La Jornada – Martedì 23 ottobre 2007
La commissione riconosce nell’attacco “responsabilità istituzionali concrete
CCIODH: il massacro di Acteal, modello repressivo che si ripete in tutti i paesi

Hermann Bellinghausen

A dispetto dei tentativi dei governi messicani che si sono fin qui succeduti, di presentare come episodi isolati il massacro di Acteal ed altri atti di violenza repressiva, come fossero "frutto di scontri tra singoli o tra comunità rivali", i fatti mirano "a responsabilità istituzionali concrete", segnala la Commissione Civile Internazionale di Osservazione dei Diritti Umani (CCIODH).

Quando stanno per compiersi 10 anni dal massacro di indigeni ad Acteal, Chiapas, l'istanza internazionale, nata iin seguito a quei fatti, rese noto in un documento che: "Il 22 dicembre 1997 un gruppo paramilitare sparò in maniera indiscriminata all'interno di una chiesa della comunità di Acteal. Le pallottole tolsero a vita di 45 tzotziles, 16 bambine, bambini e adolescenti, 20 donne e nove uomini. Sette delle donne erano incinta".

Le persone massacrate appartenevano al gruppo civile Las Abejas, dedite alla difesa dei propri diritti come popoli indigeni. "Il giorno in cui furono brutalmente assassinati erano riuniti a pregare per la pace nella loro comunità ed altre vicine, che erano state cacciate per aver sostenuto l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN)".

La CCIODH sottolinea che negli anni successivi Acteal ha evocato "diversi luoghi, con diversi protagonisti e differenti violazioni dei diritti umani: Atenco, Oaxaca, Guerrero, Città del Messico e Ciudad Juárez". Lì sono stati aggrediti "donne e uomini, indigeni e meticci, giornalisti, studenti, difensori dei diritti umani, contadine e contadini". Sono stati commessi femminicidi, sparizioni forzate, detenzioni illegali, lavoro infantile, attacchi all'integrità fisica, psicologica e sessuale, violazione del diritto all'identità culturale, al lavoro, all'educazione, alla salute, alla casa, ed a processi che rispettino le garanzie ed i diritti di partecipazione politica.

Nonostante i tentativi governativi di presentare tali violazioni come episodi isolati, la loro ripetizione e diffusione "mirano a cause di tipo strutturale ed a responsabilità istituzionali concrete".

Le gravi violazioni dei diritti umani in Messico "sono conseguenza diretta di un'insieme di fattori che si possono situare in tre ambiti", aggiunge la commissione. E cita il consolidamento di un modello socioeconomico disuguale, incapace di soddisfare le necessità basilari della maggior parte della popolazione, "nonostante l'economia messicana si situi tra le economie più potenti del pianeta"; l'inesistenza o estrema debolezza "di canali che rendano possibile una partecipazione politica ampia, cosciente e determinante", così come "l'impunità dei corpi di sicurezza e dell'Esercito, legata alla mancanza di indipendenza del Potere Giudiziale".

Secondo la CCIODH, la responsabilità è da attribuirsi principalmente alle istituzioni dello Stato messicano. I rapporti e raccomandazioni di diversi relatori speciali delle Nazioni Unite e della Commissione Interamericana dei Diritti Umani, così come i pronunciamenti del Parlamento Europeo o le denunce di organizzazioni di difesa dei diritti umani (Amnesty International, Human Rights Watch) "non sono riusciti a provocare nei disversi governi messicani altro che timidi e teatrali gesti, quando non la completa negazione o il silenzio indifferente".

In questo contesto, la CCIODH "vuole continuare ad amplificare la voce delle testimonianze di violazioni dei diritti umani in Messico". Sostenuta dalla legittimità acquisita dal lavoro eseguito in cinque missioni di osservazione tra il febbraio del 1998 e maggio 2007, la commissione "ritiene obbligatorio ricordare che, purtroppo, continuano ad essere attuali le denunce e raccomandazioni presentate dopo ogni visita (in Chiapas le tre prime, ad Atenco la quarta e l'ultima a Oaxaca)".

Dieci anni dopo Acteal, "Continua ad essere necessario ricordare il massacro, le sue cause e protagonisti". Il compito di evitare nuovi Acteal richiede di sostenere la lotta contro l'impunità. "Nessuna violazione dei diritti sociali, culturali, economici, politici e civili dovrebbe rimanere senza risposta". La CCIODH interpella tutti gli attori sociali e politici, messicani ed internazionali "affinché esercitino una funzione attiva di controllo e supervisione del comportamento dei poteri pubblici e privati". La commissione ribadisce il suo impegno di mantenere il suo lavoro di osservazione civile iniziato circa 10 anni fa.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home