Subcomandante Marcos
LA GUERRA DI CONQUISTA DELLA CAMPAGNA MESSICANA
LA NUOVA USURPAZIONE… 5 secoli dopo

Marzo 2007

Permettetemi di dare inizio a questo incontro prima di tutto ringraziando i compagni e compagne del Centro di Analisi Politica e Ricerche Sociali ed Economiche A. C. (più noto agli zapatisti come "il CAPISE") e a coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa tavola rotonda che - chi se lo immaginerebbe? - è quadrata (o rettangolare, a seconda del caso). Ringraziamo anche il CIDECI ed il dottor Raymundo Sánchez Barraza per la sua consueta ospitalità nelle strutture che, contro venti e maree, mantengono in funzione come alternativa educativa ed ecologica.

Come EZLN siamo stati invitati a questa specie di neo-avvio della seconda tappa della nostra partecipazione diretta ne L'Altra Campagna, per discutere sul tema della GUERRA DI CONQUISTA DELLA CAMPAGNA MESSICANA.

Per comprendere la nostra posizione al riguardo, è necessario conoscere…

Alcuni presupposti iniziali…

A) Sulla Guerra Neoliberale

1 - In qualche testo di quelli che fanno dire agli zapatisti "odio dire che ve l'avevo detto, ma ve l'avevo detto", intitolato "Sette Pezzi Sciolti del Rompicapo Mondiale", di quasi sette anni fa (giugno 1997), descrivemmo a grandi linee la direzione che avrebbe seguito e segue il capitalismo nella sua fase attuale. Allora la definimmo una direzione di guerra, di guerra di conquista, una guerra mondiale, la Quarta, assolutamente totale. Una guerra che superava le altre per brutalità, ma ripeteva i modelli di una guerra tradizionale di conquista: distruggere e spopolare, per poi ricostruire e ripopolare.

2 - La tappa attuale del capitalismo è, in senso stretto, una nuova guerra di conquista. La IV guerra mondiale, una guerra dovunque, in ogni momento, in tutte le forme. La più mondiale delle guerre. Il mondo viene, così, riscoperto una volta e poi un'altra ancora ogni volta che il nuovo dio, il mercato, trasforma in merci beni che prima erano sconosciuti od erano fuori dal circuito commerciale.

3 - Così, l'acqua, l'aria, la terra, i beni che racchiude il sottosuolo, i codici genetici e tutte quelle "cose" che prima erano sconosciute o non avevano valore d'uso e di scambio, sono diventate, negli ultimi vertiginosi anni, una merce.

Come esempio abbiamo i manti freatici e le sorgenti naturali che tentano di essere protetti dagli indigeni zapatisti nell'accampamento installato sul Cerro de Huitepec, nelle montagne del sudest messicano. Un'impresa multinazionale che imbottiglia una nota bibita a base di cola (fate attenzione, per favore) sta estraendo il liquido e trasformandolo in merce.

In cambio dei grandi profitti che la compagnia ottiene, l'orgogliosa e superba Jovel non riceve in cambio nient'altro che la saturazione del suo paesaggio col noioso bicolore rosso e bianco del suo sinuoso logo.

4 - La merce che rimane, nonostante i cambiamenti ed i progressi tecnologici ed informatici, è la forza lavoro, le lavoratrici ed i lavoratori della campagna e della città. Il sogno capitalista di un mondo senza lavoratori, solo con robot e macchine che non esigono diritti né si sindacalizzano né fanno scioperi, rimane questo: un sogno. Un altro mondo sarà possibile sul cadavere del capitalismo come sistema dominante.

5 - La globalizzazione del capitale ha distrutto le frontiere nazionali e risistemato il mondo. La logica del mercato è ora quella che determina le relazioni internazionali e le relazioni all'interno dei moribondi Stati Nazionali.

6 - La logica del mercato nasconde, dietro la sua apparente innocenza, la logica dello sfruttamento, del sopruso, della repressione e del disprezzo, cioè la logica del capitalismo. Fuori dai sogni che canterebbe Chava Flores, al di là della lotteria e dei suoi equivalenti, in questo sistema non c'è ricchezza pulita ed innocente. La ricchezza capitalista ha come origine il furto e lo sfruttamento.

7 - La rivoluzione tecnologica ed informatica ha portato con sé la possibilità della simultaneità e dell’onnipresenza del capitale, fondamentalmente del suo settore più emblematico: il capitale finanziario.

8 - Nella Globalizzazione Economico Capitalista, cioè nella IV Guerra Mondiale, il "nemico" è il pianeta stesso, non solo la maggioranza dei suoi abitanti, ma anche tutto quello che contiene: la natura. Non deve sorprendere se questo è un "autogol", la stupidità è la dama di compagnia dell'avidità capitalista. In questa guerra, la Nazione assalitrice è Multinazionale o, come direbbero i classici, Transnazionale.

9 - L'Imperialismo avrà pur cambiato i suoi modi di guerreggiare, ma il padrone continua ad essere il capitale ed il suo imperatore vitalizio, il capitale finanziario, avanza nella sua politica da camaleonte nella borsa valori.

Mentre nella lista di FORBES appaiono i presunti uomini più ricchi del pianeta, si omette il riferimento a quella che abbiamo chiamato "La Società del Potere", un piccolo gruppo di padroni di industrie, commerci, banche ed imprese turistiche.

Mentre i signori Bill Gates e Carlos Slim, per citarne solo due, credono di essere i più ricchi del mondo, la "Società del Potere" fa finta di crederci. Ma negli Stati Uniti hanno la loro sede 53 imprese che da sole ottenevano, 7 anni fa, il 40% dei profitti a livello mondiale. Queste imprese nordamericane, insieme ad altre che operano dal Giappone, dalla Germania, dalla Francia, dal Regno Unito, dall'Italia, dai Paesi Bassi, dalla Svizzera e dalla Corea del Sud, ottengono più del 90% dei profitti mondiali. 193 imprese con sede in questi paesi guadagnavano più di 225 mila milioni di dollari dei 250 mila milioni del totale dei profitti mondiali nel 1997.
Il signor "Coca Cola" non esiste, per questo non appare nella lista dei più ricchi. Neanche il signor "Wall Mart", il signor "Ford", "Chrisler", "General Motors", "HSBC", "Santander", "Monsanto", eccetera.

10 - "Conquistato" nella III Guerra Mondiale il territorio che fu del campo socialista, il capitalismo rivolge le sue mani insanguinate verso i paesi poveri con abbondanti risorse naturali: Africa, Asia, Medio Oriente ed America Latina. Queste regioni del mondo sono specializzate nelle due cose, cioè, nel possedere abbondanti risorse naturali ed una ormai leggendaria elevata produzione di poveri.

11 - I Popoli originari a livello mondiale (più di 300 milioni) sono insediati in zone che possiedono il 60% delle risorse naturali del pianeta. La riconquista di quei territori è uno degli obiettivi principali della guerra capitalista.

12 - L'America Latina è già uno dei nuovi scenari della guerra di conquista e, pertanto, i Popoli Indios d'America avranno, come 500 anni fa, un ruolo da protagonisti nella resistenza. Ma la battaglia finirà in una sconfitta definitiva se non si alleeranno con i lavoratori della campagna e della città e con quei nuovi personaggi con identità propria, cioè, con diversità, che sono le donne, i giovani e gli altri amori. Questi tre settori sociali, anche se la loro identità si può ed è riconducibile ad una classe, hanno realtà proprie, differenti rispetto all@ altr@, e si costruiscono un'identità propria, molte volte, ma non unicamente, con la cultura.

B) Sulla Politica dell’Alto nella Globalizzazione

1 - In questa guerra di conquista, le forze di spedizione nella maggioranza dei paesi dell'America Latina sono formate dai governi e dalla classe politica. Salvo l'eccezione di Cuba, la ribellione del Venezuela e la particolarità non ancora ben definita della Bolivia, i governi latinoamericani, indipendentemente dalla loro presunta ideologia, si sono trasformati nei capitani di riconquista dei territori che videro fiorire le civiltà dei popoli originari di queste terre.

2 - I governi nazionali sono chiaramente solo de gerenti che compiono le disposizioni del padrone. Ed un gerente è, soprattutto, un caporale.

3 - Col mercato nazionale agonizza anche tutto quello che gli è fiorito intorno: la classe politica tradizionale, la classe media, il pensiero critico, il corporativismo, le grandi centrali sindacali operaie e contadine, la relativa autonomia delle istituzioni educative, della ricerca scientifica e della cultura e dell'arte, le relazioni comunitarie, il tessuto sociale, la previdenza sociale, la sicurezza pubblica, la democrazia elettorale.

4 - La cosiddetta "classe media", fiorita insieme agli Stati Nazionali e trasformatasi nel suo supporto sociale, ideologico e politico, è ora inerme (almeno in Messico) e, nonostante i suoi sospiri per un cambiamento tranquillo per ritornare al suo benessere e tranquillità, vede con disperazione come la distruzione raggiunge la sua antica forza e torre di cristallo: la famiglia.

5 - Con le logiche attuali nell'ambito politico, là in alto non c'è niente da fare. L'entusiasmo di alcuni settori medi illuminati per un "cambiamento senza rottura", subirà ancora una volta crolli, delusioni, schiaffi morali.

6 - Il cammino verso la libertà non è una moderna autostrada a pedaggio sulla quale transitano le "masse" guidate da un'elite di caudillos ed illuminati. Al contrario, la strada per essere liberi non è nemmeno tracciata. Viene costruita dai senza nome e senza volto che, con le loro lotte, tentano in ogni direzione fino ad arrivare dove vogliono arrivare.

C) Sui mezzi di comunicazione

1 - Se prima erano l'esercito, la polizia, il battaglione Olimpia, los halcones, le guardias blancas, ora sono i grandi mezzi di comunicazione elettronici gli "inibitori" della lotta democratica e sociale.

2 - I mezzi di comunicazione di massa sono, di volta in volta: Pubblico Ministero, Giuria Artistica, Pulpito non sempre laico, Gabinetto ufficioso, polizia plenipotenziaria, giudice solerte nella condanna di chi sta in basso e nell'assoluzione per chi sta in alto. Ah! A volte intrattengono.

3 - “Wag The Dog” è un'espressione idiomatica in inglese che vuole dire qualcosa come "far scodinzolare il cane" (prestate attenzione perché se no, non si capisce). È l'abilità suprema della manipolazione mediatica. Notiziari, approfondimenti, commenti ed articoli politici, hanno come obbiettivo "far scodinzolare il cane", cioè, "fare che le cose passino", ma partendo da una bugia.

Questa è la nuova "abilità" dei media elettronici. Così come fanno "sparire" realtà e movimenti, ignorandoli o diffamandoli (alcuni esempi recenti: il popolo di San Salvador Atenco, il movimento della APPO a Oaxaca, la mobilitazione cittadina contro la frode elettorale del 2 luglio 2006), possono "creare" scenari mediatici senza nessun sostegno reale. Cioè, credano miti postmoderni.

Esempi di miti creati, presunti e diffusi dai mezzi di comunicazione:

Miti Politici: il governo di Felipe Calderón Hinojosa è forte, legittimo, legale e protegge tutti i messicani; il PRD è un partito di sinistra; il PAN è il partito del "rinnovamento culturale"; il PRI è un partito politico.

Miti Sportivi: la nazionale del Messico ha qualità calcistiche di livello internazionale; il torneo mondiale del baseball gringo è mondiale; los Jaguares de Chiapas hanno la divisa di un bel colore.

Miti Militari: l'esercito federale è a salvaguardia della sovranità nazionale; la donna indigena violentata dai soldati in Veracruz, sulla Sierra di Zongolica, è morta di gastrite e non di violenza; l'esercito combatte il narcotraffico.

Miti Polizieschi: l'obiettivo degli attacchi del governo del DF contro il nobile quartiere di Tepito sono per sconfiggere la criminalità e non per favorire l'installazione di centri commerciali; la polizia previene il crimine; la AFI combatte la criminalità organizzata.

Miti dello Spettacolo: Britney Spears soffre durante il suo programma di disintossicazione; RBD è un gruppo musicale.

Miti Culturali: CONACULTA è un'istituzione che fomenta la cultura e le arti; il Congresso dell'Unione ha un genuino interesse nel promuovere il cinema messicano; Sebastián è uno scultore.

Miti Educativi: Elba Esther Gordillo è maestra; il CENEVAL beneficia l'educazione media e superiore; Josefina Vázquez Mota lavora per migliorare l'educazione in Messico.

Miti Giuridici: la giustizia in Messico è onesta, pulita, imparziale ed obiettiva; la Costituzione è la massima legge nel nostro paese; lo Stato di Diritto impera in Messico.

Miti Economici: le privatizzazioni sono necessarie ed urgenti per l'economia nazionale; le riforme dell'ISSSTE lo salveranno; la banca serve all'economia nazionale.

Mito Comico: c'è qualche differenza tra le notizie della classe politica e la striscia comica.

Mito Religioso: Onésimo Cepeda è un vescovo cattolico.

Mito Etico: la posizione che si prende sul tema dell'aborto sarà una posizione a favore della vita o a favore della morte.

Mito Storico: Cuauhtémoc Cárdenas Solórzano possiede qualcosa del Generale Lázaro Cárdenas del Río (oltre al primo cognome).

Miti Informativi: Gutiérrez Vivó e Jacobo Zabludovski sono rappresentanti della stampa libera, indipendente ed onesta; Crónica è un giornale; Joaquín López Dóriga e Javier Alatorre sono giornalisti.

Mito Sessuale: il sup Marcos ha delle belle gambe…

D) Sulla Campagna Messicana

1 - Nella campagna messicana e, come è stato spiegato brevemente e in modo brillante dal compagno Rafael Alegría, di Vía Campesina in Honduras, in tutto il mondo, è in atto un processo di distruzione e spopolamento e, contemporaneamente, di ricostruzione e ripopolamento.

2 - Di questo parlerà più diffusamente il compagno Sergio Rodríguez Lazcano…
[intervento La riappropriazione di fronte alla spoliazione di Sergio Rodríguez Lascano]

3 - Tre esempi in tre stati governati dai tre principali partiti politici:

a) Sonora (governato dal PRI), 2 foto. Sulla strada verso il territorio del popolo Mayo, in Sonora. Ad un lato della strada, un gigantesco cartellone pubblicitario proclamava: "Il Governo di Sonora compie: con la creazione di posti di lavoro". Alcune decine di metri dietro il cartellone pubblicitario, una vecchia fabbrica cadeva a pezzi consumata dall'ossido.

Un'altra foto: in una comunità indigena Mayo, uno dei dirigenti "legge" una foto apparsa nel supplemento Ojarasca, di La Jornada, e ci racconta la storia degli espropri di terre contro il popolo Mayo. Storia che si ripete nelle terre del Tohono Oda´am, del Seri o Comc´ac, dello Yaqui e del Pima.

b) San Luis Potosí (governato dal PAN), altopiano potosino. "Una scala", hanno detto gli altri potosini, ed hanno mostrato una mappa dove la vegetazione scalava dalla Huasteca fino al deserto. "Sì, una scala", abbiamo detto noi quando li abbiamo ascoltati spiegare lo sfollamento della popolazione contadina originale dell'altopiano e la sua sostituzione con indigeni della Huasteca, di Puebla, di Veracruz. Non solo è cambiata l'origine dei coloni, ma anche la proprietà della terra. Dove prima c'erano ejidi, ora ci sono latifondi. Dove prima c'erano commissari ejidali, ora ci sono caporali. Dove prima si producevano alimentari per il consumo della popolazione, ora si producono emigranti da esportazione.

c) Zacatecas (governato dal PRD). Nella comunità di La Tesorera, un'impresa prestanome dell'eminente perredista della democrazia e del FAP, Ricardo Monreal, ha voluto umiliare gli abitanti e si è scontrato con qualcosa a lui ignoto: la dignità. Lì stesso, un altro de L'Altra Zacatecas ci ha raccontato che in un villaggio è cresciuta in maniera significativa l'emigrazione della popolazione originale ma, stranamente, è aumentato il numero degli abitanti. Ha quindi indagato: gli zacatecani hanno dovuto emigrare negli Stati Uniti a causa dell'esproprio delle terre, per la mancanza di aiuti all'agricoltura ed i bassi salari. I loro ejidi sono stati occupati da proprietari terrieri e la loro forza lavoro, da indigeni portati lì come ai tempi del porfirismo per lavorare da peones. Nella Zacatecas perredista, due terzi della popolazione di origine zacatecana vive… negli Stati Uniti.

Nel museo che c'è sul Cerro de La Bufa per ricordare la battaglia di Zacatecas c'è l'esemplare di un giornale dell'epoca in cui si dice che i "banditi" di Villa saranno schiacciati da un momento all'altro. Alcuni giorni dopo Zacatecas cade nelle mani dall'esercito villista.

4 - Scorrendo quanto esposto con chiarezza da Joao Pedro Stédile, quel raccoglitore di pioggia del basso che è Eduardo Galeano, ed i (questi sì) vescovi cattolici Don Pedro Casaldáliga e Don Thomas Balduino, possiamo trovare i passi, molte volte simultanei, della guerra di conquista nella campagna messicana: smantellamento della politica sociale: né crediti, né aiuti, né mercato, nuove leggi che distruggono le "difese" giuridiche: riforma dell'articolo 27, erosione dei prezzi (dei prodotti ed al consumo), coltivazione di aspettative del livello di vita, mancanza di difesa giuridica, vendita o esproprio, emigrazione, riordino capitalista del territorio, ripopolamento.

5 - Atenco ed il FPDT, Oaxaca e la APPO, Chiapas e l’EZLN

a) Atenco ha segnato un punto decisivo nella lotta a difesa della terra. Il coraggio dei suoi uomini e delle sue donne, come l'intelligente e decisa partecipazione del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra, tra i cui dirigenti si trova Ignacio del Valle (oggi ingiustamente detenuto), ha ottenuto una delle vittorie che ha incoraggiato la mobilitazione contadina in basso e a sinistra. Atenco non è solo la repressione del 3 e 4 maggio 2006, col suo carico di violazioni dei diritti umani e l'aggressione alla donna come politica di Stato. È anche, ed è necessario non dimenticarlo, la mobilitazione riuscita contro l'aeroporto foxista. Movimento che ha affrontato l'unione di governi, industriali, clero e dei grandi mezzi di comunicazione. Il popolo di Atenco, e con lui, il FPDT, ha molto da insegnarci a tutte ed a tutti noi.

b) Anche il movimento sociale che guida la APPO a Oaxaca insegna lezioni importanti nella lotta sociale. Pur se, a causa della manipolazione dei mezzi di comunicazione, è sembrato e sembra un movimento concentrato nella capitale dello stato, ha avuto ed ha momenti brillanti nelle zone rurali oaxaqueñe, dove i popoli indios hanno rispolverato le loro tradizioni di lotta e resistenza. Una grande lezione del movimento della APPO è il suo impegno, la sua capacità di recupero e la costanza nei suoi obiettivi. Oaxaca, quindi, non è solo la repressione del 25 novembre ed il suo saldo di illegalità ed arbitri, ma è anche, e soprattutto, l'organizzazione popolare autonoma, senza la tutela di istituzioni né di partiti politici, la democrazia diretta applicata in circostanze molto difficili.

c) Nel Chiapas dei nostri dolori e speranze, le comunità indigene zapatiste dimostrano che un altro mondo è possibile. E che è possibile realizzarlo sulla base della cultura indigena, della sua concezione della terra e del territorio. "Dignità" chiamiamo noi questo passo, questo modo di vivere, cioè di lottare.

Racconta una leggenda recente che tra le ombre dell'alba sulle montagne del sudest messicano, uomini e donne di colore bruno hanno nel cuore una sola paura: la paura di non far nulla di fronte all'ingiustizia. Questi uomini e queste donne sono chiamati "I Guardiani". Sono lo zoccolo duro del Votán Zapata, del guardiano e cuore del popolo. Sono loro che hanno cura di noi e ci accompagnano. Qualcuno domanda loro: "Di che si tratta?". Loro rispondono: "Di essere migliori, dell'unico modo possibile di essere migliori, cioè, collettivamente". Anche se appena un mormorio, la voce dei Guardiani si sente come grido quando dice: "Di essere degne e degni, di questo si tratta". Ed io aggiungo ora: "Una delle strade della dignità segue la Vía Campesina in tutto il mondo".

Libertà e Giustizia per Atenco!
Libertà e Giustizia per Oaxaca!

Prende la parola il Comandante David


(traduzione del Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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