La Jornada – Giovedì 27 settembre 2007
Violenza latente a San Andrés
HERMANN BELLINGHAUSEN

San Andrés Sakamch’en de los Pobres, Chis. 26 settembre - Pochi isolati tra la base militare di San Andrés Larráinzar e la presidenza municipale, in questa piazza che non sarebbe esagerato definire storica per i popoli indios del Messico. Qui si celebrarono i falliti dialoghi di pace tra il governo federale e l'EZLN, in presenza di membri distinti di decine di popoli del paese che sommarono le loro voci a quella dello zapatismo ribelle. Questo avveniva tra il 1995 e 1996.

In questa presidenza autonoma, una delle prime in territorio ribelle, questo fine settimana sono apparse tre lettere manoscritte di minaccia di morte contro l'attuale consiglio municipale autonomo. Con l'inequivocabile stile della Opddic (Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini) che qua si fa chiamare "Opdic roja", e che sta allungando gli artigli su Chenalhó e Polhó, i paramilitari hanno compiuto un ulteriore passo nell'escalation contro le comunità zapatiste.

Sebbene non vi sia certezza, tanti osservatori indipendenti come gli indigeni stessi pensano che i "nuovi" paramilitari degli Altos (regione tzotzil dove avvenne il massacro di Acteal nel 1997) non sono tanto nuovi; con qualche ricambio generazionale, sono gli stessi gruppi di prima, ai quali non è stata sequestrata una sola arma in oltre dieci anni. La franchigia qui funziona in maniera simile alla zona chol, nel nord, dove Paz y Justicia e ed i Chinchulines si sono trasformati in Opddic.

Il "conflitto" a San Andrés comincia, come a Chilón, Altamirano, Tumbalá ed Ocosingo, in un improvviso interesse dei gruppi filogovernativi (di PRI e PRD), vincolati sempre con l'Esercito federale e con gli uffici governativi, per i terreni recuperati dall'EZLN dopo la sollevazione del 1994. Negli Altos, a differenza della selva, non ci furono fattorie né latifondi da recuperare, ma spazi pubblici. Come questa presidenza municipale che governo statale tentò di strappare agli zapatisti nel 1999, fatto che provocò una mobilitazione indigena così massiccia che il tentativo durò poche ore.

Non lontano da qui, nel municipio autonomo San Juan de la Libertad, il governo espulse a ferro e fuoco gli zapatisti dalla presidenza a El Bosque, nel 1998. Ma a San Andrés la giunta tradizionale del villaggio è quella autonoma.

C'è anche una presidenza municipale ufficiale, in una casa privata, vicino alla stessa piazza. Lì arrivano gli aiuti governativi. I due governi municipali sono coesistiti più di un decennio grazie alla potente tradizione comunitaria e sacra che qui sopravvive. Ora, come dicono le minacce delle "autorità militari di due gruppi" paramilitari, il mercato e l'edificio scolastico che sono stati in disuso diventano motivo di reclamo, e come si vede, violento.

Questo perché il municipio autonomo ha deciso di riparare ed inaugurare, il prossimo 29 settembre, il mercato che il governo ha costruito intorno al 1993 e mai completato, lo stesso che poi è servito da alloggio per le migliaia di indigeni che formarono la cintura di pace durante i dialoghi, e finì in disuso. Oggi risplende come non mai: ridipinto, con fiammanti porte e cancelli, tutta la tettoia rinnovata. Pronto a ricevere il grande mercato che si riunisce ogni venerdì nella piazza centrale e gli ambulanti fissi che occupano le bancarelle nel parco. E senza denaro del governo.

Gli avvertimenti di morte contro il presidente autonomo, il sindaco ed i consiglieri risponderebbero a questa inaugurazione annunciata. Stanno organizzando i commercianti priisti ad una "resistenza" che alcune settimane fa non gli sarebbe venuto in mente. Il municipio costituzionale riunisce delle "giunte" affinché cambino parere e si oppongano al nuovo mercato.

Anche cosí, il clima a San Andrés è tranquillo. Questo pomeriggio è pieno di bambini di tutte le età che escono dalla scuola ufficiale. L'altro motivo del conato criminale dei paramilitari è che nell'edificio da loro abbandonato, ora recuperato, gli zapatisti apriranno una scuola autonoma. La prima in questo capoluogo, perché fino ad ora il sistema di educazione autonomo è nelle comunità rurali ed Oventic, non nell'ambito urbano. Per questi motivi "presto attaccheremo o faremo giustizia", dicono i "nuovi" paramilitari.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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