La Jornada – Lunedì 27 agosto 2007
Ricatturato un membro dell’altra campagna
HERMANN BELLINGHAUSEN

Collettivi dell'altra campagna nello stato di Veracruz hanno denunciato che questo sabato è stato nuovamente fermato uno dei 10 contadini nahuas del municipio Ixhuatlán de Madero, nella regione Huasteca, catturati nel nuovo villaggio Diez de Junio lo scorso 14 giugno, rinchiusi nel carcere di Villa Aldama e rilasciati su cauzione tre settimane dopo.

Basilio Villa Antonio, di 31 anni, è stato riarrestato davanti a casa sua, a Lomas del Dorado, da uomini che l'hanno caricato su un furgone, intorno alle ore 18 ore del 25 agosto. Villa Antonio e sua moglie erano di ritorno dal fiume, quando due uomini l'hanno avvicinato e caricato sul furgone senza targa, "senza dargli il tempo nemmeno di vestirsi, visto che indossava con calzoncini corti blu, senza maglietta, ciabatte e e senza occhiali", denunciano i suoi compagni dell'altra campagna.

Gli individui che, senza identificarsi, l'hanno prelevato, erano accompagnati da due uomini su un altro furgone. Entrambi i veicoli lo stavano aspettando. Erano già passati per il villaggio interrogando la popolazione. Lo stesso giorno avevano tentato di prelevare anche Antonio Santiago Hernández, ma in questo caso avevano mostrato ai suoi famigliari dei documenti, probabilmente mandati di cattura, nei quali la moglie di Antonio Santiago aveva riconosciuto la foto di suo marito.

La donna dichiara che lei ed il cognato di Antonio sono stati minacciati con un arma a canna lunga; "una mitraglietta", ha detto. I presunti agenti dicevano di essere alla ricerca di cinque contadini accusati di "detenzione d'armi". Prima di cercare di arrestare Santiago, i suoi famigliari assicurano che gli sconosciuti avvicinavano le persone con l'inganno, cercando di spacciarsi per "parenti". Erano in abiti borghesi e viaggiavano su furgoni senza targa.

I contadini di Lomas del Dorado assicurano che i sequestratori sono dell'Agenzia Federale di Investigazione. Questa domenica Basilio è stato rintracciato nella prigione di Tuxpan.

Dieci indigeni dell'organizzazione Dorados de Villa si trovano liberi su cauzione dopo il loro arresto e quello di un osservatore dei diritti umani lo scorso 14 giugno. Oltre all'accusa di "saccheggio" per avere invaso terre della potente famiglia Faisal, la cui proprietà è rivendicata da decenni dai contadini, questi hanno dichiato che una volta giunti nella prigione di Villa Aldama "si sono visti consegnare delle armi che loro non avevano mai avuto e sono stati obbligati a posare per delle foto con queste armi".

Infatti, nella loro prima dichiarazione davanti all'agente del Pubblico Ministero di Chicontepec, che andò fino a Perote per interrogarli, nessuna domanda si riferiva a quelle armi, che furono seminate poi per includerle in un fascicolo "appositamente costruito", come documentato allora dalla loro difesa, attribuendole come segue: Alicio Martínez Cruz (9 millimetri), Antonio Santiago Hernández (calibro 38), Pedro Gutiérrez Hernández (pistola calibro 22), Severo Antonio Hernández (revolver Bulldog calibro 38), Basilio Villa Antonio (pistola di plastica scura, "tipo accendino", cioè, un giocattolo).

In questo modo, il governo veracruzano riapre il caso più scandaloso di violazione dei diritti umani ed indigeni compiuta da poliziotti statali e federali da quando Fidel Herrera Beltrán occupa l'Esecutivo dello stato.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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