La Jornada – 26 marzo 2007
Gli indios, "protagonisti" della resistenza; comincia la seconda fase dell'altra campagna
Marcos: un altro mondo sarà possibile solo sul cadavere del capitalismo

ELIO HENRIQUEZ E HERMANN BELLINGHAUSEN - CORRISPONDENTE ED INVIATO

San Cristóbal de Las Casas, Chis, 25 marzo - Con un atto internazionale, visto ed ascoltato in più di 10 paesi e collegato con Tegucigalpa e Sao Paulo - perché in tempo reale le organizzazioni Vía Campesina ed il Movimento Sin Tierra (MSN) si sono uniti all'EZLN ed al suo appello per una Campagna Mondiale per la Difesa delle Terre ed i Territori Indigeni e Contadini -, è iniziata questa notte la seconda fase dall'altra campagna.

Dichiarando l'avvio formale della nuova tappa, il comandante Tacho ha dichiarato che "il potere di quelli in alto e dei padroni del denaro" fa le stesse cose in tutto il paese: "sgomberi e repressione". Gemellando la loro lotta con "tutti quelli che subiscono questi inumani sgomberi" gli zapatisti rendono onore "alla loro parola di scendere a lottare e di stare insieme ai compagni della Sesta".

Il subcomandante Marcos ha detto che "i popoli indios dell'America avranno, come 500 anni fa, un ruolo da protagonisti nella resistenza, ma la battaglia finirà in una sconfitta definitiva se non si alleano coi lavoratori delle campagne e delle città e con altri settori sociali". Parlando con altri conferenzieri della guerra neoliberale, ha sostenuto che un altro mondo sarà possibile "solo sul cadavere del capitalismo come sistema dominante".

Davanti a circa 200 persone, Marcos ha dichiarato che l'attuale tappa del capitalismo è una nuova guerra di conquista e che la globalizzazione del capitale "ha distrutto le frontiere nazionali e ha riscritto il mondo; la logica del mercato determina le relazioni internazionali e dentro ai moribondi Stati nazionali".

Quella logica - ha aggiunto - "nasconde dietro la sua apparente innocenza la logica di sfruttamento, spoliazione, repressione e disprezzo".

Nel capitalismo "non c'è ricchezza pulita: alla sua origine ci sono il furto e lo sfruttamento". Ha affermato che nella sua globalizzazione economica, cioè nella quarta guerra mondiale, il nemico è il pianeta stesso con tutto quello che contiene, abitanti e natura. "L'imperialismo avrà cambiato forma di guerreggiare ma il padrone continua ad essere il capitale ed il suo imperatore vitalizio è il capitale finanziario".

Nell'atto, realizzato nel centro culturale Tierra Adentro, a mezzo isolato dallo zócalo, Marcos ha dichiarato che la strada verso la libertà non "è una moderna autostrada a pagamento sulla quale transitano le masse guidate da un’elite di capi ed illuminati. La strada per essere liberi non c'è di fatto: viene costruita dai e dalle senza nome e senza volto che stanno provando una direzione e poi un'altra fino ad arrivare con le loro lotte fin dove vogliono arrivare".

I media inibiscono la lotta sociale

I grandi mezzi di comunicazione elettronici "sono gli inibitori della lotta democratica e sociale" ed in più sono diventati Ministero Pubblico, gabinetto ufficioso, polizia plenipotenziaria, giudici che dettano condanne per colui che sta in basso e assolvono colui che sta in alto.

Seduto tra i comandanti David e Tacho, Marcos ha sottolineato che le forze d'invasione dei paesi dell'America Latina, sono formate dai governi e dalla classe politica e, salvo "l'eccezione di Cuba, la ribellione crescente del Venezuela e l'ancora in via di definizione specificità della Bolivia, i governi latinoamericani, senza che importi la loro presunta ideologia, si sono trasformati nei capitani di riconquista dei territori che hanno visto fiorire le civiltà dei popoli originari di queste terre".

Ha affermato che agonizzano la classe politica tradizionale, la classe media, il pensiero critico, il corporativismo, le grandi centrali sindacali operaie e contadine, l'autonomia relativa delle istituzioni educative, della ricerca scientifica, della cultura e dell'arte, le relazioni comunitarie, il tessuto sociale, la previdenza sociale, la sicurezza pubblica e la democrazia elettorale.

Joao Pedro Stedile, del MST, ha letto in trasmissione internautica un messaggio firmato pure da Eduardo Galeano e dai vescovi Pedro Casaldáliga e Thomas Balduino: "La lotta e la resistenza di voi, fratelli e sorelle zapatisti, sono per noi un respiro, una speranza. Un combustibile sociale. Continuate a resistere, non scoraggiatevi. Contate su di noi. Non possiamo essere lì fisicamente, grazie al consolato del Messico che è come un ufficio gringo in Brasile, ma siamo con voi".

Con loro, 66 movimenti ed entità brasiliani hanno salutato l'altra campagna: "Stiamo accompagnando preoccupati gli avvenimenti dell'offensiva repressiva contro di voi. Recentemente è già successo in Atenco, a Oaxaca ed ora arriva con più forza in Chiapas". I riferimenti all'offensiva paramilitare ed agraria sono stati costanti in tutti gli interventi nell'ampia tavola rotonda. Quella che incomincia è una gran giornata in difesa della terra, nel paese e nel mondo.

Da lontano ha parlato anche l'hondureño Rafael Alegría, coordinatore della Campagna Globale per la Riforma Agraria di Vía Campesina Internazionale, dichiarando il totale appoggio all'iniziativa zapatista: "Siamo nella stessa lotta, ed insieme vinceremo".

Come contadini, indigeni e senza terra - ha aggiunto - "sentiamo che la vostra lotta per difendere le vostre terre e territori recuperati è la nostra lotta. Riconosciamo la validità della riforma agraria che hanno fatto gli zapatisti nel loro territorio e denunciamo la campagna coordinata di controriforma agraria dove i gruppi paramilitari, i militari, la procura ed il tribunale agrario ed il governo cospirano per spogliare le comunità zapatiste delle terre e dei territori recuperati a partire dall'insurrezione del 1994".

Per concludere, il comandante David ha ringraziato per le parole di appoggio - "sono una forza per i nostri popoli" - ed ha invitato a prestare attenzione a quanto possa succedere in Chiapas. "Resisteremo in modo organizzato" - ha annunciato.

Fanno parte della Commissione Sesta dell'EZLN che percorrerà il paese: i comandanti David, Susana, Yolanda, Guillermo, Tacho, Emiliano, Kelly, Dalia, Masho, Eduardo, Zebedeo, Miriam, Moisés, Eucaria e Sandra, come pure il subcomandante Marcos.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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