Lettera aperta ai parlamentari e ai rappresentanti istituzionali locali in occasione della visita in Italia di Felipe Calderón, presidente della Repubblica Messicana

25 maggio 2007

Ci rivolgiamo a tutti e tutte voi perché il 3, 4 e 5 giugno 2007 sarà in visita ufficiale in Italia per incontrare il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ed il Papa Benedetto XVI, Felipe Calderón, presidente della Repubblica Messicana.

Siamo associazioni, coordinamenti, reti e gruppi che in questi anni hanno intrecciato il loro percorso con l'esperienza delle comunità indigene zapatiste del Chiapas, nel sudest messicano.

A partire da una relazione diretta e dai progetti di cooperazione realizzati con il movimento zapatista abbiamo seguito le vicende della politica nazionale messicana, in una prospettiva di solidarietà e scambio con i movimenti sociali che in quel Paese si mobilitano per la democrazia, i diritti umani, il miglioramento della qualità della vita, la difesa ambientale e il riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni.

In particolare, negli ultimi due anni - seguendo la proposta politica della Otra Campaña - abbiamo conosciuto un Messico del basso che molte volte resta nascosto.

Negli ultimi mesi, prima e dopo l'elezione di Felipe Calderón, che nel luglio del 2006 è stato eletto con una tornata elettorale denunciata a più voci come fraudolenta, l'intero paese è stato teatro di una generalizzata repressione contro movimenti sociali e attivisti politici.

A tal punto che sull'onda della preoccupazione internazionale per ben due volte (giugno 2006 e dicembre 2006; gennaio 2007) la Commissione Civile Internazionale di Osservazione dei Diritti Umani (CCIODH) ha visitato il Messico, elaborando due ampie relazioni presentate in seguito alle organizzazioni dei diritti umani, al Parlamento Europeo, al Parlamento Italiano - in un incontro con il Presidente della Commissione Esteri della Camera, On Ranieri - all'Uficio dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Vogliamo qui ricordare solo alcuni esempi verificati e denunciati dall'esaustivo lavoro della Commissione:

IL CASO SALVADOR ATENCO

Durante un operativo militare della Polizia Federale Preventiva (PFP) avvenuto nei primi giorni di maggio 2006 a San Salvador Atenco e nelle zone limitrofe, hanno perso la vita due giovani, Francisco Javier Cortés Santiago e Ollín Alexis Benhumea; ci sono stati 14 casi di violenza sessuale su donne arrestate (tutti denunciati alla Procuraduría de Justicia del Estado de México), numerosi arresti arbitrari e denunce di generali violenze contro i detenuti. Tre degli arrestati sono ancora rinchiusi in un carcere di massima sicurezza. Una ventina in un carcere statale.

Vedi conclusioni della Commissione civile internazionale:

http://cciodh.pangea.org/cuarta/conclusiones_ita.htm

IL CASO OAXACA

Il conflitto è iniziato nel maggio 2006 con uno sciopero dei maestri del Sindacato dei Lavoratori del Settore Educativo. Nei mesi in cui si è sviluppo il conflitto - nell'autunno del 2006 - nella città di Oaxaca ci sono stati 23 morti.

Questo impressionante numero di vittime è ascrivibile al livello di violenza esercitata da parte dei governi statale e federale, anche attraverso l'uso di forze non autorizzate legalmente.

Decine gli arrestati, e molti di loro hanno denunciato violenze e vessazioni, mancanza di tutela legale e una gestione irregolare della detenzione.

Vedi conclusioni della Commissione Civile Internazionale: http://cciodh.pangea.org/quinta/070120_inf_conclusiones_recomendaciones_ita.shtml

In entrambe le situazioni tutte le violazioni dei diritti umani sono state testimoniate e rese pubbliche, ma si è poi assistito a un generale fenomeno di impunità nei confronti dei responsabili.

A questi casi più eclatanti, che hanno acceso i riflettori internazionali, va aggiunta un continuo stillicidio di denunce che arrivano quasi quotidianamente da parte delle organizzazioni per i diritti umani di tutto il Paese concernenti violazioni compiute all'interno di operazioni di repressione dei movimenti sociali locali e di restringimento delle libertà democratiche.

Lo Stato del Chiapas non è esente da questa situazione: sono decine le denunce giunte dalle Giunte di Buon Governo zapatiste, dalle Autorità Municipali Autonome e dalle organizzazioni dei diritti umani in merito alla recrudescenza dell'attività paramilitare volta ad allontanare le comunità zapatiste e indigene dalle terre recuperate dalla gestione del latifondo a partire dal 1° gennaio 1994.


In conclusione, oggi in Messico esiste il più alto numero di prigionieri politici degli ultimi decenni; è stato ucciso il più alto numero di giornalisti e operatori dell'informazione dell'America Latina; il trattamento degli arrestati, in molti casi, viene definito dalle organizzazioni di difesa dei diritti umani come tortura; la ristrutturazione complessiva dell'apparato militare e di polizia si avvia ad una pericolosa concentrazione di poteri.

Ma l'aspetto paradossale di questa situazione è che il Messico presiede la Commissione dei Diritti Umani dell'Onu, proprio nel momento in cui è più alta la violazione generalizzata dei diritti umani.

Alla luce di questa situazione noi ci prepariamo a contestare la visita di Felipe Calderón per denunciare quanto sta avvenendo nel Paese da lui governato, che è legato all'Unione Europea - ed all'Italia - da un accordo commerciale globale che contiene una clausola democratica che dovrebbe proprio tutelare i diritti umani.

Ci rivolgiamo a Voi tutti e tutte perché emerga anche dall'interno delle istituzioni italiane una presa di posizione che metta al primo posto la difesa dei diritti e che sia in grado di non voltare le spalle e distogliere lo sguardo dalle denunce che giungono dal Messico e da tutto il mondo.

Primi firmatari:

Associazione Ya Basta Italia

Coordinamento Toscana di Sostegno alla Lotta Zapatista

Mani Tese Lucca

Fondazione Neno Zanchetta

Rete di sostegno al Chiapas Rebelde

Progetto Dignidad Rebelde

Comitato Chiapas “Maribel” di Bergamo

Comitato Chiapas di Torino

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