La Jornada – Lunedì 23 aprile 2007
Lo sfruttamento degli immigrati indios, uno dei principali argomenti da affrontare
EZLN e CNI convocano l’INCONTRO DEI POPOLI INDIGENI D’AMERICA
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Cristóbal de las Casas, Chis., 22 aprile - Rispettando l'accordo fatto durante il passaggio dell'altra campagna per il nordovest del paese, la Commissione Sesta dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), rappresentanti del Congresso Nazionale Indigeno (CNI) di diversi stati e di alcune tribù e nazioni indios degli Stati Uniti, riuniti a Punta Peñasco, Sonora, in territorio del popolo tohono o'odham (pápago), hanno oggi concluso i lavori per convocare l'Incontro dei Popoli Indigeni d'America, da realizzarsi in territorio yaqui di Sonora nell'ottobre prossimo.

Muovendosi dall'accampamento nella comunità cucapá El Mayor, nel municipio bassocaliforniano di Mexicali, sono arrivati alla riunione i comandanti zapatisti, tra loro David e Tacho, il subcomandante Marcos, rappresentanti nahuas, purépechas, yoreme, cucapá ed altri popoli del nord messicano e delle nazioni apache, diné/navajo, tohono o'odham, organizzazioni indigene binazionali e di migranti, oltre alle autorità tradizionali yaquis di Vícam.

In questo luogo si celebrerà l'incontro continentale, in coincidenza con l'antica festa creola "della Razza", o "Columbus Day", il 12 ottobre. Già da due decenni è stata sovvertita dai popoli indigeni ed ora è una data "recuperata", dall'Alaska e dal Canada fino ai territori mapuche del Cile.

Il 20 ottobre 2006, a El Mayor, il delegato Zero ed il CNI annunciarono l'incontro internazionale al quale sono invitati oggi i popoli indios del continente. Di fatto sarà la prima riunione internazionale del CNI. Giorni dopo, il 24 ottobre, l'altra campagna arrivò nell'emblematica comunità di Vícam, ed i governatori yaquis di varie comunità concordarono col CNI e Marcos l'inizio di un lavoro congiunto di informazione e lotta per resistere al neoliberismo ed ai suoi promotori, i governi priisti (come in Sonora), panisti (Bassa California) o perredisti (Bassa California Meridionale).

Al prossimo incontro ci si aspetta rappresentanti dei popoli di tutto il Messico e dei popoli nativi d'America. L'incontro continentale darà risalto agli ignorati popoli del nord ed all'esperienza di sfruttamento degli emigrati indigeni da entrambi le parti della frontiera. Non esiste un precedente di una riunione indipendente indigena di tale portata nel paese, ad eccezione del primo vertice continentale dei popoli e nazioni indigene nel 2000, dove è stata stilata la Dichiarazione di Teotihuacán. Per lo più questi incontri sono stati istituzionali, accademici o "culturali", come la celebrazione salinista dei 500 anni, nel 1992.

Ci sono sempre ei più oggi invece importanti incontri, marcati politicamente, con maggiore regolarità ed importanza, in Ecuador e Bolivia, dove l'agenda indigena è diventata una priorità nazionale ormai avviata verso trasformazioni costituzionali di fondo. Molto controcorrente, si celebrano anche in paesi governati dalla destra, come in Guatemala: è il caso di Iximché, dove solo lo scorso 30 marzo si è svolto il terzo Vertice dei Popoli e Nazionalità Indigene dell'Abya Yala, considerato "filogovernativo" dai suoi critichi, e che ha visto la partecipazione del leader aymara e presidente boliviano Evo Morales.

Lì sono stati ratificati "principi millenari" di complementarietà, reciprocità e dualità, così come l'attuale lotta per il territorio, la madre natura, l'autonomia e la libera determinazione dei popoli, "per fare di Abya Yala una terra piena di vita". Pochi giorni prima, il 25 marzo, l'EZLN invitava da San Cristóbal de las Casas alla Campagna Mondiale per la Difesa delle Terre e dei Territori Indigeni e Contadini Autonomi del Chiapas, Messico e del Mondo, colonna portante della seconda tappa dell'altra campagna e pietra miliare nel programma nazionale di lotta che, "in basso e a sinistra", stanno elaborando gli aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona.

Si stanno sintonizzango gli orologi sull'ora indigena americana. Tutte le lotte sono contro la globalizzazione, il saccheggio delle terre ancestrali e comunali, la distruzione capitalista di lingue, culture, ricchezze naturali e luoghi sacri, e per la costruzione di modalità democratiche e proprie di governo. I consensi nella lotta indigena sono maggiori delle differenze.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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