La Jornada – Domenica 24 giugno 2007
Un indigeno accusato ha rivelato alla procura il luogo dove erano nascosti gli AK-47
Ritrovate armi usate nel massacro di Acteal del 1997: erano sotterrate
ELIO HENRIQUEZ

San Cristobal de las Casas, Chis., 23 giugno - La Procura Speciale per il caso Acteal ha ritrovato in una grotta due armi di grosso calibro e caricatori utilizzati dai paramilitare priisti nel massacro di 45 indigeni il 22 dicembre 997, ha informato l'organizzazione civile Las Abejas, alla quale appartenevano le vittime.

In un comunicato ha rivelato che il ritrovamento delle due armi calibro AK-47 - di uso esclusivo delle forze armate - e di tre caricatori e varie cartucce ormai inservibili per il passaggio del tempo, è avvenuto durante un operativo realizzato il 22 maggio vicino alla comunità di Los Chorros, municipio di Chenalhó, dove presumibilmente sono stati pianificati i fatti.

Il ritrovamento è stato possibile perché la procura ha portato sul posto uno degli indigeni accusati del massacro, rinchiuso nella prigione di El Amate, municipio di Cintalapa. Il tzotzil, il cui nome non è stato rivelato, ha indicato il luogo esatto dove erano nascoste le armi e le cartucce, dopo di che è stato ricondotto in prigione.

All'operativo del 22 maggio scorso hanno partecipato circa 200 poliziotti statali guidati da Mariano López Pérez, titolare della procura per il caso, creata dal governatore Juan Sabines Guerrero agli inizi di questo anno.

L'organizzazione Las Abejas hanno denunciato che le armi e le cartucce sono state sepolte nella grotta dopo essere state usate nel massacro di Acteal, nel 1997, dove paramilitari assassinarono 21 donne - quattro di esse incinte -15 bambini e 9 uomini, mentre stavano pregando per la pace in Chiapas.

"Questo dimostra la veridicità delle nostre denunce, che ci sono armi nascoste in Chenalhó, con la presenza di paramilitari che hanno partecipato al massacro del 1997 ed ai fatti precedenti Acteal".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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