne sono andati.
- Il 2 febbraio Mario M. Ruiz, collaboratore della Commissione di Appoggio all'Unità ed alla Riconciliazione Comunitaria AC. (CORECO), è stato minacciato da sconosciuti che l'hanno inseguito con una camionetta nera e gli hanno intimato con parolacce a mollare le sue attività.
- Il 9 febbraio, alle 4, Marina Pagés si è svegliata per il suono del campanello della casa-ufficio di SIPAZ (Servizio Internazionale per la Pace). Alzata ha riconosciuto la musica ad alto volume dell'inno zapatista provenire da una camionetta di color grigio. Il veicolo è poi andato fin sotto casa di un altro membro di SIPAZ, hanno bussato anche alla sua porta varie volte mentre di nuovo un'altra persona dentro il veicolo metteva l'inno zapatista.
- In tre occasioni tra novembre 2005 e gennaio 2006 la libreria El Mono de Papel ha subito tentativi di furto e, nell'ultimo caso, uno dei suoi commessi è stato picchiato.
- L'11 febbraio la Banca HSBC del Messico, ha chiuso "per così favorire i propri interessi" due contratti da parte di persone di Enlace Civil, A.C., che servivano per ricevere depositi nazionali ed internazionali per appoggiare progetti di produzione, di educazione e di salute nelle comunità indigene zapatiste.
- Il 14 febbraio è stato riattivato l'espediente penale 100/2004 con un ordine di cattura per Mario Álvarez Rodríguez, dirigente della Centrale Unitaria di Lavoratori (CUT), per il reato di spoliazione di terre, reato dal quale era stato assolto da un giudice di prima istanza. Denunciano pure le minacce e le persecuzioni permanenti nei loro uffici in Palenque.
- Il 24 febbraio Dámaso Villanueva Ramírez, del Comitato Cittadino per la Difesa Popolare (COCIDEP), è stato arrestato in San Cristóbal de las Casas da poliziotti municipali che l'hanno trasferito nel Centro di Reinserimento Sociale N°5 di San Cristóbal de las Casas. La denuncia è dell'Impresa Telefonia Pegaso che l'accusa della distruzione di una delle sue basi di telefonia cellulare il 26 ottobre 2004 per un valore di 2.340.000 pesos messicani. Questo fatto era successo proprio mentre Dámaso era ad una riunione nel Palazzo Municipale di San Cristóbal. Il 2 marzo Dámaso è stato liberato dal giudice che ha dichiarato insufficienti le prove.
- Il 26 febbraio Ernesto Ledesma, direttore del Centro di Analisi Politica ed Investigazioni Sociali ed Economiche AC. (CAPISE), arrivando a casa sua ha trovato il lucchetto rotto e la porta d'entrata forzata, al suo interno ha constatato che erano state tirate fuori le foto dei suoi familiari ed erano state disposte sopra al suo letto. Non c'è stato nessun furto, il che fa scartare che sia opera della delinquenza comune.
- Il 14 marzo 2006 David Méndez (Frayba) e sua moglie Norma Medina (Cáritas di San Cristóbal de las Casas) hanno subito un assalto in casa a San Cristóbal de las Casas. Non erano lì al momento dell'assalto e quando sono ritornarono hanno visto che era stata forzata la porta di entrata. Hanno trovarono i loro oggetti personali e quelli dei loro figli sparsi per l'abitazione. Si erano portati via solo un computer portatile, mentre hanno lasciato lì oggetti di valore. La denuncia è stata presentata alla Subfiscalia Regionale Zona Altos.
- Il 20 maggio 2006, due membri di Melel Xojolabal, organizzazione civile che lavora nella difesa dei diritti dei bambini e dei giovani che vivono in strada hanno trovato sottosopra la loro casa con tutti i documenti in disordine; spostato ed acceso un computer portatile dal quale sono stati copiati gli archivi e sottratto uno zaino, un televisore ed un lettore DVD. I ladri hanno lasciato l'impronta di uno stivale inzaccherato di fango stampata su un foglio di carta, vicino a candele accese. L'organizzazione ha denunciato in un comunicato che "Questo tipo di molestia ha le caratteristiche di una incursione militare".
- Il 17 luglio Manuel Gómez Hernández (Frayba) ha ricevuto minacce telefoniche da parte di una persona che ha detto d'essere autorità municipale di Zinacantán.
- Il 5 agosto 2006 degli sconosciuti hanno rotto a sassate il finestrino dell'auto Dodge Stratus modello 1998, di proprietà di un membro di CIEPAC. Non si sono portati via nulla, neanche la radio che era chiaramente visibile.
- Il 7 ottobre, di sera, all'auto Tsuru di proprietà di Mariel Cámeras, avvocato del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, è stato rotto il parabrezza con una grande pietra. Inoltre hanno rubato gli specchietti retrovisori ma all'interno del veicolo non hanno portato via niente.
- Il 22 ottobre gli uffici del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, ubicati in Calle Brasil 14 del Barrio de Mexicanos in San Cristóbal de Las Casas, sono stati perquisiti da sconosciuti.
- Il 1° di novembre il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas ha accolto la denuncia della persecuzione da parte di tre sconosciuti ad un gruppo di difensori ed osservatori che stavano finendo il loro lavoro di documentazione sui diritti umani e stavano andando a piedi verso il parco centrale della città di San Cristobal. Sono stati filmati dagli occupanti della camionetta grigia tipo Ford-Ranger con targa CY-02-834 dello stato del Chiapas, che li ha seguiti per un bel pezzo. Questo fatto è stato reso pubblico il 2 novembre.
- Il 4 novembre, in una sessione di lavoro convocata dalla Società Civile Las Abejas e che aveva luogo nelle installazioni del Centro dei Diritti Umani y Bartolomé de Las Casas, il personale del Centro ha scoperto due uomini infiltrati nella sessione, ai quali è stato chiesto di andarsene. I due, interrrogati separatamente, hanno detto di chiamarsi José Antonio López Hernández, mentre si erano registrati per la riunione come Edgar Eduardo Ruiz e José Alfonso López Hernández. Più tardi si è presentato un altro individuo che ha detto di chiamarsi Jerónimo Luna Sánchez, che era stato visto giorni prima aggirarsi attorno alle installazioni del Frayba.
- L'8 novembre personale del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas ha notato la presenza di una camionetta Ford bianca, con targa CX-95-437 dello stato del Chiapas, che era parcheggiata alla sede e dal suo interno, delle persone estranee stavano filmando gli accessi, la facciata e la parte superiore delle installazioni di questo Centro.
- In dicembre è stato pubblicato un documento intitolato "Il Volto della Comunità Lacandona" sottoscritto dalla "Fondazione Lacandona, A.C." e dall'OPDDIC, nel quale si segnalano come organizzazioni che diffamano e minacciano diverse organizzazioni civili, tra le quali il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, come Miguel García Aguirre, dell'organizzazione civili Maderas del Pueblo del Sureste.
- Il 31 dicembre, alle 9 di mattina, un individuo che sembrava un poliziotto, di pelle scura, capelli neri ondulati, di statura media, con un giubbotto nero con le lettere INFINITUM sulla schiena ed uno zaino nero a spalla, stava forzando la porta principale degli uffici di CIEPAC. Questa porta è doppia e l'individuo aveva una copia di una delle due chiavi. Non è riuscito ad entrare perché non è riuscito a forzare la seconda serratura. Questa persona era accompagnata da un altro individuo che l'aspettava all'interno di un Volkswagen berlina rosso parcheggiato davanti alla porta degli uffici.
- Il 24 febbraio, all'1:30 a.m., vari membri di CIEPAC che uscivano da una cena dell'equipe di CIEPAC, stavano salendo sulle loro auto, quando sono stati intercettati da sei individui in uniforme, con armi di alto potere: due di loro erano incappucciati, a bordo dell'auto pattuglia PS-344. Mentre richiedevano i documenti d'identità a due persone, uno degli uniformati ha affrontato fisicamente un'altra, imponendole di fare inversione per poter perquisire il veicolo.
- Il 26 febbraio 2007, tra le 9 e 20 e le 9 e 30 della mattina, è stato lanciato sopra la porta degli uffici di CIEPAC un foglietto, piegato a mo' di ventaglio e ripiegato a metà, col seguente messaggio: "Goditi il tuo ultimo giorno. Ti ammazzeremo. Ti sto cercando e ti ho già trovato" (sic).
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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